Capitolo 37

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Clarissa

Ogni passo mi costa uno sforzo immane ma continuo a correre sul sentiero diretta al melo.

Ho passato la notte in bianco ripensando al falò di ieri sera. Come ho potuto fare una cosa così stupida come baciare Liam? Ma la cosa più assurda è che non ho più smesso di pensare alla sensazione che le sue labbra sulle mie mi hanno regalato.

Per quel breve istante mi sono sentita... viva. È stato bello pensare di poter ricominciare da capo. Per un istante.

Ma, appena quel contatto si è interrotto, ho capito che è stato un gesto egoista e crudele da parte mia. Lui mi ama. Me lo ha detto chiaramente e l'ho letto nei suoi occhi azzurri. Come ho potuto essere così egoista da chiedergli di guarire il mio cuore, quando io non farei altro che spezzare il suo? Io non ho nulla da offrirgli. Non mi è rimasto niente.

E non lo amo. Non nel modo in cui lui ama me...

__

È ancora piuttosto buio quando intravedo la sagoma del melo in fondo al sentiero. Ho deciso di uscire in anticipo di casa per non rischiare di incontrare Liam, ma non potevo far a meno di venire a correre. Avevo assoluto bisogno di sfogare in qualche modo tutto ciò che mi rode dentro.

Il sole inizia a sorgere piano illuminando la sagoma del grande albero... e di qualcuno appoggiato al tronco. Mi blocco sul posto con il respiro affannato.

Da brava vigliacca quale sono tornata ad essere, mi volto di scatto e ricomincio a correre per tornare indietro.

Nonostante la musica alta negli auricolari percepisco lo stesso i passi veloci di Liam alle mie spalle. Pochi secondi dopo mi supera e blocca la mia fuga umiliante.

«Sei sempre stata veloce, Williams... ma mai quanto me» mi dice lui con un sorriso divertito in faccia e nemmeno una goccia di sudore a imperlare la sua fronte.

Le sue parole mi tolgono ancora di più il respiro: Ethan mi prendeva sempre scherzosamente in giro dicendomi la stessa cosa, anche se riferita a tutt'altro...

Guardo Liam osservarmi perplesso e ancora una volta so che ho ragione: non posso fargli del male. «Mi dispiace per ieri sera. Per quello che ho detto... e fatto. Non avrei dovuto. Probabilmente avevo bevuto troppo...» balbetto a capo chino, in imbarazzo.

Lui continua a fissarmi senza dire una parola, mordendosi il labbro inferiore. Poi si avvicina e afferra le mie medagliette dell'accademia tra le dita. «Lo amavi?» mi chiede spiazzandomi.

«Chi?» domando confusa.

«'Ryan L. Gibson'. Il tuo ex ragazzo, quello con cui parli sempre al telefono. Quello che ti fa sorridere. Sorridere davvero».

Mi muovo a disagio sul posto riflettendo sulla sua domanda. «Voglio un bene dell'anima a Ryan. Ma... no. Non credo di averlo mai amato davvero in quel modo. Ho amato veramente solo un ragazzo. Ed è stato così devastante che non voglio più ricascarci. Lo capisci, Liam?» gli chiedo stringendogli la mano con cui teneva le medagliette e cercando di infondere in uno sguardo tutto ciò che vorrei che capisse.

«Lo capisco, Clary. Lo capisco bene, credimi» afferma lui, distogliendo lo sguardo da me e puntandolo all'orizzonte. «Ma non si sceglie di chi innamorarsi. Né quando, né come. Tu lo capisci questo?» mi domanda riportando gli occhi nei miei. Annuisco piano.

«Allora dimmi che mi hai baciato per sbaglio. Dimmi che è stato davvero un errore. Dimmi... che non hai provato nulla. Dimmelo. E io mi arrenderò» mi incalza con voce supplicante.

«Io...» comincio a dire. Devo dirglielo. Devo fargli capire che non posso dargli ciò che vuole e che non posso prendermi ciò che vuole offrimi. Non sarebbe giusto nei suoi confronti.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now