Capitolo 29

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Liam

«Perché non glielo hai detto?» mi chiede Kevin con un ghigno dipinto in faccia.

«Detto cosa?» ribatto io indifferente.

«Che hai lasciato quella stronza di Tiffany, ieri sera».

Faccio una smorfia al solo ricordo. «Perché non è una cosa che la riguarda» rispondo con un'alzata di spalle.

Kevin scuote la testa e mi dà una pacca sulla spalla. «Sì, certo! Come no...» replica lui ridendo e camuffando in un colpo di tosse.

Mi volto a guardarlo. «A proposito...», e gli sferro un pugno sul braccio con sufficiente forza da farlo barcollare di lato.

«Ehi! E questo per che cos'era?» esclama irritato mentre si massaggia il punto dolente.

«Prima o poi ti verrà in mente» gli rispondo allontanandomi da lui.

Dopo qualche secondo, la sua voce si alza sopra il brusio della folla: «E che ci potevo fare io se sul sedile posteriore eravamo in troppi? Stavo solo cercando di rendermi utile!» esclama e, anche se non mi volto a guardarlo, posso immaginarmi il sorriso soddisfatto sul suo viso.

Mentre mi dirigo alla lezione successiva il telefono mi vibra in tasca per l'arrivo di un messaggio. Lo prendo e vedo che si tratta di Ethan: "Va tutto bene? Comincio a preoccuparmi...".

Ieri aveva provato a chiamarmi un paio di volte ma, tra il pomeriggio al lago e la seguente sfuriata di Tiffany, non ho avuto il tempo di rispondergli. Gli scrivo in fretta che è tutto ok e che sono solo stato molto impegnato ma che mi farò sentire al più presto. Rimetto il cellulare in tasca, una volta entrato in classe,  e mi siedo al mio solito posto, accanto a Mark.

«Ho sentito la bella novità... Perché non me lo hai detto subito? Avrei organizzato una festa!» esclama felice come non mai.

Sbuffo fuori un sospiro infastidito. «Semplicemente perché ci avresti ricamato su» replico io scoccandogli un'occhiataccia.

Mark non mi guarda ma vedo il sorriso da Stregatto che comincia ad aprirsi sul suo viso. «Beh... non puoi negare che il tempismo con cui ti sei finalmente deciso a mollare Tiffany sia piuttosto... sospetto».

So benissimo dove vuole andare a parare... e infatti: «Insomma... sei stato insieme a quella iena per quanto? Sei, sette mesi? E poi... arriva Clary e boom! D'un tratto ti rendi conto che non la sopporti più. Piuttosto strano, non credi?».

Stringo i denti e non gli rispondo. Non ho lasciato Tiff a causa di Clary. Mi sono solo reso conto che la nostra relazione non mi dava più quello che cercavo. E quello che cercavo era una distrazione dal mio passato, qualcosa di assolutamente nuovo, diverso, leggero. Che non mi desse troppo da pensare.

La mia presa di coscienza e il ritorno di Clary sono solo una coincidenza. Lei non c'entra nulla. E nemmeno il fatto che, forse, in questi ultimi giorni ci siamo riavvicinati un pochino. No, sono certo che non abbia nulla a che fare con la mia decisione.

I miei pensieri vengono interrotti dal suono della sedia che viene scostata dal posto accanto al mio e una mano calda che si posa sulla mia coscia. Mi volto a guardare Tiffany perplesso. Lei mi sorride come se non fosse successo nulla tra noi. Allora mi tolgo la sua mano di dosso e lei assume un cipiglio infastidito.

«La vuoi piantare con questa assurdità? Noi non ci lasceremo. Smettila di fare l'idiota. Sai quanti ragazzi vorrebbero avere la possibilità di uscire con me? Ma io ho scelto te. Quindi piantala di fare lo stronzo e di andare dietro a quella... cosa insignificante» conclude con tono di disprezzo.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now