Capitolo 43

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Trovare una stanza vuota è più difficile del previsto, molte coppie hanno avuto la mia stessa idea. Harry non dice nulla mentre io finalmente ne trovo una libera da adolescenti intrecciati e lo spingo all'interno chiudendo la porta.

"Cosa sta-"

Premo le labbra sulle sue, il sapore dell'alcool ancora presente. Gli tiro la maglietta e lo spingo dal petto finchè le gambe non gli si scontrano col letto e cade sulla schiena, spalancando gli occhi.

Salgo sopra di lui in modo da essergli a cavalcioni. Porto le mani verso la sua lunghezza e gliela strizzo, guadagnandomi un profondo gemito. Finalmente si fa un'idea di ciò che voglio fare e approfondisce il bacio, cercando di sistemarci meglio così che io ora sia sulle sue cosce e abbia il petto allineato col suo.

Mi afferra i capelli ed io gli mordo un labbro con ferocia. Abbasso i fianchi così da strusciarci l'uno sull'altro.

Harry sussulta quando faccio scorrere le mani sotto la sua maglietta, mani fredde a contatto con la sua pelle bollente. Mi fa leggermente male il piercing ma in questo momento non me ne preoccupo. Niente mi interessa tranne che avvicinarmi ad Harry quanto più possibile.

Interrompo il bacio così che possa gettare la mia maglia a terra. Cerco di non pensare a tutte le cose successe su sto letto.

Chiudo gli occhi e cerco di nuovo le labbra di Harry, solamente per colpire la sua guancia. Quando li riapro lo trovo a fissarmi con gli occhi spalancati di un cervo davanti ai fari di auto.

"No.." Scuote la testa e cautamente mi fa scendere da sopra di lui. Mi acciglio mentre tiene la testa tra le mani.

"Harr-"

"Non ricordi cosa è successo solo qualche ora fa? E non siamo neanche andati fino in fondo!" Solo lui può sembrare dispiaciuto mentre mi rifiuta di proposito.

Sospiro. Forse non è stata una buona idea. Cerco di non imbronciarmi mentre raccolgo la maglia da terra e la reinfilo.

Harry si pulisce le labbra col dorso della mano e sospira a sua volta.

"Scusa", mormora.

Rido nervosamente. "Non sta a te scusarti. Non sei tu che ti sei avventato su di me cercando di rubarmi la verginità."

Harry si muove sulle lenzuola e fa penzolare i piedi giù dal letto. Beh, penzolerebbero se non avesse le gambe così lunghe da toccare il pavimento.

"Pensavo avessi capito", mi accusa. Corruccio la fronte.

"L'ho fatto." Giusto?

"Veramente Louis? perché personalmente non voglio perdere la vergità in una confraternita puzzolente con qualcuno che conosco appena." Anche se è vero che ci conosciamo a malapena, mi sento insultato.

La sua voce è piena di rabbia. "Con chi eri al piano di sopra?"

Posso rispondere alla domanda. "A parlare con Aaron di lui e Will." Spero che non insista maggiormente.

Non lo fa.

Harry prende il mio silenzio nel modo sbagliato, pensando mi stia vergognando e non che stia temendo il futuro come realmente sto facendo.

Mi afferra la mano ed io guardo il pavimento.

"Dammi solo un po' di tempo okay?" È ironico il fatto che stia chiendendo l'unica cosa che non posso dargli.

"Possiamo solo andare a casa?" Non mi importa se mia o sua.

Mi lascia la mano.

"Si ti accompagno. Devo essere in palestra presto domani e non voglio svegliarti." So che mente ma sto zitto e annuisco. So che sono andato troppo oltre con lui in queste 24 ore. Ha bisogno di spazio e forse è la cosa migliore per entrambi.

17black (traduzione italiana)Där berättelser lever. Upptäck nu