62.

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Ho come l'impressione che i prossimi capitoli non vi piaceranno...

62.

"Vorrei un gatto. Un bel gattino piccolo piccolo da poter coccolare quando mi va." "Dormi, Alex." Sospira Harry dandomi le spalle. "L'unico gatto che ho avuto è stato a undici anni, me lo aveva preso mia madre perché ero sempre sola in casa." Sospiro. Al suo chiaro silenzio, decido di alzarmi e prendere qualcosa da bere. Beato lui che almeno riesce a dormire. "Dove stai andando?" chiede quando sono ormai giunta alla porta. Mi avvalgo della facoltà di non rispondere ed esco fuori dalla stanza. Ogni volta che qualcosa mi riporta al ricordo di mia madre, il mio umore cambia drasticamente. Mi sento vuota, triste e soprattutto sento la sua mancanza. Mi manca il profumo di mia madre, le sue trecce e l'aroma di pesca che avvolgeva tutta la casa quando spolverava i mobili e comprava quello stupido deodorante per gli ambienti. Un giorno spero di diventare come lei: forte, coraggiosa, solare e con tanta voglia di vivere perché mia madre era così. Anche dopo una brutta giornata, anche senza corrente elettrica e con due soli yogurt in frigo, mia madre riusciva a rendere tutto migliore, riusciva comunque a trasmettermi positività, riusciva a rendermi felice. L'avevo vista solo una volta devastata, e fu quando scoprì del tradimento di Trevor. Ero tornata a casa e l'avevo trovata con delle pasticche in mano, sonniferi credo, poi mi aveva vista e aveva fatto finta di niente. Lei non ce la faceva più. Troppi pesi sulle spalle, troppo sola per continuare a sopportare tanto dolore. "Ho solo un po' di mal di testa, tesoro." Aveva sussurrato tra le lacrime. Il giorno dopo ricordo di esserla andata a svegliare a letto, le avevo preparato una colazione a basi latte e cereali, solo che quando l'avevo toccata il suo corpo era davvero gelato. Avevo chiuso la finestra e mi ero distesa accanto a lei, mentre la consapevolezza che non avrei rivisto più i suoi occhi blu inizia a farsi spazio nella mia mente. Quindici anni e già orfana. Quindici anni è già con il peso sulle spalle di una donna adulta.

Mentre osservo le macchine muoversi frenetiche per le strade buie di Londra, piccole lacrime mi bagnano il corpo, ma io sono troppo stanca persino per nascondere la mia debolezza. "Alexandra." Deglutisco, non essendo pronta ad affrontarlo. La sua mano tocca la mia spalla e istintivamente porto la mia sopra la sua. "L'ho trovata io... mia madre." Tiro su col naso. La presa di Harry si fa più forte sulla mia spalla, poi si siede dietro di me, portando il mio corpo più vicino al suo. "Scusami, non faccio altro che piangere e lagnarmi e-" "Anche io ho trovato mio padre morto." Il mio corpo si gela, sono pietrificata. "Si è impiccato per i troppi debiti." Respira lentamente sulla mia spalla, mentre tortura il mio mignolo con la sua mano. A tali parole è come se stessi per svenire.

"H-hai cercato di impiccarti?" balbetta per poi alzarsi dal letto improvvisamente. I miei occhi scattano subito sul suo viso ormai lontano da lui e, ancora una volta, annuisco confermando. "Ho bisogno di un po' d'aria." Deglutisce per poi afferrare la chiave della stanza e chiudersi la porta alle spalle, lasciandomi sola per la seconda volta in poche ore.

Ricordo la sua reazione. Ricordo la paura nei suoi occhi e la preoccupazione. Fremeva.

"Non provarci mai più. Mai." Aveva mormorato al mio orecchio. Scie di brividi riempiono il mio corpo, costringendomi ad avvicinarmi un po' di più a lui.

Il respiro di Harry aumenta, facendosi sempre più irregolare e questo mi porta a voltarmi allarmata nella sua direzione. "Harry, ehi." Prendo il suo volto fra le mani, capendo perfettamente quello che sta per succedere: un attacco di panico. I suoi occhi mi guardano spaventati così mi sbrigo ad alzarmi e prendere subito dell'acqua dal frigo per poi tornare da lui. "Vieni qui, distenditi." Lo aiuto a farlo distendere sul pavimento con la testa sul mio petto. "Sono qui, sono qui." Ripeto accarezzandogli il volto mentre con l'altra mano cerco di smuovere un po' d'aria. Harry è sudatissimo e accaldato e questo mi fa andare ancora più nel panico. "Respira con me, Harry. Avanti, uno... due.." tenta di fare come gli dico, ma non ci riesce e lo capisco, capisco che si senta oppresso, ma deve provarci. "Ancora una volta, ti prego." Lo guardo, respirando piano con lui. "Sì, così... bravissimo." Sorrido lievemente notando i suoi sforzi. Dopo alcuni minuti, Harry sembra stare meglio e quando mi indica l'acqua, sospiro sollevata. Lo aiuto a sorseggiare un po' d'acqua e poi mi sbrigo a prendere uno dei cuscini del divano e poggiarlo sotto alla sua testa. Harry mi guarda con i suoi occhi ipnotici e io non posso far altro che esprimere i miei sentimenti ancora una volta ad alta voce, proprio di fronte a lui. "Ti amo, mi hai fatto prendere uno spavento enorme." Mi abbasso all'altezza del suo viso e lascio un piccolo bacio sulla sua fronte sudata. Rimaniamo così per quelle che sembrano essere ore, ma in realtà sono solo pochi minuti. "Voglio tornare a letto." Mormora il moro. "Certo, andiamo." Lo aiuto ad alzarsi una volta sentito meglio e pian piano lo conduco fino alla camera dove si distende cautamente. "Riposati, ci sono io qui." Sussurro tra i suoi capelli mentre osservo i suoi occhi chiudersi pian piano. 

Smash Into You || H. S. || A.U.Donde viven las historias. Descúbrelo ahora