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Quale miglior sabato sera se non quello a casa, sul divano con un cartone di pizza sulle gambe mentre trasmettono la replica de 'Pirati dei Caraibi La maledizione della prima luna'? Sbadiglio, posando il cartone di pizza vuoto sul piccolo tavolino in legno e mi accoccolo meglio accanto al cuscino preso dalla camera da letto. Il rumore della pioggia battente non mi sorprende più di tanto, infondo erano ormai due settimane intere che non si vedeva una goccia d'acqua sul territorio londinese.

Sospiro ripensando a due giorni fa, riaverlo vicino anche per solo pochi minuti e in una brutta circostanza è stato bellissimo

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Sospiro ripensando a due giorni fa, riaverlo vicino anche per solo pochi minuti e in una brutta circostanza è stato bellissimo. Ho sentito come il suo corpo si è rilassato nel momento in cui mi sono avvicinata, ho sentito pure il suo tentativo di spiccicare parola, ma l'ho ignorato. È meglio così no? Il mio cellulare lampeggia segnando l'arrivo di un messaggio e rimango sorpresa quando noto il mittente.

Da Lisa: Sei a casa?

A Lisa: Sì! :)

Da Lisa: Sono da te fra un paio di minuti, lasciami il portone aperto perché diluvia.

Sembra così fredda per messaggi.. beh, sarà la pioggia che la fa innervosire.

Circa dieci minuti dopo il campanello di casa suona e senza pensarci due volte mi affretto ad aprire ancora intenta a sfregare sulla macchia di pomodoro sulla maglia. "Entra, accomodati!" sorrido alzando lo sguardo. Nel momento in cui i miei occhi si scontrano con un paio verdi, capisco che davanti ho veramente Harry e non sua madre. I capelli gocciolanti e i vestiti completamente bagnati mi fanno capire che è deve essersi preso tutta la pioggia, dalla prima goccia all'ultima. "E tu che ci fai qui?" boccheggio. "Mi fai entrare?" chiede di rimando. Mi sposto e chiudo la porta alle mie spalle. "Tua madre sta arrivando, Harry. Sarebbe meglio se-" "Mia madre non verrà. Ti ho scritto io." Mi interrompe. "Che cosa?" lo guardo sconvolta. "Non mi avresti risposto se ti avessi scritto, quindi mi sono portato avanti." Spiega. "Complimenti." Lo guardo male. "Ascolta-" "Non voglio averti sulla coscienza – lo interrompo – dammi i vestiti e asciugati i capelli. Puoi metterti un accappatoio per il momento." Sospiro facendogli cenno di seguirmi. Non ribatte. Accendo la luce del bagno e gli indico il phon, gli passo un asciugamano e poi esco dalla stanza. Cinque minuti dopo Harry si presenta in soggiorno con un accappatoio avvolto sul corpo. "Posso parlare ora?" "Prego. Tanto so già come andrà a finire, quindi." Sospiro consapevole. "Mio padre era l'uomo più buono del mondo, era fantastico e amava me e mia madre più di qualsiasi altra cosa al mondo..." sospira piano. "Questo era quello che ci diceva sempre quando tornava a casa con qualche livido o quando addirittura si presentava il mattino dopo. All'inizio pensavo che uscisse con gli amici e che si divertisse, poi una volta trovai un tizio a casa mia." "Avrò avuto all'incirca tredici anni... e lo vedo scaraventarsi contro mio padre e poi contro di me con in mano uno bottiglia mentre le urla di mia madre mi perforano i timpani." Continua. "La cicatrice." Parlo in automatico. Harry annuisce guardandomi. "Dopo quella volta non vidi più nessuno a casa mia e pensai che mio padre fosse tornato di nuovo quello di un tempo. Quello con cui giocavo da piccolo, che mi aveva insegnato a calciare un pallone e fare i gavettoni.. ma no, non era così. Scoprì che mio padre era indebitato fino al collo a causa di scommesse mai vinte. Era sotto di circa ventimila sterline." Deglutisce, spostando lo sguardo sul pavimento. "Una sera mamma mi mandò in garage a prendere le decorazioni natalizie e quando accesi la luce trovai mio padre appeso al soffitto con un solo cappio attorno al collo." Porto una mano a coprire la mia bocca mentre lo osservo sconvolta. "Era blu, Alex. Il suo viso era blu. La polizia ci disse che il cadavere era lì dalla mattina precedente.. mio padre – prende un respiro – era rimasto attaccato al soffitto per quasi due giorni interi e non non ce ne siamo nemmeno accorti. Pensavamo che come suo solito sarebbe tornato e che avremmo potuto fingere di essere quelli di un tempo, ma no, non fu così." I suoi occhi sono lucidi mentre mi osserva e io non ci metto molto a raggiungerlo e stringerlo in un abbraccio. "Scusami, non avrei mai dovuto dirti quelle cose. Non quando tuo padre.. scusami." Singhiozzo ancora sconvolta. "Non lo sapevi." Parla. "Tutto questo è terribile, Harry. Mi dispiace così tanto." Parlo accarezzando i suio capelli ancora umidi. "Ormai è il mio passato e ho capito che era giusto tu lo conoscessi." Dice guardandomi negli occhi. Annuisco comprensiva e poggio la mia fronte sulla sua. "Se adesso pratico la boxe è solo perché mi aiutava a sfogarmi e a non pensare a tutte le bugie che mio padre mi raccontava. Era il mio eroe e in poco tempo era riuscito a distruggere l' immagine perfetta che avevo di lui.." Parla accarezzando il tessuto della mia maglia. "Verso i sedici anni conobbi James e lui mi allenò fino ai diciassette. Poi è stato un susseguirsi di cose e mi sono ritrovato su un ring per la prima volta. Con i soldi che guadagnavo saldavo i debiti di mio padre mentre mia madre lavorava dalla mattina alla sera." Lo guardo attentamente, notando la nostra vicinanza e "C-credo che i tuoi vestiti siano asciutti." Balbetto allontanandomi. "Vado a vedere." Lo avviso per poi uscire dalla stanza e raggiungere il bagno dove noto l'asciugatrice lampeggiare. Estraggo i vestiti e, nel momento in cui sento le sue mani sui miei fianchi, li faccio cadere sul pavimento. "Non me ne faccio niente dei vestiti." Mormora accanto al mio orecchio. E tutto quello che riesco a fare io è semplicemente annuire come un'idiota.

Me: Com'è che piove sempre quando devono parlare, non si sa... Fatemi sapere cosa ne pensate! X

Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now