67. La Guerra: Buon compleanno, mamma.

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"Appena finito il settimo anno, sapevo di dover prendere una decisione." Andromeda parlava, e nel silenzio che regnava a tavola, ognuno era in ascolto.

"Così io e Ted abbiamo pensato di trasferirci provvisoriamente a casa dei suoi, - persone davvero adorabili i Tonks, Sirius. Te li presenterò, un giorno di questi. - poi però..." lo sguardo della donna si posò su sua figlia, che intanto pastrocchiava con la cena, mentre nessuno le dava retta. "...sono rimasta incinta, e ho capito che la possibilità di ritornare a casa era esclusa, ormai. Così ne abbiamo comprata una tutta nostra, nello stesso quartiere dove abitano i genitori di Ted."

"Mi dispiace non aver avvertito nessuno... ma è successo tutto così in fretta..." Andromeda parlava rivolgendosi a tutti, ma Liv sapeva che infondo, le scuse erano per Sirius, che infatti agitò la mano con non curanza verso la cugina, accennando ad un sorriso.

"È tutto ok, Dromeda. Sono contento che tu sia felice."

"E invece," bevve un sorso d'acqua e si caricò di apparente entusiasmo. "Che è successo dalle vostre parti?" sorrise, e i Malandrini si scambiarono delle occhiate.

"Non saprei da dove cominciare." ribatté James, inspirando profondamente.

Alla fine le raccontarono quasi tutto. Tranne le varie bravate, ovviamente; non volevano rischiare di nuovo di litigare con Euphemia per errori commessi a sedici anni.

Parlarono delle loro situazioni amorose, - Andromeda sembrò festeggiare internamente quando apprese la notizia del fidanzamento di James e Lily -, le raccontarono delle estati passate, degli esami, i corsi di materializzazione, le partite di Quidditch; James insistette a raccontare persino la serata in piscina a casa delle due ragazze babbane dal punto di vista di Sirius, e di quello che gli aveva bisbigliato quando Liv si era presentata in costume -.

La ragazza sorrise quando incontrò lo sguardo di Sirius, rendendosi conto di quanto l'attrazione che lei provava per lui era sempre stata ricambiata. Decise che lo avrebbe preso in giro, più tardi, quando sarebbero rimasti di nuovo soli.

Finito di cenare, e dopo aver sparecchiato brevemente con l'aiuto delle loro bacchette, uscirono tutti all'aperto, Sirius e Andromeda in testa, intenti a tirare fuori la moto dal capannone.

La donna era sembrata subito entusiasta, quando il cugino le aveva raccontato del suo regalo per i diciassette anni.

Ritornarono poco dopo, il ragazzo che portava con se la due ruote, guidandola per il manubrio, e Andromeda al suo seguito, con i caschi che appartenevano a Sirius e Liv tra le braccia.

Messo in moto il motore, Sirius salì in sella, sistemandosi il casco in testa in attesa che la cugina salisse dietro di lui.

Andromeda sfilò il laccio che le teneva la chioma acconciata in uno chignon morbido e liberò i lunghi capelli ondulati sulle spalle; poi si infilò il casco, ridendo per l'entusiasmo.

Sirius accelerò, e in pochi istanti, eccoli sparire dietro l'angolo del cancello, Andromeda con le braccia al vento e suo cugino con un sorriso stampato sulle labbra.

I Malandrini lasciarono sedere Ted con la bambina, Fleamont ed Euphemia sui divanetti, mentre loro presero posto sugli scalini della veranda, sapendo che sarebbe passata almeno una mezz'ora prima di rivedere i due sulla strada del ritorno.

Prima di uscire, Sirius aveva confidato a Liv e a James che intendeva raccantare il resto dei fatti ad Andromeda, compreso il motivo della sua permanenza dai Potter, e la verità su l'allontanamento di Regulus.

Come previsto, trenta minuti dopo, rieccoli varcare spediti l'entrata del Potter Manor, girando direttamente verso il capannone.

