Capitolo 70

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LOUIS' POV
"Non è bellissima?" Will schiaccia il viso contro il vetro, il suo naso si accartoccia in segno di protesta e il suo petto è appiccicato alla finestra. Il suo tono è meravigliato.

Seguo il suo sguardo oltre il vetro all'interno della stanza piena di piccoli corpicini nei loro letti. Passo in rassegna tutte le etichette con i nomi finché non la vedo.

Adelaide Gray.

Sta dormendo, come sempre negli ultimi giorni, la sua piccola testolina adagiata sul morbido lettino. Le braccia intorno al corpo e i suoi piedini che si muovono, chissà cosa sta sognando. L'infermiera le ha messo la tutina che Will le ha comprato ieri. È viola con una scritta nera in cui si legge:

TEAM WILL.

"Non sa neanche camminare e già la metti contro di me." Dico mentre sorseggio il caffè che mi ha portato Aaron.

"È per metà imparentata con me, è ovvio sia bellissima. Difficile non esserlo con il gene Tomlinson." Questa battuta mi fa guadagnare una spintarella giocosa. Lo spingo a mia volta prima di ricordarmi che si sta ancora riprendendo.

"Stai bene-"

"Sto bene Louis. Vorrei la smettessi di trattarmi come fossi un giocattolo rotto." Mi guarda con quegli occhioni che si ritrova ed io sorrido. Annuisco e gli do un colpetto con la spalla come offerta di pace.

"Giocattoli. La comprerò regalandole dei giochi. Tu prendi vestiti ed io giocattoli." Will alza un sopracciglio. I miei occhi fissi sul corpicino di Adelaide.

"Vuoi entrare a far parte della sua vita?" Detto da chiunque altro mi sarei offeso, ma capisco cosa intende Will. Ho messo in chiaro che non voglio nostra madre nella mia vita, ma la mia sorellina? Questa è un'altra storia.

"Non ha fatto nulla di male." Scrollo le spalle. Ci sono voluti due di noi per scappare dalla nostra infanzia e nonostante ciò non siamo andati molto lontani. Lei avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile. Non la lascerò sola.

"E", comincio. "Sono il Tommo maggiore. Devo occuparmi di voi bambini." Gli scompiglio i capelli e gli pizzico il fianco.

Will ride e cerca di allontanarsi da me, sembra molto giovane ed innocente. Non stavo del tutto scherzando. Sento sul serio un senso di responsabilità verso di lui. Verso entrambi.

" Sai che non serve che ti preoccupi più per me. So prendermi cura di me stesso ora che non sono più un bambino." Noto delle chiazze di barba sul suo mento e la sua mascella prominente che diventa ogni giorno più grande e so che ha ragione. È solo una mia abitudine.

Annuisco, tornando a guardare Adelaide. Will deve aver notato qualcosa dal mio sguardo perché il suo tono si ammorbidisce. Siamo gli unici due qui ad osservare i neonati, oltre ad alcune infermiere che passano occasionalmente.

"E Louis.." Mi rifiuto di guardarlo. I miei occhi mi tradirebbero.

Will appoggia la spalla sul vetro accanto a me e si avvicina.

"Va bene se non stai bene. Non devi essere forte tutto il tempo." Scuoto le spalle. Sono la persona più debole che io conosca.

Alzo gli occhi al cielo.

"Perché non dovrei stare bene?" Entrambi sappiano bene perché ma ho deciso che giocare la carta dello stupido è la mia opzione migliore.

Lo sguardo di Will si fa preoccupato.

"Harry non può ricevere visite da quasi una settimana." Cerco di sorridere ma non ci riesco. Le sue parole rendono la situazione reale.

È passata quasi una settimana da quando Harry è stato ricoverato e anche se è in condizioni stabili ha richiesto che nessuno sia fatto entrare in stanza. Ho passato  due giorni interi in fondo al suo corridoio, non credendo ai dottori che mi dicevano che voleva essere lasciato solo. Ho provato a sedermi davanti la sua porta, bussando e chiamandolo per nome ma sono stato cacciato perché disturbavo. Un'infermiera molto gentile ha capito la mia situazione e mi ha fatto stare in corridoio a nove stanze di distanza.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now