15.

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Se pensavo di ritrovarmi sul pavimento di casa mia mezza nuda e pieni di lividi in uno stato a dir poco pietoso? No, direi proprio di no. Trevor è andato via da un bel po' ormai e io non sono ancora riuscita ad alzarmi dal pavimento. Ho riservato tutte le lacrime che mi rimanevano, ho urlato e graffiato il mio corpo perché quel lurido verme è riuscito di nuovo nel suo intento. Due volte. Due volte ha abusato del mio corpo. Due volte mi ha uccisa. Due volte più grande è la mia voglia di farla finita.

Sono quattro giorni che non esco di casa, che non vado in palestra e ignoro le chiamate di Kevin, Amber e Oliver. Sono quattro giorni che sono ferma su questo pavimento, puzzo e mi trovo veramente in uno stato pietoso, ma non importa. Il punto è che io una ragione per continuare a vivere non ce l'ho più. I miei valori sono volati nel cesso, mia madre mi ha lasciata e sto rovinando la vita di Kevin e Amber... sono completamente sola.

Al quinto giorno, mi alzo dal pavimento, mi faccio una doccia ed esco di casa. Non lo so come o dove la trovo la forza di entrare in metro e arrivare in palestra, ma ci riesco. Non so nemmeno come faccio ad arrivare di fronte all'ufficio di Oliver, sinceramente ma entro incurante delle voci all'interno. "Alexandra!" esclama Oliver alzandosi di scatto. I miei occhi si riempiono ancora una volta di lacrime e scoppio in un pianto sommosso non appena le sue braccia si stringono attorno al mio corpo. "Oh mio Dio, Alex. Cosa è successo, tesoro?" mi accarezza cercando di farmi calmare. "Voglio denunciarlo. Ti prego, aiutami." Singhiozzo. "Trevor?" chiede. Annuisco piangendo sempre più forte. "Harry chiama Kevin, lo trovi in rubrica. Sbrigati per favore." Istruisce Oliver. Il mio sguardo saetta sul moro che adesso è concentrato a chiamare e scuoto la testa: schifo. Mi faccio solo schifo. "Voglio morire, Olly." Sussurro. Oliver si pietrifica sul posto e l'istante dopo mi scuote le spalle, ma io non reagisco. "Ti giuro che lo ammazzo, Alex. Lo ammazzo quel figlio di puttana." Parla. "Lo ha fatto di nuovo." Mormoro piangendo. "Che cosa?!" urla alzandosi. "Dammi il cellulare, Harry." Dice poi allontanandosi. "Sì, salve. Vorrei denunciare una persona." Parla e dopo di questo non sento più nulla, perché sono già crollata sul pavimento del suo ufficio.

*

Quando apro gli occhi la prima cosa che vedo è bianco: tutto intorno a me è bianco. Realizzo dopo poco che mi trovo in una stanza d'ospedale e qualcuno sta stringendo la mia mano. "Alex." Sorrido lievemente quando riconosco Amber. "Ehi." Gracchio a causa della gola secca. "Come ti senti?" chiede. "Bene, ho un po' di sete però e anche fame." Rispondo. "Adesso mando Kevin a comprarti qualcosa, prima però lo avviso che sei sveglia." Mi sorride. "Aspetta, da quanto sono qui?" "Da ieri mattina, hai dormito per più di ventiquattro ore." Risponde. "Oh, wow." "Sto arrivando, non riaddormentarti, eh." Scherza. Qualche minuto dopo la porta si apre di scatto e Kevin corre nella mia direzione con le lacrime agli occhi. "Tu non hai idea dello spavento che ci hai fatto prendere, Alex!" esclama abbracciandomi così forte da farmi mancare il respiro. "Mi dispiace. Ti voglio bene." Sorrido lievemente. "Non farlo mai più, ti prego. Sono quasi morto." Sussurra tirando su col naso. "Sto meglio. Voglio solo uscire da qui e tornare a lavoro e in palestra." Parlo. "Riusciremo ad uscirne." Dice guardandomi. È una promessa.

Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now