Andromeda li raggiunse per prima, e malgrado le notizie apprese, stava sorridendo.

"Va' da lui, se vuoi." mormorò a Liv, quando i loro sguardi si incontrarono.

Liv annuì e si allontanò rapidamente, mentre la donna prendeva tra le braccia sua figlia e iniziava raccontare il giro che aveva appena fatto.


La luce all'interno del capannone era accesa, e la porta era stata lasciata aperta; dall'interno si riuscivano a sentire alcuni rumori metallici.

"Ehi." Sirius si voltò verso di lei e sorrise, porgendole la mano.

Liv la accettò e si lasciò tirare per un fianco in un abbraccio.

"Va tutto bene?" chiese, stringendogli le spalle.

Sentì il ragazzo annuire, poggiando il mento nell'incavo del suo collo, e lasciando un dolce bacio nello stesso punto.

"Con Dromeda tutto apposto. Volevo te." Liv si ritrovò a sorridere, e si tirò un po' in dietro per riempire di baci il ragazzo, che ad un certo punto, si ritrovò a sorridere di rimando.

Tornarono stringendosi ancora mano nella mano, e James li raggiunse con una piccola corsetta eccitata.

"Pads." sussurrò, scoppiando in un sorriso. "È mezzanotte."

Sirius intese immediatamente quello che il suo migliore amico intendeva dirgli, e dopo aver detto a Liv di raggiungere gli altri, lui e James entrarono in casa.

Liv si sedette su uno dei divanetti accanto ad Andromeda, e l'ingresso della casa catturò la sua attenzione, poco dopo, proprio quando un bagliore giallo la illuminò.

Sirius uscì per primo, poi James, con una torta al cioccolato tra le braccia.

Liv si guardò intorno, e vide che le sopracciglia fi Euphemia si sollevarono leggermente.

"Tanti auguri a te..." "Tanti auguri a teee!" Sirius e James intonarono una canzoncina, e quando lo notarono, Fleamont, Ted, Andromeda, Remus e Lily si unirono a loro.

"Oh, ragazzi miei..." Euphemia si portò una mano sulle labbra, e la sua voce
si incrinò leggermente. "...che cari, non dovevate!"

James adagiò la torta sul tavolino davanti ad Euphemia, con il sorriso che si allargava sempre di più.

"È stato Sirius a comprarla. È tutto merito suo."

Liv guardò il suo ragazzo, che improvvisamente sembrava un po' meno sicuro di se stesso, e si chiese cosa stesse pensando i quel momento; ma poi, riuscì a leggere la scritta sulla torta.

'BUON COMPLEANNO MAMMA'

E fu proprio nel momento in cui lesse la scritta, che gli occhi di Euphemia si riempirono di lacrime.

Si alzò e prese Sirius tra le braccia.

"Tesoro."

Sirius riprese a sorridere immediatamente.

"È bellissima, grazie."

Anche Andromeda piangeva. Liv si avvicinò a Sirius, e gli prese la mano nella sua.

Euphemia spense le candeline, e tutti applaudirono.

"Buon compleanno, mamma." James aprì le braccia e si fece strapazzare dai baci della madre. Anche Fleamont baciò dolcemente sua moglie.

"Auguri, Euphemia." Liv abbracciò la donna, e a turno tutti gli altri la imitarono.

Distribuirono la torta, e Sirius e James si sedettero di nuovo a gambe incrociate sul pavimento di legno.

Restarono fino a tarda notte a perdersi in chiacchiere, fino a quando Dora si riprese dal suo sonnellino e iniziò a piangere, costringendo Ted ed Andromeda a salutare tutti e ad andare.

"È stato un piacere stare con voi. Grazie per la cena, e ancora auguri di buon compleanno, Euphemia." Andromeda sorrise e poi baciò sulla guancia Sirius.

"Ci vediamo presto. Non esitare a scrivermi se me hai bisogno, ora che hai l'indirizzo di casa."

"Lo farò." Sirius sorrise, e Andromeda raggiunse Ted nella macchina.

R U mine? || sirius black Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora