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Nel momento in cui la donna si avvicina alla porta seguita da Harry, i miei piedi percorrono velocemente la superficie del pavimento diretta verso il bagno. Chiudo la porta alle mie spalle e lascio uscire fuori le lacrime trattenute qualche secondo fa. So di essere troppo sensibile a riguardo, ma mia madre mi manca moltissimo e averla persa durante l'età più critica della mia vita, non aiuta affatto. Harry è parecchio fortunato ad avere una madre del genere, è dolce, comprensiva e mi ricorda fin troppo la mia. Un lieve bussare attira la mia attenzione. "Alex, sei lì dentro?" "No." Rispondo. "Apri la porta." Ordina. Mi affretto a fare come mi dice perché sono sicura che se insistesse, distruggerebbe la porta. "Hai pianto?" mi guarda stranito. "No." Mento. "Alex." Sospira. "Okay, sì, va bene? Mi dispiace." Sbuffo. "Perché stavi piangendo?" chiede. "È stupido, davvero. Non importa." Cerco di sviare il discorso. "Parla." Sbuffa. "È solo che tua madre mi ricorda tanto la mia, hanno lo stesso carattere." Dico non riuscendo a guardarlo negli occhi, mentre un'altra lacrima sfugge dai miei occhi. "Non è stupido." Dice afferrando la mia mano. "Lei è morta quando avevo tredici anni, mi ha lasciata da sola così presto." Piango, non importandomene più nemmeno di star singhiozzando come una bambina di fronte a lui. "Da bambina ero davvero troppo timida e mi prendevano tutti in giro, mia madre era l'unica amica che avevo." Singhiozzo. "Non avevi nessuno a scuola?" domanda. "No, nessuno. Una volta tornai a casa in lacrime dicendole che tutte le mie compagne erano state invitate al pigiama party di Clare mentre io no e lei mi disse che avremmo fatto un pigiama party migliore del loro. Riusciva a farmi sorridere e adesso mi manca così tanto." Alzo lo sguardo ormai completamente bagnato dalle centinaia di lacrime. "Sono certo che era bella tanto quanto te." Dice. "Di più. Mia madre caratterizzava la classica neozelandese ed era amata da tutti nel nostro quartiere. Era bella come il sole, Harry." "Vieni qui." Mi fa avvicinare a lui per poi stringermi in un abbraccio. Il primo di sua spontanea volontà da quando ci conosciamo.

 Il primo di sua spontanea volontà da quando ci conosciamo

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"Grazie." Bisbiglio sul suo collo. "Ci vuole coraggio a stare con mia madre, quando parla non la smette più." Dice facendomi sbuffare una risata. "È adorabile." La difendo. "Solo perché ti adora." Borbotta lui tra i miei capelli. Minuti di silenzio riempiono la stanza, si sentono solo i rumori dei nostri respiri. Non mi importa di nient'altro se non di stare qui, tra le sue braccia, immobile. "Mi sto prendendo cura di te veramente?" chiede cogliendomi di sorpresa. "Che cosa?" "Ieri notte mi hai ringraziato dicendomi che mi sto prendendo cura di te." Dice. Rimango in silenzio, non sapendo bene cosa dire. "È vero." Non mi resta altro che dire la verità. "Come?" "Tu non hai idea di cosa significhi sapere che c'è qualcun'altro oltre alle solite persone che si preoccupano per te. Magari non sarai di molte parole, ma riesci comunque a farmi sorridere." Parlo. "Ti prenderei a schiaffi per la maggior parte del tempo, è vero, ma alla fine sei l'unico che mi tiene testa e mi sostiene quando ho crolli come questo." Continuo. "Forse non riuscirai mai ad aprirti con me o ad aprirti in generale alle tue emozioni e forse un giorno non ci parleremo più, ma avrò sempre un bel ricordo di te." Dico. Harry si stacca dalla mia presa, allontanandomi leggermente e mi osserva. "Non commettere l'errore più grande della tua vita." Parla per poi uscire dalla stanza. "L'ho già fatto." Bisbiglio a me stessa ormai sola. 

Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now