61. La Guerra: Lettere di speranza.

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|| Sabato 5 luglio 1978 ||

Liv aprì gli occhi ispirando il dolce profumo di Sirius anche quella mattina.

Si erano addormentati abbracciandosi e quando aprirono gli occhi erano ancora nella stessa posizione: Sirius disteso a pancia in sù, e Liv aggrovigliata su di lui con la testa sul suo petto.

Accarezzò lentamente il viso del ragazzo, che aprì gli occhi per osservarla, sorridendo leggermente.

"Ciao." mormorò lui, con la voce assonata che Liv amava ascoltare.

"Ciao." sorrise lei di rimando, allungando le braccia per stringerle intorno al collo di Sirius.

La mattina, quando si svegliavano, cercavano sempre di godersi quei pochi minuti di tranquillità che restavano loro, prima che lui si svegliasse.

"Che ore sono?" Disse ad un certo punto il ragazzo, cercando la sveglia con lo sguardo.

Liv strisciò sul corpo di Sirius, fino ad arrivare al comodino: le 8.59

*tic-tic-tic*

Sirius e Liv si guardarono, la sveglia aveva suonato le nove.

"Oh, no."

"BUONGIORNO COGLIONI!"

"JAMES!"

"SI, SCUSA MAMMA!"

La porta della loro stanza si spalancò e il ragazzo si fermò sull'uscio con un gran sorriso.

"Cosa stavate facendo di nuovo?" James si posò le mani sui fianchi con un'ottima imitazione di Euphemia, facendo ridere i due ragazzi.

"Stavo coccolando la mia donna." Rispose teatralmente Sirius, stringendo Liv sopra di sé.

"Mhm." Prongs li guardò furtivo, poi si allontanò di poco.

"Comunque, oggi è sabato, signori... e sapete di cosa è sinonimo il sabato?" James finse un rullo di tamburi, rivolgendosi ai due.

"Di baldoria." Liv si rigirò nel letto e questa volta fu Sirius a strisciare sopra di lei.

"Esattamente! Quindi preparatevi e scendete a colazione tra cinque minuti. Io vado a svegliare per bene gli altri." Detto questo sparì, e i due ragazzi si abbandonarono ad una grossa risata.

"Sarà così ogni sabato?" Chiese lei.

Sirius alzò la testa dal petto di Liv.

"Spero per lui di no."

Dopo circa due minuti, Sirius e Liv uscirono dalla loro stanza, trovando il corridoio completamente vuoto.

"Sono scesi già tutti?" Chiese lei.

"Moony?" chiamò Sirius.

"Mh?" Remus fece capolino dalla stanza, ancora in mutande.

"Oh, Moony per favore!" Sirius coprì gli occhi di Liv con le mani.

Remus rise.

"Penso che mi abbia visto più volte in mutande di tutti voi messi insieme." Disse, infilandosi poi un paio di pantaloncini e una maglietta a caso.

Scesero le scale, e il silenzio regnava al piano di sotto.

I tre ragazzi rimasero silenziosi, ed entrarono in punta di piedi in sala da pranzo, dove Lily era seduta sul davanzale della cucina e James era incollato a lei in un bacio.

R U mine? || sirius black Where stories live. Discover now