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Il giovedì non si distingue da tutti gli altri giorni della settimana: fa schifo. Monet's è sempre più pieno, questo lo ha notato Paul e lo abbiamo notato noi, essendo costretti a sgobbare dalla mattina alla sera. Paul mi ha lasciata libera per la settimana, a patto che lavorassi tutta la giornata così da sostituire Kevin e John e recuperare alcune ore. Morale della favola? Sono esattamente dodici ore di fila che lavoro senza fermarmi e penso davvero che potrei uccidere qualcuno da un momento all'altro. Kevin mi ha proposto di richiedere una riunione del personale perché la faccenda sta diventato davvero insostenibile da quando Paul ha fatto aggiungere altri dolci e bibite. Di questo passo, se avessi voluto infliggermi una punizione da sola, avrei fatto richiesta da Starbucks almeno in quel caso il mio esaurimento sarebbe stato giustificato.

"Paul." Lo chiamo entrando nel suo ufficio. "Ehi, Alexandra. Dimmi tutto." Mi sorride. "Ascolta Paul, io e gli altri vorremmo richiedere una riunione, riguarda l'andamento del locale." Spiego. "Informa gli altri allora che alla chiusura perderemo un'oretta per la riunione. Vi parlerò di una cosa che è successa." Risponde semplicemente. "Grazie mille." Sorrido per poi uscire dal suo ufficio. "Kev, avvisa Tami e Amber, io penso a John." dico una volta avvicinata a lui. Kevin annuisce e dopo aver avvisato le ragazze, ritorna a lavoro.

Per le dieci e trentacinque ci troviamo tutti seduti ai tavoli mentre Paul si avvicina sorridente. "Buonasera, scusatemi per l'ora, ma al momento questo è l'unico spazio libero che mi ritrovo." Si scusa. "Dunque, di cosa volevate parlarmi?" domanda poi. "Paul, il locale è fantastico e qui lavoriamo tutti alla grande e in armonia, ma... inizia a diventare pesante." Sospira Tami. "Che significa?" "Significa che per quanto questo lavoro sia fantastico, inizia davvero a diventare oppressivo. – sospiro – non abbiamo spazio per muoverci, i clienti si sono triplicati e beh, la nostra pazienza invece si è dimezzata." Aggiungo. "In più, il nostro stipendio rimane sempre lo stesso e la fatica aumenta." Continua Kevin. "Beh, capisco assolutamente le vostre richieste e penso proprio di potervi dare una buona notizia a riguardo." Sorride Paul. "Parla, non tenerci sulle spine!" ride John. "Per prima cosa, voglio ufficialmente informarvi che Monet's si rinnova, dunque ci sarà un cambiamento del locale, uno più grande." Un coro di esultazioni si eleva nella stanza facendomi ridere divertita. "E – parla Paul ad alta voce così da farsi sentire – e, Monet's apre anche a New York e Los Angeles!" esclama sorridente. "Oh mio Dio!" urla Amber colpendo ripetutamente sulla spalla Kevin che cerca di fermarla invano. "Ovviamente il vostro stipendio aumenterà, pensavo che mille e cinquecento stellino potrebbero andare bene, eh?" ride divertito. Un altro coro di urla ed acclamazioni riempie la stanza e devo ammettere che, avere un aumento di settecento sterline, non mi dispiace affatto.

*

Sono ferma ad un semaforo quando il mio cellulare inizia a squillare segnalando il numero di Oliver. "Pronto? Olly vai veloce perché sono ferma al semaforo." Blatero in fretta. "Okay, io, Harry e Ilary siamo al Mayflower, ci raggiungi?" chiede. "Cazzo – sbuffo, notando che è appena scattato il verde – no, Olly, mi dispiace. Sono stanchissima." Sospiro. "Ma se hai finito alle cinque di lavorare." Lo sento lamentarsi. "No, oggi e domani lavoro tutto il giorno fino a chiusura. Sono in piedi da stamattina alle sei e mezza e non me la sento di stare ancora fuori." Spiego. "Ah, cazzo, beh- non lo sapevo. Riposati allora. Avviso gli altri, ciao baby." Attacco la chiamata e lancio il cellulare sul sedile del passeggero per poi ricominciare a guidare tranquillamente verso casa. Ora che avrò un aumento e per ora l'affitto del monolocale è pagato, avrò anche il tempo di consultare qualche sito o rivista per cercare un nuovo posto in cui trasferirmi. Monet's aprirà proprio di fronte al London Eye e questo mi porta a delle possibili soluzioni: a) mi trasferisco da Amber visto che casa sua si trova nelle vicinanze, b) cerco una nuova casa, c) mi sveglio prima la mattina per andare a lavoro. Prendendo le tre in considerazione scarto subilo la prima in quanto voglio la mia privacy e non vorrei mai creare disturbo tra Amber e Julie. La seconda invece è molto invitante e in più... beh, casa di Harry si trova accanto al London Acquarium, non molto distante dal London Eye. L'ultima è di certo l'idea peggiore di tutte. Per quanto ci metta venti minuti ad arrivare senza problemi, Londra è piena di traffico persino alle sette di mattina quindi perderei il doppio del tempo rischiando di arrivare in serio ritardo.

Quando poggio la testa sul cuscino emetto un lungo sospiro di sollievo, ma nel momento in cui il campanello di casa suona, non solo quasi urlo bensì insulto mentalmente chiunque possa essere a quest'ora. "Stavo quasi per lanciarti una scarpa in testa." Dico non appena apro la porta. "Beh, grazie dell'accoglienza." Scherza il moro. "Ho sonno." Mi lamento ritornando sotto le coperte. "E io che volevo fare altro." Sbuffa guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia. "Scherzavo." Dice guardandomi. "Mi dispiace non essere di molta compagnia, ma sto davvero morendo di sonno." "Dormi allora, metto io la sveglia che tu rischi di non sentire e ti sveglio." Dice, togliendosi giacca e scarpe. "Davvero lo faresti?" "Sì, devo comunque svegliarmi presto." Risponde raggiungendomi sotto le coperte. "Okay." Dico semplicemente per poi spegnere le luci e anche il cervello per oggi. Prima che possa addormentarmi del tutto, non riesco a non accorgermi del suo braccio che mi avvicina al suo petto e che rimane fermo sulla mia vita.


Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now