Capitolo 63

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Clarissa

Il mattino dopo, io e Ethan non ci rivolgiamo parola né un singolo sguardo. La tensione tra noi è evidente anche agli altri che continuano a scambiarsi occhiate strane tra loro e abbassare lo sguardo quando incrociano quello mio o di Ethan. Al contrario della colazione allegra di ieri mattina, questa è piuttosto silenziosa e carica di tensione. È Patrick, infine, a rompere l'imbarazzo.

«Allora, Principessa, ci fai fare un giro turistico della città?» chiede dandomi un buffetto sulla testa. Mando giù l'ultimo sorso di caffè e gli sorrido riconoscente.

«Certo, mi farebbe davvero piacere».

____

Dopo aver passato il resto della mattina per le strade di Pittsburg e il pomeriggio al cinema, decidiamo di mangiare alla tavola calda in centro. Il pensiero che tra poche ore Sara, Patrick, Patty e Josh torneranno a casa mi riempie di tristezza, guastandomi ulteriormente l'umore. Ma ho degli amici splendidi che fanno di tutto per risollevarmi il morale e non farmi pensare alla loro imminente partenza. Alla fine, tra le battutacce di Josh e Patrick, le occhiatacce torve che lancia loro Cole e la semplice presenza di Sara accanto a me, riescono a farmi rispuntare il sorriso. Persino Ethan non riesce più a tenere il muso, unendosi alle chiacchiere e agli scherzi.

Liam

Come hanno fatto a convincermi a uscire? Avrei preferito di gran lunga starmene rinchiuso in camera mia a prendere a pugni il sacco. Ma Mark e Kate hanno insistito così tanto che non sono riuscito a dire loro di no, sapendo quanto sono preoccupati per me. E poi ho pensato che non mi resta ancora molto tempo da passare con i miei amici...

«Sto morendo di fame!» esclama Kevin mentre scendiamo dall'auto di Mark una volta parcheggiato davanti alla tavola calda.

«Tu hai sempre fame» ribatte Annabelle, colpendolo con uno schiaffetto al petto e alzando gli occhi al cielo. Li supero e mi avvio a passo veloce verso l'entrata, sentendomi di troppo tra queste due coppie innamorate.

Una parte di me continua a pensare che sarebbe stato meglio essere rimasto in camera mia. E, appena varcata la soglia del locale, ne ho l'assoluta certezza.

Anche se è sabato sera, il locale non è molto affollato e questo mi dà un'ottima visuale sul tavolo in fondo alla sala a cui sono seduti Clary, Ethan, la ragazza dai capelli rossi che ho visto in auto con lui ieri sera, altri tre ragazzi e una ragazza con i capelli verdi che non ho mai visto prima.

Rimango pietrificato sulla soglia, intento a studiare la scena che mi ritrovo davanti. Ma non è tanto l'aspetto dei ragazzi con cui Clary è seduta a lasciarmi a bocca aperta, quanto lei stessa. È seduta tra Ethan e la ragazza con i capelli rossi, circondata da quei ragazzi con un sacco di tatuaggi e piercing. La cosa davvero strana è che lei, dall'aspetto così delicato ed etereo, sembra essere estranea a quel gruppo ma, allo stesso tempo, sembra appartenervi da sempre.

Anche da questa distanza riesco a notare delle differenze in lei: il modo in cui tiene dritta la schiena, in cui parla. Ma, soprattutto, il modo in cui sorride. Sorride davvero. Un sorriso che riesce finalmente a coinvolgere i suoi occhi, così luminosi che potrebbero abbagliare.

La sua risata cristallina raggiunge le mie orecchie donandomi felicità nel sentirla finalmente ridere spensierata, ma al tempo stesso tristezza... perché non è merito mio.

«Che succede? Perché siamo fermi all'ingresso?» chiede Mark raggiungendomi alle spalle. Gli faccio un cenno col mento a indicare il tavolo di Clary.

«Ah...» borbotta.

«Oh, mio Dio... Non ci credo! Ha chiamato i rinforzi a quanto pare...» sibila con acidità Kate, portandosi accanto a Mark.

Ovunque andraiWhere stories live. Discover now