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Il mattino successivo fui costretta ad aprire gli occhi verso le cinque del mattino a causa di una chiamata persa da Amber e due messaggi sempre suoi.

Da Amber: Che palle!!!!!!! Non rispondi mai!

Da Amber: Comunque oggi Monet's rimane chiuso, problemi di tubature. Buonanotte! Xx

Dopo aver letto i messaggi con tanto di foto allegata e aver osservato il volto rilassato di Harry al mio fianco ero ritornata a dormire beata, consapevole di non dover prendere nessuna stupida metro o discutere con qualche cliente.

Sono le nove quando mi sveglio di nuovo e in modo definitivo. Indosso slip e reggiseno e una mia vecchia maglia con dei pantaloni di tuta, poi comincio a preparare la colazione. Non so se dovrei svegliare Harry, ma se avesse avuto qualcosa di importante da fare in mattinata, avrebbe messo una sveglia no? Ritorno a versare il caffè in una tazza e mi poggio sul ripiano per poi iniziare a vedere piccoli movimenti da parte di Harry, segno che si sta svegliando. "Buongiorno." Dico quando noto che è ormai sveglio e seduto sul materasso. Mi guarda stranito e ritorna disteso per poi sbadigliare. "Credevo fossi a lavoro." Parla e cavolo, la sua voce. Oh mio Dio, la sua voce di prima mattina è qualcosa di meraviglioso, tutta calda e lenta e sensuale e- okay, basta così. "Problemi con le tubature." Rispondo mentre lo osservo alzarsi dal letto infischiandosene di essere completamente nudo davanti a me. "Caffè?" domando sbattendo ripetutamente gli occhi mentre un lieve rossore inizia a diffondersi su tutto il mio viso. "Sì, grazie." Risponde intento a rivestirsi. Poggio la sua tazza sul tavolo e aggiungo i pancakes che io ho già addentato tra una preparazione e l'altra. "Direi che allora possiamo andare in palestra." Dice sedendosi su una delle sedie libere. "Che cosa?" quasi mi soffoco con la mia stessa saliva. "Non vedo dove sia il problema. Sei libera, possiamo benissimo proseguire con l'allenamento." Spiega. "Non mi va." Mi lamento. "Bene, vorrà dire che allora ti presenterai alle tre in palestra e tornerai a casa con l'ultima metrò, quella delle otto e quarantacinque. Perfetto, no?" dice sarcasticamente. "Stai scherzando vero?" lo guardo male. "Affatto." Risponde. "Ma se vengo adesso poi ho il pomeriggio libero, giusto?" chiedo. "Certo." "Allora vengo solo se mi lasci guidare la tua auto." Dico fiera della mia condizione appena esposta. "No, lo hai già fatto ieri sera." Ribatte. "Dai, per favore! È la mia unica possibilità di guidare la macchina dei miei sogni." Sbuffo lamentandomi. "Questo non significa che ogni volta che ci vedremo tu potrai guidare la mia auto." Dice alzandosi per poi dirigersi nuovamente verso il letto e iniziare a vestirsi. "Ti prego, ti prego!" lo supplico. Sospira rimanendo in silenzio e io lo prendo come un 'sì'. Velocemente mi sbrigo a prendere dei leggins e un top per poi dirigermi in bagno a cambiarmi e sciacquarmi il viso.

*

"Allora, cosa vuoi fare per il tuo compleanno?" chiede Kevin masticando una patatina fritta. "Che dovrei fare, scusa?" lo guardo in attesa. "Sai com'è, durante i compleanni di solito si fanno le feste con gli amici, i regali, la torta e tutte quelle cose che non immagini nemmeno..." risponde sarcasticamente. "Simpatico." Alzo gli occhi al cielo. "Avanti, non dirmi che non vuoi festeggiare!" esclama infastidito. "Anche se fosse?" "Ascolta, che ti piaccia o no, fra una settimana è il tuo compleanno e giuro che non avrai il nostro regalo mega galattico se non festeggerai." Kevin e Amber – compreso Oliver – mi parlano del mio regalo da mesi e sono serissimi a riguardo. "Ancora non volete dirmi di che si tratta?" sbuffo. "E mai lo saprai se noi non avremmo la nostra festa. Fidati, è roba grossa, ti converrà iniziare a ringraziarci già da adesso." Ride il moro. "Inizi a spaventarmi. Kevin, non voglio niente di costoso." L'avverto. "Come se ti dessi ascolto. E comunque, potresti festeggiare al The Mayflower, no? È carino, conosci il posto e sai che si mangia bene." "Compio ventun'anni, che sarà mai?!" sbuffo. "Ti darò tre motivi, nemmeno uno." Dice serio Kevin. "Ti ascolto." Lo guardo in attesa. "Per prima cosa ventun'anni è l'età legale per poter bere in America. Secondo, non festeggi dai tuoi diciotto anni e terzo, ma non meno importante, questa festa segna la tua libertà. Allora, adesso festeggi sì o no?" mi osserva soddisfatto. "Puoi contarci." Sorrido felice.


Smash Into You || H. S. || A.U.Where stories live. Discover now