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Per l'una e mezza arriviamo a Stafford, più di preciso al The Swan Hotel che dista esattamente sei minuti dalla PureGym Stafford da come c'è scritto nel navigatore. "Harry." James, il suo manager/allenatore lo saluta. "Salve." Mi sorride. "Piacere, Alexandra." Lo saluto cordiale. "Sì, so chi sei." sorride sapiente. Mi avrà sicura vista agli incontri. "A che ora stasera?" chiede Harry annoiato. "Alle dieci, sii puntuale." Risponde. "Come se non lo fossi. A stasera, James." Lo saluta per poi farmi cenno di entrare. Col suo borsone in spalla lo vedo parlare con un ragazzo più o meno della mia età che si affretta ad annuire e digitare qualcosa sul suo computer. Mi avvicino osservando il suo nome sulla targhetta: Tom è così che si chiama. "Salve, posso aiutarla?" mi guarda piuttosto interessato. Confusa dal suo approccio non so proprio che rispondere. Non sa che sono con Harry? "Non penso e adesso muoviti a darmi la chiave." Parla Harry fissandolo accigliato. "Oh, io- mi d-dispiace non sapevo che-" "Ti muovi?" lo riprende rudemente Harry. "Harry." Mormoro leggermente, afferrandogli una mano che lui si affretta a stringere. "Ecco a voi signori, stanza 56C, a terzo piano infondo al corridoio." Balbetta Tom guardandomi. "Guarda che la faccia è qui." Dice Harry facendomi sbuffare una piccola risata. Di certo sa come farsi riconoscere anche fuori Londra. Afferra la chiave magnetica e mi fa cenno di seguirlo. Rido, spintonandolo leggermente mentre il suo braccio avvolge le mie spalle in una sola facendo accelerare i battiti del mio stupido misero cuore ormai completamente pazzo di lui.

La camera è davvero deliziosa per un semplice hotel a tre stelle. Il letto è posizionato proprio al centro della stanza, il bagno si trova a sinistra e una poltrona è posizionata accanto alla piccola tv a schermo piatto. C'è pure un armadio vicino al letto e un piccolo tavolo munito di una sedia e un semplice mazzo di fiori sopra ad esso. I muri sono ricoperti da semplice vernice bianca e ricami dorati, il bagno invece è di un azzurro chiaro che fa pendant con i sanitari blu. Le cose che più amo sono le piccole piastrelle blu, azzurre e bianche all'interno della doccia e la vista che offre la camera. Siamo a terzo piano, eppure sempre di stare al quinto... "Hai fame?" chiede Harry uscendo dal bagno in soli pantaloncini. "Un po' e mettiti un paio di calzini o sporchi le lenzuola." Rispondo indicandogli i piedi sprovvisti di calze o semplici ciabatte. "Sento caldo." Sbuffa per poi iniziare a ordinare del normale servizio in camera. Rispondo ad un paio di SMS da parte di Amber e Oliver e poi poso il cellulare sul comodino. "Vado a farmi una doccia mentre aspettiamo, è okay per te?" chiedo. Harry annuisce lanciandomi uno sguardo ancora alle prese con l'ordine.

Apro l'acqua facendola riscaldare e mi sbrigo a disfarmi dei miei vestiti. Anche se non sono sudati e li ho messi un paio di ore fa, mi sento appiccicosa e una bella rinfrescata è quello che ci vuole. Velocemente entro all'interno del box e mi posiziono sotto al soffione, l'acqua scorre tranquillamente sul mio corpo mentre io sospiro sollevata e bagno meglio i capelli. Prendo il bagnoschiuma e ne verso un po' sui palmi delle mani, poi comincio a passarlo su collo, spalle e braccia. Il profumo dolce di Argan mi invade i sensi e non posso far altro che rilasciare un altro sospiro di sollievo. Dopo aver insaponato l'intero corpo, prendo il mio shampoo preferito – rigorosamente al lime – e comincio a massaggiare la cute sentendo formare la classica schiuma abbondante. La porta del bagno viene aperta e ne deduco che sia proprio Harry essendo l'unica persona oltre a me a stare qui dentro. "Non ricordavo se mangiassi tonno, così ti ho preso un tramezzino al pollo e un semplice piatto di pasta al sugo. Va bene?" chiede, intento a sciacquarsi le mani. "Perfetto, grazie mille." Parlo, sputacchiando di qua e la a causa della schiuma adesso arrivata alle mie labbra. "Ma che stai facendo?" domanda. Sputacchio ancora una volta e poi riprendo a parlare "Schiuma." "Hai finito almeno? Il pranzo sta arrivando." Apro di poco l'anta del box doccia e gli faccio cenno di passarmi un' asciugamano, poi esco definitivamente sospirando. "Che caldo che fa qui dentro." "Sai com'è, hai consumato tutta l'acqua calda." Mi guarda sospettoso. "Non è vero! E adesso esci." Esclamo difendendomi. "Perché, ti vergogni?" si avvicina pericolosamente a me. "Certo che no, ma se non esci, mi farai perdere tempo e sai già che io sono lenta di mio." Sbuffo. "Non posso darti torto. Sbrigati." Detto questo, si allontana da me per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle. Saranno tre lunghi giorni...


Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now