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Ho passato tutta la notte sveglia e, per quanto mi sarei dovuta presentare a lavoro, non ce l'ho fatta. Mi sono data malata ed ora, mentre osservo il bellissimo ragazzo dormiente al mio fianco, non penso ad altro che alle parole di ieri sera. Mi sembra irreale il fatto che Harry stia, di fatto, iniziando ad aprirsi un po' di più con me. Come al mio solito lascio un bacio sulla sua fronte coperta da alcune ciocche di capelli e mi alzo, magari mettere qualcosa sotto ai denti lo farà riprendere del tutto.

Verso le dieci, ho tutto pronto e credo di aver sentito Harry alzarsi, quindi finisco di lavare l'ultima posata e mi siedo al bancone. "Buongiorno." Sorrido lievemente. "Sei ancora qui." Dice sorpreso. "Sì, non me la sentivo di andare a lavoro oggi." "Oppure non volevi lasciarmi solo." "Anche." Dico, avvicinandogli un piatto pieno di pancakes e sciroppo d'acero. "Grazie." Annuisco e addento il mio pezzo di toast con la nutella. "Oggi hai da fare?" chiedo. "Perché?" mi guarda accigliato. "No, nulla." Accenno un sorriso veloce per poi voltarmi e poggiare il piatto vuoto e la tazza dentro al lavabo. "Avrei solo una richiesta da farti." Parla. Non mi volto, aspetto solo che continui e so benissimo che non mi piacerà affatto cosa ha da dire. "Vorrei che non mi dicessi più quelle cose." Il piatto che fino a pochi secondi fa tenevo in mano scivola dalla mia presa scontrandosi con la superficie del lavabo causando un tonfo. "Cose." Ripeto. Le mie labbra rilasciano una risata isterica mentre mi volto nella sua direzione, poi ancora un'altra risata, una più forte. "Tu sei esilarante." Lo guardo, dopo aver smesso di ridere. Harry rimane immobile, mentre mi guarda leggermente seccato. "Mi impedisci di starti accanto, mi impedisci di parlarti e adesso mi impedisci pure di amarti. Sono davvero colpita!" esclamo avvicinandosi. "Stavolta mi hai veramente sorpresa, dico sul serio." Porto una mano al petto. "Stai esagerando." Dice serio. "Oh, io starei esagerando!" alzo il tono di voce. "Sai cosa? Stavolta sono io che me ne vado Harry, con la differenza che non tornerò più. Infondo lo sapevamo entrambi che sarebbe finito tutto prima o poi. Mi dispiace moltissimo per te e per tua madre che ci sperava ancora." Dico. Sono furiosa con lui eppure tutto quello che vorrei fare adesso e abbracciarlo e baciarlo, dirgli che andrà tutto bene, ma non posso. "Non capisco cosa diamine ci sia di sbagliato in me. Te lo giuro, Harry. Cado una volta, mi rialzo e poi cado di nuovo sempre sullo stesso scalino." Non perdo tempo nemmeno a guardarlo, mi avvio solo in camera sua dove mi rivesto. Quando torno in cucina lui è esattamente dove l'ho lasciato. "Ti ho chiesto di non dirmi più quelle cose, non di andartene." "E io ti chiesto di fidarti di me, non di pugnalarmi almeno trenta volte nell'arco di dieci minuti, eppure..." "Ti auguro veramente il meglio. Spero tu possa trovare qualcuno in grado di farti stare bene e che riesca a farti superare il grande ostacolo della tua vita, tuo padre. Ciao, Harry." Detto ciò, non ho il tempo di sentire una sua risposta – se solo me l'avesse data – perché sono già fuori da casa sua, diretta verso la prima metro.

*

Non ho spiegato niente a Kevin e Amber, loro hanno già capito tutto e non hanno chiesto, questo mi va più che bene. Ho imballato le poche cose che avevo al monolocale due giorni fa finendo in tempo record e oggi dopo aver finito il turno, finalmente potrò passare la mia prima notte – da sola – nella mia nuova e bellissima casa. "Tami, ci pensi tu alla cassa? Io ho appena finito." Chiedo alla ragazza. "Sì, ci penso io. Beata tu che vai a casa." Sospira lei. "In realtà mi tocca fare prima la spesa, poi forse riuscirò ad arrivarci." "Buona fortuna allora." Sorride lei. Accenno un sorriso anche io e dopo aver salutato il resto dei miei colleghi, esco fuori. L'aria fresca di Londra mi accarezza il viso mentre decido di avviarmi verso la macchina e raggiungere il primo supermarket aperto. Quando entro, giro tra i vari scaffali comprando delle scatolette di tonno, una lattina di olive rigorosamente snocciolate, carni varie e affettati. Prendo pure del pane, delle patatine e una confezione di caffè al ginseng che amo tanto. Osservo disgustata il preparato per pancakes e passo avanti. L'unico dilemma al momento è biscotti al cioccolato o ai cereali e frutti di bosco? Beh, non devo piacere a nessuno quindi fanculo, prendo quelli al cioccolato. "Non lamentarti di essere grassa dopo." Deglutisco, riconoscendo la voce alle mie spalle e dopo aver preso un profondo respiro mi volto. "Me ne farò una ragione." Parlo freddamente per poi posare i biscotti nel carrello e allontanarmi. "Ti sei trasferita?" domanda Harry. Mi costringo a non urlare e annuisco. "Adesso devo andare. Buona serata." Poi mi allontano il più velocemente possibile. Perché deve essere ovunque io vada? Beh, idiota, abitati non molto distanti. Oh, fanculo. Mi affretto a pagare alla casa non appena noto la sua figura ferma dietro ad un signore anziano e dopo aver afferrato i vari sacchetti, esco all'aria aperta, pronta a raggiungere la macchina. 

Me: Ecco..................................... a voi i commenti

Smash Into You || H. S. || A.U.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora