Capitolo 66

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Clarissa

Non è stato facile lasciare andare Ryan, ieri sera, dopo aver passato un altro pomeriggio con i miei ex compagni, ma la sua visita mi ha fatto bene: mi ha ricordato cosa ho affrontato e la forza che posso tirare fuori. Ed è quello che ho intenzione di fare proprio ora: ho deciso di affrontare Liam una volta per tutte.

Gli ho detto che lo amo, dannazione! E lui fa finta di non conoscermi? Non lo accetto. Se non vuole più stare con me che me lo dica chiaramente, se io decido di uscire allo scoperto deve farlo anche lui. Dopo essere stati insieme sabato notte, mi ha evitata come la peste per i successivi quattro giorni. Adesso ne ho davvero abbastanza.

Mi allontano dal mio armadietto diretta alla prima lezione di questo giovedì. Questa settimana sembra non finire mai. Giro l'angolo del corridoio e vado a sbattere contro qualcuno.

«Scusami tanto, non guardavo dove andavo» dico ancora prima di rendermi conto di essermi scontrata proprio con Liam.

«Non fa nulla» mormora lui superandomi senza nemmeno guardarmi. Butto a terra i libri e lo agguanto per il retro della felpa, infuriata.

«Non fa nulla? Col cavolo che non fa nulla, Hayes!» sbraito ad alta voce, attirando l'attenzione di tutti su di noi. Liam si volta a guardarmi perplesso.

«E non mi riferisco a questo... ma a noi!» continuo a bassa voce. Gli altri studenti ci sfilano accanto affrettandosi per raggiungere le proprie lezioni, lanciandoci qualche occhiata curiosa.

«Non mi pare questo il posto per discutere di certe cose» risponde Liam guardandosi nervosamente intorno. Il corridoio è ormai quasi deserto e certamente arriveremo in ritardo a lezione.

Lo afferro per il gomito prima che riesca a filarsela e lo trascino fino allo sgabuzzino dove il bidello tiene tutto il necessario. Lo spingo dentro e richiudo la porta alle mie spalle appoggiandomi contro. L'unica luce proviene dalla finestrella posta in alto alla porta, lasciandoci quasi completamente al buio. Liam si stropiccia gli occhi e noto allora le sue occhiaie profonde.

«Faremo tardi a lezione» mi dice.

«E da quando ti importa?» sbuffo io infastidita. Lui inclina la testa di lato.

«Già... dimenticavo con chi sto parlando. Era un'abitudine per te finire in punizione, eh? A detta dei tuoi compagni di accademia...» mi dice con una punta di veleno nella voce. Incrocio le braccia al petto.

«Sì. È vero. Ero arrabbiata da morire quando sono stata rinchiusa lì dentro. Era un incubo ad occhi aperti inizialmente per me quel posto e ho fatto di tutto per ribellarmi a quella condizione. E lo sapresti se ti fossi preso la briga di leggere i miei messaggi prima di cancellarli. Se lo avessi fatto... ora sapresti tutto».

O quasi, ripenso tra me e me. Non gli avevo mai scritto del bambino... quella è una cosa solo mia. E di Ethan... Una cosa troppo grande per essere scritta in un insignificante messaggio.

«Che ti succede?» mi chiede Liam con voce ora preoccupata, facendo un passo verso di me. Solo allora mi rendo conto che sto tremando.

«Niente» dico subito, stringendomi più forte le braccia intorno al corpo. Liam sospira pesantemente.

«Menti. Come sempre. Sono sicuro che non mi diresti mai tutta la verità. Continui a nasconderti da me, a non farmi vedere chi sei davvero. Ma con quei ragazzi... con loro lo hai fatto. Ti ho vista, Williams. Ho intravisto la parte di te che mi vuoi tenere nascosta. E non capisco perché non puoi farla conoscere anche a me» dice avvicinandosi ancora. Volto la testa di lato, cercando di sfuggire al suo guardo così penetrante.

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