Capitolo 14

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Every step that I take is another mistake to you

And every second I waste is more than I can take!

I've become so numb, I can't feel you there

Become so tired, so much more aware

By becoming this all I want to do
Is be more like me and be less like you

"Numb" - Linkin Park

Clarissa

Il mattino dopo mi risveglio di nuovo prima dell'alba a causa del solito incubo.
Una volta tranquillizzata decido di provare di nuovo a percorrere il sentiero. Voglio riuscire a raggiungere quel melo. È il mio nuovo obiettivo. Per me l'importante è sempre stato avere un traguardo da raggiungere e un piano ben preciso per riuscirci. Per ora, questo sarà il mio scopo. Decido quindi di alzarmi e uscire.

____

Sono riuscita a fare solo qualche metro in più di ieri, prima di dovermi arrendere e tornare indietro.

Anche oggi incontro Liam mentre faccio ritorno. La maglia grigia è bagnata di sudore e appiccicata al suo torace. Mi supera senza guardarmi ed io volto il capo verso i girasoli che sembrano osservarci beffardi.

Mi spavento da morire quando mi sento trattenere per un polso. Mi volto di scatto e mi libero subito dalla presa di Liam, fulminandolo con un'occhiataccia mentre mi tolgo gli auricolari da cui esplodono a tutto volume i Linkin Park. Che accidenti vuole ancora?

Si toglie anche lui uno dei suoi auricolari. Si inumidisce le labbra prima di parlare. «Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che ha fatto Tiffany ieri in mensa. Le ho parlato e non ti darà più fastidio» mi assicura con espressione tesa.

Io sollevo un sopracciglio con fare sarcastico. «E dimmi... ci credi davvero? Non ti accorgi nemmeno di come si comporta con Kate e Ann... Sei ridicolo. Una volta avrei detto che ti meriteresti di meglio, ma ora...», scuoto la testa senza concludere la frase. Gli do le spalle e mi incammino di nuovo verso casa rinfilandomi gli auricolari, senza degnarlo più di uno sguardo.

____

«Ehi, come va il ginocchio?» mi chiede subito Mark appena salgo sulla sua auto per andare a scuola.

«Non mi dà problemi. Sembra non sia successo niente di grave, in fin dei conti» gli rispondo con un sorriso.

Lui mi scruta attentamente in viso. «Non hai dormito, per caso? Hai certe occhiaie...» mi chiede poi, mentre fa retromarcia per uscire dal vialetto di casa sua e immettersi in strada.

Mi sposto a disagio sul sedile. Gli do uno schiaffetto sulla spalla e gli rivolgo un sorriso ben poco convincente. «Certo che tu sì che sai come far star meglio una ragazza, eh? Mi sorprende il fatto che te ne cadano così tante ai piedi... Per fortuna sei belloccio, altrimenti andresti sempre in bianco!» concludo con una risata forzata.

Le sue labbra si piegano in un sorriso divertito e scuote la testa mentre guarda la strada davanti a sé. «E tu sì che sai come eludere le domande scomode» borbotta sottovoce.

Il mio sorriso scompare e mi volto a guardare fuori dal mio finestrino. Il resto del tragitto lo passiamo nel silenzio più assoluto.

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Appena si ferma nel parcheggio della scuola, schizzo fuori dall'auto borbottando un saluto a mezza voce. Liam è già arrivato. Gli passo davanti senza degnarlo di un'occhiata e lui fa altrettanto.

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