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«sei uno schianto!» Alyssa mi fa fare un giro su me stessa per vedermi meglio. I miei boccoli ricadono sulla mia spalla e girando con i tacchi neri temo di cadere a terra.

«siamo uno schianto!» urlo entusiasta guardando Alyssa dalla testa ai piedi. I suoi capelli lisci arrivano quasi al sedere talmente che sono lunghi, e il suo vestito color bordò le sta benissimo! Mi guardo meglio allo specchio e devo dire che sono davvero uno schianto: le mie guance abbastanza rosse, l'ombretto nero che fa risaltare i miei occhi... beh non sono male! Aggiusto meglio la mia tinta di rossetto rosso per poi scendere di giù dove già c'è mezza scuola. Io e Alyssa ci facciamo largo tra ragazzi che barcollano e coppie che si sbaciucchiano, disgusto.

«sei uno schianto!» mi abbraccia Thomas. Eh già, anche lui ha ripetuto l'anno insieme a Cristian. Ricambio l'abbraccio e continua a parlare con Alyssa, sono sicura che tra loro due c'è qualcosa.
Ci dirigiamo nel salone di Alyssa e cominciano a giocare ad obbligo o verità, ma io mi tiro fuori. Dopo mezz'ora a giocare, salgo sopra in camera. Mi ero ripromessa di divertirmi, ma non ci ho voglia, non so il perché. Mi butto a peso morto sul letto e guardo il soffitto, finché la porta non si apre e appare Cristian sulla soglia.

«ti serve qualcosa?» domando alzandomi a sedere sul letto. Non risponde, continua a guardarmi così senza dire parola, finché non si siede ai piedi del letto.

«perché non sei giù?» mi guarda intensamente negli occhi.

«potrei farti la stessa domanda» incrocio le braccia al petto.

«sono venuto a vedere come stavi» ammette avvicinandosi a me.

«beh, non ti sei preoccupato per me per un anno, com'è che all'improvviso ti importa di come sto?» mi alzo dal letto senza staccare gli occhi da lui. Vorrei andarmene, ma voglio sapere cosa ha da dire.

«non è vero» stringe i denti. Scoppio in una risata isterica.

«non è vero? Beh non mi sembra che io ti abbia sentito o visto durante quest'anno» ribatto alzandomi dal letto.

«cazzo tu non...»

«ah no, ora mi fai venire» lo interrompo alzando ancora di più la voce. «mentre io piangevo, tu chissà dove cazzo eri! Non posso crederci di essermi fidata di te, di aver creduto ad ogni tua singola parola e gesto, di averti dato anche la mia verginità quando tu non la meritavi! Sei felice di essere una persona così? Di far soffrire le persone? Infondo, è stata colpa mia, ho dato fiducia alla persona sbagliata» esco dalla camera sbattendo la porta e scendo giù le scale, diritta fuori da quella villa.
Respiro l'aria fresca e già mi sento meglio. È incredibile che quel ragazzo cacci il mio lato peggiore.

«Jessica, cazzo!» Cristian si piazza davanti a me con il fiatone. Ma nemmeno si arrende?

«che cos'altro vuoi da me, Cristian? Non hai avuto abbastanza? Prendi in giro altre ragazze, non me, perché ne ho abbastanza dei tuoi giochetti» lo sorpasso ma lui mi blocca con il polso.

«Cazzo fammi parlare! Ti ho cercata ogni singolo giorno, in ogni singolo orfanotrofio! Non sapevo dove cazzo ti trovavi! Alyssa non voleva dirmi niente, e nemmeno i miei genitori! Sono andato personalmente in ogni orfanotrofio della città chiedendo di te, ma non ti ho trovata! Ho passato settimane a piangere, a pensarti.. non riuscivo nemmeno a mangiare! Avevo bisogno di te, sempre ne avrò bisogno! Porca puttana io ti amo!»

Quelle parole.. indietreggio fino ad arrivare alla strada, con le lacrime agli occhi. Non posso crederci, perché non l'ho fatto parlare? Perché devo sempre rovinare tutto?

«cazzo Jessica!» Cristian mi spinge all'indietro ed una macchina travolge Cristian, salvandomi.

———
fine capitolo 53.❤️

Un amore impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora