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pov's Jessica
«s-scusa...» borbotto chiudendo la porta. Non mi aspettavo che piangesse, beh fino a qualche minuto fa non sapevo nemmeno che avesse un cuore..

«non ti permette più!» urla da dietro la porta. Ritorno in camera e chiudo la porta alle mie spalle. Mi stendo nel letto e chiudo gli occhi.
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La mattina seguente trascorre normale. Mi alzo la mattina, mi passa a prendere Aly e ora sto seguendo la lezione noiosa di latino. Stavo scarabocchiando sul quaderno. In questo ultimo periodo non sono molto attenta alle lezioni, forse penso ad altro oppure semplicemente non mi va. Non so cosa mi prende, prima era più facile, non pensavo molto, sopratutto riguardo ad una persona, tranne i miei genitori. Mi sono sempre domandata se non ci fosse stato quell'incidente, ora dove sarei e avrei mai passato le notti a pensare ad una persona? Avrei mai incontrato una persona come Cristian? Avrei mai provato sensazioni come quelle che mi fa provare lui?

«Professore, posso andare in bagno?» domando. Risponde con un "certo" e vado in bagno. Mi salgono sempre le lacrime ogni volta che mi vengono in mente i miei genitori. Mi riprendo e torno in classe.

«da quando fai i servizi anche in bagno?» domanda Andrew Anderson, facendomi l'occhiolino, mentre mi andando a sedere. Anderson era il ragazzo che Cristian prese a botte, dopo avermi dato una pacca sul culo. Il resto delle giornata, guardo male per il resto delle lezioni Anderson. Mi ha chiaramente detto che sono una puttana, ma come si permette? È questo che si dice di me in giro? Quello che pensano tutti di me? Non mi piace che le persone mi chiamino puttana, soprattutto se non è vero. Racconto tutto ad Aly, la quale dice di lasciar perdere, ma io non ci riesco. Non so cosa ho fatto per dare questa idea, e vorrei fare qualcosa per cancellarla dalla testa di tutti. Suona la campanella del l'ultima lezione ed io corro fuori dopo aver salutato Aly. Torno a casa da sola, voglio stare un po' tra me e me. Mi piace passeggiare e pensare a qualunque cosa mi passi per la testa, che siano negative e positive. Mi piace tuffarmi in una fantasia che solo io posso conoscere, di immaginare un mondo tutto mio, decidere cosa succede e cosa no. Per tutto il pomeriggio sono rimasta chiusa in camera, non avendo nemmeno fame. Mi sento... strana. Le voci che girano su di me, Cristian che diciamo non "ricambia", ma anche se ricambierebbe non potremo mai stare insieme, mi manderebbero di nuovo all'orfanotrofio... forse è li che dovrei tornare, dall'altronde Cristian l'ha specificato fin da subito che avrebbe fatto di tutto per rimandarmi lì, forse ritornerò di mia spontanea volontà. In orfanotrofio era brutto, ma nessuno ti giudicava o ti chiamava "puttana" senza conoscerti. Lì non ho mai pianto per un ragazzo, non sono mai stata insultata. Però di questa nuova "vita", posso crearmi un futuro, studiare per trovare un lavoro che mi piaccia, di trovare un uomo giusto per me, di essere felice. È questo che vorrei dalla mia vita, che sicuro avrebbero voluto anche i miei genitori. Farò questo per loro, e per me stessa.
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Il giorno dopo mi sentivo più felice. Quella giornata da sola, mi ha fatto riflettere tanto, e non voglio buttarmi giù per così poco. Durante il viaggio per andare a scuola, Aly era contenta di vedermi felice, ma sembrava turbata di qualcosa, forse me ne avrebbe parlato in un altro momento, oppure quando sarebbe stata pronta.
Durante le ore stranamente presto attenzione, prendo perfino appunti, finché non arrivò l'ora di matematica. Odio matematica. Fortunatamente, mi sono portata il mio quadernino apposta per scarabocchiare. Una persona che bussa alla porta attira la mia attenzione.

«Professoressa, potrebbe uscire Andrew Anderson?» sulla soglia della porta appare Cristian. Perché Cristian vorrebbe parlare con Anderson, dopo quello che è successo tra loro? La prof acconsente alla richiesta di Cristian, e Anderson esce fuori dall'aula. Curiosa, chiedo alla professoressa di andare in bagno, e appena esco dall'aula, sento la voce di Cristian, mentre urla.
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Fine capitolo 22. ❤️

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