59.

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Il mattino seguente, quando apro gli occhi, ricordi della scorsa notte riaffiorano nella mia mente facendomi arrossire al massimo. Imbarazzante da ammettere, ma è stata la mia prima volta... non avevo mai fatto preliminare con un ragazzo e tutte le volte che io e Harry siamo finiti a letto, beh, siamo sempre andati dritti al sodo. Lusingata dal suo sguardo lussurioso, ripenso al modo in cui le sue labbra rilasciavano bassi gemiti soddisfatti e al modo in cui il suo respiro variava a causa dei miei movimenti. Deglutisco, scacciando via quelle immagini e mi alzo dirigendomi in bagno, non prima però di aver lanciato uno sguardo al bellissimo ragazzo dormiente sul letto. Ricordo bene anche la sua reazione, ricordo il suo sguardo pieno di terrore e ansia, il modo in cui mi ha stretta a se, come se potessi scappare da un momento all'altro e ricordo come mi ha sussurrato quelle parole.

Osservo la mia immagine riflessa sullo specchio mentre sistemo i capelli in una coda veloce ed è ovvio che adesso non riuscirei a fare una cosa del genere. Adesso che ho lui al mio fianco, mi è impossibile pensare di dover mettere fine alla mia vita. Faccio una doccia veloce e mi rivesto altrettanto velocemente, poi esco dal bagno e mi stupisco di trovare Harry poggiato alla tastiera del letto mentre osserva il cellulare. "Buongiorno." Sorrido dolcemente prendendo posto accanto a lui. "Giorno." Borbotta grattandosi la nuca. "Appena finiamo di mettere in ordine, possiamo andare." "Sì, lo avevo pensato anche io." "Che strano, pensavo volessi rimanere per pranzo." Dico ironica. "Neanche per sogno, ho voglia di mangiare cibo vero e non in scatola." "A chi lo dici!" sbuffo. "Che ore sono?" chiede. "Le otto e mezza." Rispondo. "Perfetto, vediamo di sbrigarci prima delle nove, così ci mettiamo subito in viaggio. Annuisco e mi sbrigo a raccogliere tutte le mie cose lasciate in giro per la stanza.

Per le nove e due minuti, siamo nella hall dell'hotel pronti a consegnare la chiave magnetica a Tom e metterci in viaggio. "Spero che la permanenza sia stata buona." Sorride il ragazzo fissandomi. "Lo sarebbe stata, se solo non avessi mangiato con gli occhi la mia ragazza per tutto il tempo." Sbotta Harry fissandolo. Il mio cuore perde diversi battiti al suono delle sue parole e non posso far a meno di sorridere come un'idiota per poi ricompormi l'attimo dopo e guardare il poveretto adesso intimorito. "Lascia stare, Harry. Avanti, dobbiamo andare." Attiro l'attenzione del moro. "Assurdo come i ragazzini ragionino col cazzo ancora oggi." Si lamenta, mettendo i nostri borsoni e il mio zaino nel suo bagagliaio. Rido, non rispondendo e prendo posto sul sedile del passeggero.

*

Il viaggio di ritorno è stato tranquillo, Harry si è fermato solo due volte e verso le dodici e dieci siamo arrivati davanti a casa sua. "Ti fermi per pranzo?" domanda. "Se non è un problema." Harry alza gli occhi al cielo, ma cambia subito espressione quando nota la figura di una donna davanti al cancello del palazzo. Assottiglio gli occhi e non appena riconosco la donna, sorrido: Lisa! È da molto che non la vedo.

"Harry! Alex!" esclama la donna una volta averci visti. "Mamma." Sorride Harry abbracciando sua madre. "Ciao, Lisa." Sorrido mentre lei attira anche me in un abbraccio. "Ero venuta a portarti un po' di ravioli con ricotta e spinaci, ma non aprivi." Spiega la donna. Al solo udire 'ravioli' il mio stomaco si fa sentire e io imbarazzata, abbasso lo sguardo. "Cibo vero. Potrei amarti." Sospira il moro aprendo la porta di casa. "Ti fermi a pranzo con noi?" "Ho già pranzato, ma ci penso io a prepararvi qualcosa." Risponde la donna, facendomi sorridere ancora di più. Potrei urlare dalla felicità. Finalmente qualcosa di vero e non più la solita confezione di lasagne congelate o la solita cotoletta dura come il marmo. "Ti aiuto." Mi faccio avanti. "Magari evitale di bruciarmi la cucina." Dice Harry rivolgendosi a Lisa che inizia a ridere. "Sparisci, pugile dei miei stivali." Sbuffo. "Che hai detto?" si avvicina minaccioso. "Hai sentito bene. Aspetta solo che mi alleni un po' di più e ti faccio a pezzetti." Lo guardo sfidandolo con un solo sguardo. "Accetto la sfida." Grugnisce per poi allontanarsi verso il tavolo. "Finalmente qualcuno che riesce a tenerlo a bada, è un piccolo animaletto selvatico che non riesce a contenere la rabbia." Parla divertita Lisa mentre tira fuori della carne dal frigo. "In realtà ci teniamo testa a vicenda." Ammetto, poggiandomi al bancone. "Le forchette, Alex." Mi richiama Harry. Apro il primo cassetto e tiro fuori due forchette e due coltelli, poi glieli passo. "È una buona cosa, no?" mi sorride Lisa ritornando poi a panare le fettine di carne. "Sì, direi di sì. Al momento sto solo facendo il possibile per fargli capire che può fidarsi di me." Parlo a bassa voce mentre le passo un uovo. "Lui... è molto complicato, tesoro." Sospira la donna. "Me ne sono resa conto." "Però è davvero tanto il fatto che ti abbia portata con lui e ti abbia fatta stare qui anche se secondo lui non state insieme." Dice. "Oh, no, beh- in realtà stiamo insieme adesso." Balbetto imbarazzata. "C-cosa?" mi guarda stupita. "Diciamo che abbiamo litigato e io mi sono stufata, gli ho dato un ultimatum e forse può sembrare meschino, ma volevo davvero che mi mostrasse qualcosa, che ci tenesse almeno un briciolo e... sono riuscita a farlo parlare." "Per quanto mi risulti difficile crederlo, sono davvero orgogliosa di voi due e spero vivamente che più avanti andrete, più uniti sarete." Mi accarezza un braccio stringendolo leggermente e poi torna al suo lavoro. "Ti converrà scaldare i ravioli, sto per iniziare a friggere la carne." Mi informa Lisa. "È troppo chiedere anche delle patatine fritte?" la guardo imbarazzata. "Sbrigati o morirà di fame." Scuote il capo avvicinandosi al freezer. Sbuffo una risata e dopo averla ringraziata riscaldo i ravioli. 

Smash Into You || H. S. || A.U.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora