Capitolo 16

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Clarissa

Cammino a passo svelto per la strada, a testa bassa, per non farmi vedere in lacrime dalla gente che già mi guarda storto mentre passo loro accanto. Mi stringo più forte con le braccia, ma non riesco a smettere di tremare.

Continuo a rivedere quei fari abbaglianti che si fanno sempre più vicini. Per un attimo sono stata catapultata a quella maledetta notte.

È stato proprio come in uno dei miei incubi. Ero impotente aspettando che avvenisse l'inevitabile impatto.

In un angolo remoto della mia mente sapevo che non stavo sognando, che ero tutto vero e che dovevo fuggire. Ma non ci riuscivo. Ero incollata a quell'asfalto così come ero intrappolata nella mia auto quella notte. Inerme, indifesa, impotente.

E così... mi sono arresa. Ho pensato che forse non era possibile sfuggire alla morte più di una volta e che fosse tornata a prendermi.

Se non fosse stato per Liam sarei probabilmente morta. Non riesco nemmeno a pensarci. Ci credo che mi ha presa per pazza...

___

Continuo a camminare senza nemmeno guardare dove vado, per ora mi interessa solo rimanere in movimento. Quando mi sarò stancata prenderò un taxi per tornare a casa.

Una macchina nera, però, si affianca al marciapiede. Il finestrino del passeggero si abbassa. «Ehi, splendore! Mi pareva fossi tu. Dove te ne vai tutta sola? Non è sicuro girare da sola per una ragazza a quest'ora» esclama Lucas sporgendosi dal finestrino aperto.

Ci mancava proprio lui per terminare bene la serata. Diciamo che non accetta un rifiuto con molta facilità e continua a chiedermi di uscire almeno due volte a settimana.

«Ciao, Lucas» lo saluto rassegnata. La sua espressione si fa seria quando mi guarda bene in faccia. Subito scende dall'auto dell'amico e mi si avvicina.

«Ehi... ma che ti è successo? Vuoi un passaggio da qualche parte?» mi chiede confuso.

«Ecco... io...», la mia voce viene sovrastata da un rombo cupo in avvicinamento. Subito dopo la moto nera di Liam sale sul marciapiede arrivando a mezzo metro da me.

Si toglie il casco e scende dalla moto lasciandola accesa, si fa subito avanti e si frappone tra me e Lucas. «Togliti dai piedi» gli ringhia contro Liam.

«Le stavo solo offrendo un passaggio, amico!» si giustifica Lucas indietreggiando di un paio di passi.

«Sì... Li conosco i tipi di passaggi che dai di solito alle ragazze. Sparisci» conclude Liam.

Lucas scuote la testa e risale in auto. «Ci vediamo a scuola, piccola» mi saluta con un ghigno prima che il suo amico alla guida parta sgommando. Faccio una smorfia al sentirmi nominare così da lui. Deve proprio piantarla di chiamarmi così...

Liam si volta di nuovo verso di me e torna alla sua moto. Lo vedo armeggiare con il secondo casco legato alla sella. Quando la apre per prendere non so cosa, anche al buio posso riconoscere il luccichio dello scacciaspiriti che mi ha sottratto quasi un mese fa e che ancora si trova lì dentro.

Mi sale un nodo alla gola. Liam nota la direzione del mio sguardo e si affretta a richiudere lo scomparto. Mi porge il casco con un gesto sbrigativo. Io scuoto la testa, rifiutandolo. «Non serve, grazie. Torno a piedi. O cerco un taxi» gli dico a bassa voce.

Lui allora mi mette a forza il casco in testa. «Non farmi incazzare ancora di più, per favore. Mi pare che tu abbia rischiato la vita già abbastanza per stasera».

Decido che starmene zitta sia la scelta migliore per una volta.

Liam

Dopo averle cacciato in testa a forza il casco, glielo allaccio sotto la gola sfiorando con le dita la sua pelle delicata. La punta delle mie dita formicola leggermente al quel semplice contatto e mi affretto ad allontanarmi.

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