Capitolo 60

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Perché la notte diventiamo più deboli,

perché la notte cadiamo,

i pensieri vanno veloci

e le lacrime scendono.

- Charles Bukowski

Liam

Lancio l'ennesimo sasso nell'acqua immobile del lago. Praticamente ho passato ogni giorno di queste vacanze per il Ringraziamento seduto qui da mattina a sera. Non riesco a stare a casa da solo, con tutti questi pensieri che mi affollano la mente.

E non riesco a stare insieme ai miei amici che mi osservano con compassione. Loro pensano che il mio cattivo umore dipenda solo dalla lite con Clary, non sanno nulla di mio padre. Non sanno che la mia vita sta per finire di nuovo in un buco nero. Solo Mark lo sa e mantiene il mio segreto. È l'amico migliore che potessi desiderare.

Il sole tramonta oltre la riva opposta del lago, segno che è ora di tornare a casa per la cena del Ringraziamento che passerò solo con mia zia, dato che mio zio è di turno in ospedale. Mi alzo da terra e spolvero via la polvere dai jeans, facendo cadere a terra la foto che tenevo in grembo.

La raccolgo e la guardo con nostalgia. Per quanto continui a fissarla, i suoi occhi sembrano avere sempre un colore diverso in questa foto. Ma non in questi giorni, non dal vivo. Adesso sono sempre grigio piombo, nubi scure cariche di pioggia pronta a cadere.

Vorrei poter cancellare tutto quello che è successo e tornare ai giorni felici passati insieme. Vorrei correre da lei e prenderla tra le mie braccia e non lasciarla più. Dirle che non m'importa del suo passato, degli errori commessi, delle bugie e delle verità taciute.

Che m'importa solo di lei. Che voglio conoscerla di nuovo... e per la prima volta.

La rabbia è già scemata da tempo ormai, non è più quella a impedirmi di farlo. Ciò che mi blocca è la sentenza che pende sulla mia testa. Non posso riavvicinarmi a Clary finché non ci sarà il verdetto dell'udienza. Non posso rientrare nella sua vita per poi uscirne senza farvi più ritorno.

Rimetto la foto nella tasca della giacca, vicino al cuore, dov'è il suo posto, e faccio ritorno alla moto.

____

Appena metto piede in casa vengo avvolto dal profumo invitante di tacchino e di tutte le altre prelibatezze che mia zia sta preparando fin dalle prime ore del mattino. Mi sento un po' in colpa per essere stato fuori casa tutto il giorno anche oggi.

«Zia, sono a casa!» annuncio. Solo allora colgo delle voci e delle risate. Confuso, entro in sala da pranzo e mi blocco di colpo. Mia zia sta ridendo insieme alla madre di Clary e lei se ne sta vicino alla finestra a fissare fuori.

«Finalmente! Mancavi solo tu, Liam! Abbiamo pensato di unire le nostre famiglie per la cena. Non è un'idea magnifica?» esclama felice mia zia - che ovviamente non sa nulla della rottura tra me e Clary - venendomi incontro e baciandomi su una guancia, sparendo poi in cucina.

La madre di Clary mi sorride e comincia a parlarmi ma io non la sento. Guardo Clary che nemmeno si volta, continua a fissare fuori dalla finestra, ma riesco lo stesso a notare la sua postura rigida. Indossa un abito aderente viola e degli stivali neri al ginocchio. I capelli sono sciolti e ricadono in morbidi boccoli sulle spalle.

Ma è quando si volta che mi si stringe il cuore in una morsa: è più pallida che mai; i lineamenti di solito così dolci, sono tirati e ha delle profonde occhiaie. I suoi occhi incrociano i miei solo per un secondo e poi abbassa lo sguardo. Deglutisco a fatica e resisto al bisogno di correre da lei e abbracciarla, dirle che è tutto a posto e che andrà tutto bene.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now