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pov's Jessica
«Oh ma come cazzo ti sei permesso di dirle quello!» urla Cristian. Mi avvicino per sentire meglio. Per un secondo ho sospettato che parlasse di me, ma era improbabile

«s-scusami... non ci ho pensato..» Anderson sembra terrorizzato, come se gli avessero puntato una pistola contro. Che bambino.

«pensaci la prossima volta che la chiami puttana, coglione!» oltre alle urla in faccia, Cristian lo spinge contro gli armadietti dove Anderson va a sbattere. Vorrei intervenire, ormai so che Cristian si riferisce a me, ma voglio vedere cosa succede.

«non succederà più, promesso» Anderson si comporta come un bambino, mi fa quasi ridere. Però non lo biasimo, anch'io avrei paura di Cristian se fossi in lui.

«sarà meglio stronzo» gli da un'ultima spinta e se ne va. Torno in classe con un sorriso stampato in faccia. Cristian che mi difende? Wow. Come vorrei abituarmi a questi suoi comportamenti.
Finalmente suona l'ultima ora, e stranamente aspetto Cristian fuori alla scuola. Mi guarda prima confuso, poi si dirige verso la macchina, seguito da me.

«posso venire con te?» chiedo; spero proprio che dica di si, perché ormai Aly se ne è già andata. Fortunatamente, annuisce ed entro in macchina.
Durate il tragitto, Cristian alza il volume della radio per nascondere l'imbarazzo, almeno credo. Siamo quasi arrivati a casa, quando Cristian cambia strada.

«perché hai girato?» domando; non sono spaventata, so che non mi farebbe niente... almeno credo.. da quanto lo conosco sto ragazzo precisamente?

«tranquilla, ti porto nel mio posto» mi sorride e continua a guidare. Sorrido per tutto il tragitto. Il suo posto? Sembra una cosa "personale", direi.
Dopo circa 20 minuti di imbarazzo coperti dalla radio, Cristian frena all'inzio di un bosco. Scende dalla macchina e lo imito.

«beh andiamo» dice avanzando verso il bosco, seguito da me.
Non mi piacciono i boschi, ci sono strani rumori ed ho paura che esca un'animale da un momento all'altro, spero che non sia questo "il suo posto", perché io di certo me ne andrei. Però continua a camminare, quindi forse c'è qualcosa oltre al bosco... infatti, dopo una decina di minuti passati a camminare nella raduna, appare un paesaggio... a dir poco spettacolare.. Rimango senza parole. È la vista di Portland dall'alto, è stupendo. Non sapevo che esiste questo posto, ma di certo ora che lo conosco verrò più spesso, anche se ho dimenticato già la strada per venire.

«mai nessuno ci vieni qui, ecco perché mi piace. È molto tranquillo» si siede sull'erba, e decido di imitarlo accanto a lui.

«Ci porti tutte le tue ragazze?» ovviamente la mia lingua non riesce a frenarsi, però ero curiosa della sua risposta.

«No» risponde in modo serio. Beh mi sento sollevata. Mi piace essere "l'unica".

«posso farti una domanda?» la mia curiosità è troppo forte. Visto che lo trovo di buon umore, ne approfitto.

«mmh.. Prima devi darmi un bacio» mi guarda e sorride. Sembra così dolce e cucciolo mentre sorride.

«si ma dipende dove» cioè vorrei baciarlo sulle labbra, ma ovviamente non posso farglielo capire.

«sulla guancia, ovviamente» mi da una gomitata nello stomaco e scoppia a ridere. Ma cosa ride? Volevo esserne sicura.

«beh allora questo bacio?» mi domanda guardandomi, e dalla sua espressione concepisco che è serio.

«beh se serve per farti sputare qualche risposta, accetto il rischio» scoppio a ridere, e lui fa una faccia sorpresa.
Mi sporgo verso in avanti, per dargli quel maledetto bacio sulla guancia, anche se vorrei girargli la faccia e baciarlo sulle labbra, ma non posso.
Le mie labbra stanno ad un centimetro dalla sua guancia, finché lui non si gira di scatto e posa le sue labbra sulle mie. Beh, mi ha preceduto.
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Fine capitolo 23❤️

Un amore impossibile Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora