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Il mattino successivo quando arrivo a lavoro, la tazza di Amber si frantuma al suolo e il pugno di Kevin si schianta sul bancone. Per mia fortuna non c'è ancora nessuno al bar, nemmeno il capo, almeno avrò il tempo di sistemarmi. "Ce l'hai del fondotinta?" gracchio, la gola secca e gli occhi gonfi.

Quando alle due e mezza finisco il mio turno, prendo la metro e mi dirigo in palestra. Per quanto io abbia cercato di nasconderlo, lo zigomo è segnato da un livido violaceo più che evidente e il labbro da una piccola spaccatura proprio al centro. Fa male quando parlo, tira, ma non posso farci molto. Per le tre e un quarto arrivo in palestra e, non appena fatti soli cinque passi, gli occhi di tutti sono già puntati su di me. Spero solo che pensino sia una dura, piuttosto che una che le prende. "Alex!" Oliver esclama avvicinandosi. Il suo sorriso si tramuta in uno sguardo shockato nel momento in cui si fa più vicino e nota il grande livido presente sul mio volto. "Dove sono gli spogliatoi?" domando, cercando di sorridere. "Proprio alla tua destra." Sorride lievemente. "Bene, grazie. Ti chiamo se ho bisogno di aiuto." Detto questo, mi allontano verso gli spogliatoi.

Alcuni ragazzi non hanno fatto altro che guardarmi durante i miei venti minuti di tapis roulant e questo mi ha dato parecchio fastidio, ma del resto, sono nuova ed è normale che facciano una radiografia completa. Credo. Per le sei sono già fuori dalla palestra, pronta per l'incontro con i proprietari del monolocale in cui presto andrò a vivere.

Con la metrò ci metto un po' ad arrivare, così non appena arrivata faccio una piccola corsa per arrivare proprio di fronte al palazzo in cui è presente il monolocale. "Ciao, Alexandra, giusto?" si avvicina una bionda. "Ehm, Mary, vero?" "Proprio io." Sorride lei. "Ciao, piacere. Scusami per il ritardo, ma la metrò andava a rilento oggi." Sospiro. "Ma no, figurati. Marco non è potuto venire per un impegno, ma almeno io ci sono. Vieni, entriamo." Oggi è la seconda ed ultima volta che lo vedo, dopo dovrò dare una risposta definitiva.

Il monolocale si trova al terzo piano del palazzo, per mia fortuna c'è l'ascensore e questo è un punto in più. Quando entriamo, alla mia destra ricordo il bagno: piccolo, piatto doccia e deliziose mattonelle blu. A seguire proprio di fronte a me due tavolini collocati in modo diverso tra di loro, la cucina con i vari scaffali e un microonde incorporato e infine un letto a due piazze con accanto un semplice comodino e una lampada. "Come vedi è già svuotato, adesso non resta che a te scegliere se vuoi riempirlo con le tue cose o meno." Mi sorride cordiale Mary. Mi avvicino alla finestra, notando la meravigliosa vista che la prima volta mi ha colpito più di tutto e sospiro. "Lo prendo." Sorrido. "Fantastico!" esclama. "Dunque, il primo mese d'affitto non lo paghi perché è il nostro benvenuto e credo che tu ne abbia già parlato con Marco." Dice. "Sì. Umh, avevamo stabilito che se mi fossi trasferita avrei pagato subito i primi nove mesi d'affitto." Aggiungo. "Oh, questo deve averlo tralasciato, ma ovviamente non è un problema." Annuisce. "Bene, ti lascio un assegno allora. Quando posso venire qui di preciso?" domando. "Anche domani o la settimana prossima, quando più ti piace. È già libero." Sorride dolcemente lei. "Fantastico. Grazie mille." Annuisco felice. "Ti lascio sola allora, eccoti le chiavi e qui ci trovi il mio numero in caso d'emergenza." Dice la bionda cedendomi le chiavi e un bigliettino, mentre io invece stacco un assegno di seicentosettantacinque sterline. E con quelle chiavi in mano, avevo appena aperto la porta alla mia libertà.

Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now