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Mormoro qualcosa di incomprensibile mentre le mie palpebre si sollevano così da farmi svegliare del tutto. "Sono le nove del mattino, non azzardarti a muoverti da questo letto." Sibila Harry alle mie spalle facendomi alzare gli occhi al cielo in risposta. "Non ho più sonno." Mi lamento accucciandomi sul suo petto. "Mi stai svegliando ed è seriamente troppo presto." Borbotta ad occhi ancora chiusi mentre la sua mano si posa tranquillamente sul mio fianco. "Dai, siamo già svegli." Sbuffo. "Tu vuoi seriamente essere presa a morsi." Parla. "Apri gli occhi." Mi lagno ridacchiando. "No." "Harry. Apri gli occhi adesso o non farò più sesso con te." Lo minaccio, cercando di risultare il più credibile possibile. I suoi occhi scattano nella mia direzione e in poco tempo mi trovo incastrata sotto il suo corpo. "Ti avevo avvertita." Mormora per poi iniziare a mordermi ovunque. "Smettila! Smettila!" rido cercando di spostarlo. "Te la sei cercata, Flynn." Sbuffa continuando a mordermi sull'addome e i fianchi. "Mi fai il solletico, idiota!" mi sto storcendo come fossi una sorta di anguilla sotto la sua bocca, ma non m'importa fin quando riesco ad evitare i suoi morsi. "Prepara la colazione e forse sarai scusata." Dice ritornando all'altezza del mio viso. "La colazione la prepari tu perché io ti ho offerto il mio letto, la mia casa e me stessa." Lo guardo. "Certo, quindi dovrei preparare io la colazione a te, sebbene tu mi abbia svegliato così presto." Mi guarda scettico. "Esattamente." Annuisco in accordo. "Non esiste!" esclama spostandomi al mio fianco. "Vorrà dire che andrò in cucina a preparare la colazione solo ed esclusivamente per me." Dico sedendomi sul bordo del materasso. Infilo un paio di calzini ed esco dalla stanza non degnandolo di uno sguardo.

Circa dieci minuti dopo Harry è intento a preparare dei pancakes per entrambi mentre io mi occupo del caffè. Vederlo girare per casa mia come fosse la cosa più naturale del mondo mi fa letteralmente impazzire di gioia. Adesso che lo guardo è come se vedessi un'altra persona; certo, è sempre il solito stronzo scorbutico, ma è diverso. È come se adesso la barriera che lo circondava fosse sparita e una strana luce avesse preso il suo posto. "Capisco di essere davvero sexy, ma così mi consumi." Scherza. Ecco, è proprio di questo che parlavo prima. "Stavo solo pensando. Non sentirti così importante." Dico, sorseggiando il mio caffè. "Secondo me sono il tuo ragazzo più figo." Dice pensieroso mentre io lo guardo stranita. "Ma da dove saltano fuori queste riflessioni così profonde?" domando. "Stavo solo pensando." Copia la mia battuta precedente. "E comunque non è vero." Rispondo. "Cosa?" "Non sei il mio ragazzo più figo. Ho avuto un fidanzato niente male a dodici anni, lui ne aveva quattordici ed era biondo con gli occhi scuri." Spiego. "Alvin, super sexy con i suoi skinny jeans blu." Chiudo gli occhi fingendo di ripensare al mio fidanzatino passato. "Aspetta, dovrei essere invidioso di un ragazzino di quattordici anni?" sbuffa una risata cedendomi il mio piatto di pancakes mentre si siede a tavola. "Beh, non posso classificarlo come il mio ragazzo perché, insomma.. sai della mia situazione e di cosa passavo con Trevor, ma – al pronunciare il nome di Trevor lo sguardo di Harry diventa improvvisamente più serio – diciamo che a diciannove anni sono uscita con un tipo." Dico. "E chi è questo?" aggrotta le sopracciglia infastidito. "Era un cliente di Monet's, ma ci sono solo stati un paio di baci e qualche uscita, nulla di più." Sospiro. "Sembri dispiaciuta." Mi guarda indagatore. Scuoto il capo sorridendo lievemente e poi ingoio un pezzetto di pancake. "Avevo diciannove anni e non riuscivo ad andare a letto con il ragazzo che mi piaceva perché ero terrorizzata. In più lui non aiutava visto che ogni volta che lo rifiutavo si incazzava e non mi parlava per giorni." Ammetto imbarazzata, un lieve disagio si propaga per tutto il mio corpo al solo pensiero di Jack e i suoi sbuffi infastiditi a casa mia. "Perché con me l'hai fatto? Sono sempre stato relativamente distante." "Di te mi sono fidata quasi subito – rivelo – e non mi sono sentita a disagio sotto il tuo sguardo, la paura è come se fosse sparita. Non chiedermi perché, non avrei una risposta ben precisa." Rispondo. "Ne sono felice." Annuisce guardandomi. "Lo so che è domenica mattina e solitamente si fa altro, ma io devo seriamente fare la spesa o rischio di rimanere a digiuno." Sbuffo. "Allora preparati e andiamo." "Vuoi venire con me?" chiedo sorpresa. "Non ho di meglio da fare, quindi." Scuoto il capo divertita e mi alzo dalla sedia per poi avviarmi in bagno, pronta a cominciare una nuova giornata con un peso in meno sulle spalle.


Smash Into You || H. S. || A.U.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora