Capitolo 55

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LOUIS' POV
Harry tiene la mano sulla mia coscia, disegnando dei piccoli cerchietti sui jeans mentre avanziamo nel traffico. Ce n'è parecchio oggi viste le vacanze.

Appoggio la testa al finestrino mentre inizia a piovere. Grandioso. Almeno posso contare sul fatto che il tempo a Londra faccia sempre schifo.

Però neanche questo mi fa sentire meglio. Cerco di concentrarmi sulla mano di Harry, quello aiuta. I movimenti leggeri leniscono i miei pensieri confusi. Improvvisamente è come se lui percepisse il mio disagio e mi strizza una coscia per confortarmi.

Oggi indossa il suo anello con gli orsi, l'argento freddo a contatto con la mia gamba mi fa rabbrividire. Porto la mano a toccare la mia versione di quell'anello, scorro col pollice il familiare metallo liscio. Da quando me l'ha regalato non l'ho mai tolto. È diventato una parte di me e nei rari momenti in cui non lo indosso mi sento nudo.

"Ogni tanto vorrei poterti leggere nella mente." La voce di Harry mi risveglia. Sposto lo sguardo su di lui e gli afferro la mano, che mi stringe.

Ritorno con la mente alla scorsa notte, sul tetto. I miei pensieri mi spaventano. Ho immaginato che la morte mi baciasse la testa mentre piangevo. Forse sono pazzo. Spiegherebbe un sacco di cose. Non sarebbe una sorpresa.

Saresti in lacrime se riuscissi a farlo.
"Il mio problema è capirli."

Mi mordo il labbro aspettando la sua risposta. Aspettando di vedere come ci gira intorno.

Mi prende alla sprovvista quando invece va dritto al punto.

"Cosa c'era di diverso la scorsa notte?" La macchina si ferma in una lunga cosa di traffico. Harry posa gli occhi su di me, tutta la sua attenzione è rivolta a me.

"Ancora?" Alzo un sopracciglio e traccio il suo anello.

"C'era qualcosa di diverso in te su quel tetto. Sembravi.. guasto. Anche quando Will ha avuto quell'esaurimento e tu ti sei ubriacato, non stavi così male. È stato diverso. Perché?" L'auto torna a muoversi.

Perché è stato diverso? Al diavolo, non lo so. Probabilmente lui lo sa meglio di me.

Prendo un profondo respiro e cerco di focalizzarmi sulla mano di Harry nella mia.

"Non lo era. Ma se vedi tutto l'insieme sembra più drastico." Stiamo in silenzio per un po'. Vorrei poter dire che non è un silenzio imbarazzante.

Viene interrotto dalla suoneria del telefono di Harry. Mi ricorda la strana chiamata sul terrazzo. Non ho mai scoperto chi fosse.

Riesco subito a distinguere la voce al telefono quando risponde. È Aaron.

Mette il telefono tra la spalla e la guancia così può guidare e tenermi la mano. Aaron sembra fuori di sè, dev'essere importante. O è ubriaco.

Probabilmente è ubriaco.

Harry inizia a ridere. "Si, si va bene. Non abbiamo programmi ma non so se ce la facciamo." Mi lancia un'occhiata. "Aspetta."

"Aaron organizza una festa per Capodanno e vuole che andiamo." Diavolo no. L'ultima volta Harry se n'è andato senza di me ed io mi sono sballato nella stanza di Aaron. Non viene nulla di buono dalle sue feste.

Non serve che risponda, Harry nota la mia espressione.

"Non ci aspetterei." Mi stringe la mano. Nel frattempo torno a guardare fuori dal finestrino, osservando le gocce di pioggia cadere sul vetro e cercare di scappare. Stupido tempaccio di Londra.

Harry passa altri dieci minuti a convincere un Aaron ubriaco che veramente non ci va di venire, ma grazie. Finché non capisce che è inutile provare a conversare con lui in quello stato e riaggancia.

17black (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora