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Non pensavo davvero di essere riaccompagnata da lui a casa, anche perché il mio intento era quello di salutarlo e poi ritornarmene a casa. Il tragitto in auto è silenzioso, gli unici rumori udibili sono quelli delle mani di Harry che si muovo sul volante o sul cambio e i tik tik delle frecce. Quando siamo quasi vicini al mio appartamento, noto una figura in piedi di fronte al portone. Ci avviciniamo sempre di più e io riconosco la persona, si tratta di Trevor. Il mio cuore prende a palpitare più in fretta, la mia mano si stringe in un pugno facendo diventare bianche le nocche. "Tutto bene?" mi guarda stranito Harry. "Non arrabbiarti ti prego, ma vorrei che mi portassi da Kevin." Balbetto, deglutendo. Quando superiamo il portone di casa, respiro sollevata e poggio la testa sul sedile chiudendo gli occhi. "Perché non a casa tua? Hai appena cambiato idea." Sospira fermandosi ad un semaforo. "Non voglio stare sola." Dico la prima cosa che mi passa per la testa. Harry non risponde, si limita a ripartire e ad accompagnarmi dove gli ho chiesto. "Kev?" lo chiamo. "Mmh?" risponde dopo il terzo squillo. "Sei a casa, vero?" chiedo. "Sì. Perché?" "Sono quasi da te." "Stai bene, Alex?" si allerta. "Io.. sì, sto bene." Sospiro. "Ti aspetto." Annuisco anche se so che non può vedermi e chiudo la chiamata. "Harry, grazie mille, sul serio." "Figurati." "Grazie." Ripeto nuovamente per poi scendere dall'auto.

Quando Kevin apre la porta di casa, mi fiondo all'istante tra le sue braccia. "Ehi, ehi." Mi accarezza i capelli. "Harry mi stavo riaccompagnando a casa e davanti al portone mi aspettava Trevor. Sembrava come se fosse insicuro, ma credo abbia capito che sto lì, solo.. come ha fatto a trovarmi? Oh mio Dio.." spiego nervosa. "Aspetta, Trevor? Che c'entra lui?" mi guarda confuso. "Era davanti a casa mia! Ho dovuto inventare la prima scusa e mi sono fatta accompagnare qui. Harry si è accorto che qualcosa non andava e prima o poi dovrò dirglielo." Respiro a fatica. "Okay, okay, calma. Vieni con me, ti preparo una camomilla." Sospira accarezzandomi la schiena. "Domani non vengo a lavoro, chiamerò e dirò che sono malata." Lo avviso. "Va bene, avviso io Amber." Mi sorride lievemente. "Grazie." Accenno un sorriso.

La mattina successiva torno a casa verso le undici e mezza, esattamente dopo aver fatto un po' di spesa. Sistemo i vari acquisti nel frigo e negli scaffali e poi mi distendo sul letto mentre aspetto che si faccia l'ora di pranzo. Verso le cinque del pomeriggio bussano alla mia porta, mi avvicino e sblocco la serratura, sicuramente sarà Kevin che viene a vedere come sto. Apro la porta e il piccolo sorriso che tenevo in volto viene rimpiazzato da un espressione di puro terrore. "Ecco dove ti nascondevi, stronza." Ghigna Trevor entrando in casa.


Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now