Capitolo 2

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Mi sto trasferendo a Londra. Londra. E ora vivo in un attico.

Questi sono i pensieri che ingombrano la mia mente mentre guido lungo la strada trafficata, seguendo le indicazioni della voce femminile del mio GPS. Questa promozione sarebbe perfetta se non fosse per una sola cosa.

È uno strip club gay. L'idea di ballare su un altro ragazzo per dargli piacere è rivoltante. Assolutamente orrenda.

E non perché io abbia qualcosa contro i gay, solo non capisco l'attrazione per lo stesso stesso. Ho un pene, perché dovrei volerne un altro? Le persone non chiedono un triciclo dopo aver preso una nuova bicicletta.

Gira a sinistra tra 3.4 miglia.

Almeno sarà solo per un mese. 112 ore. Posso farlo. E quando tornerò a casa potrò comprarmi la moto e nuovi mobili per il mio appartamento. Non facevo abbastanza soldi all' Explicit per arredarlo come voglio.

Chissà, magari non sentirò nulla. Le tante ore allo strip club hanno reso impossibile sentire qualsiasi cosa tranne la gioia per il mio conto in banca. Anche l'ultima sera, dopo aver ballato ed essermi strusciato con quella ragazza innocente, non ho sentito nulla. Assolutamente nulla. Non ho neanche avuto un'erezione. Non lo so. Forse c'è qualcosa di sbagliato in me. Sarebbe ironico. Il sex symbol che non sente l'attrazione sessuale.

Gira a sinistra ora.

Obbedisco e controllo la distanza dalla mia destinazione. 10 miglia. Bene. Sarò là giusto in tempo per pranzo. Il mio stomaco borbotta in accordo.

Tutte le mie cose sono messe ordinatamente nel bagagliaio della mia macchina. Non ho molto. I mobili del mio vecchio appartamento non mi appartengono, erano inclusi nel pacchetto lavoro.

Prendo un sorso dalla bottiglia d'acqua da cui ho bevuto per tutto il viaggio. È quasi vuota quindi prendo l'ultimo sorso per finirla e la lancio sul tappetino.

L'immagine di me che corro con la mia moto mi passa più e più volte in testa ed è l'unica cosa che mi trattiene dal fare inversione e tornare a casa.

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"Nome?"

"Um.. Harry Styles? Il mio capo ha detto che è questo il posto che ha chiamato per.."

Il piccolo uomo sbarbato dietro la scrivania tossisce violentemente prima di interrompermi.

"Si il tuo nome è qui. Dodicesimo piano. Porta 2." Tira fuori due tessere d'ingresso rosse e una piccola busta. La busta ha un adesivo blu attaccato sul davanti. Ha scritto sopra il nome della compagnia in una grafia ordinata. 'London Heights'. Mi chiedo se l'abbia scritto 'Vane' - il nome del ragazzo secondo la sua etichetta. Probabilmente no.

"Mando un ragazzo a prendere i tuoi bagagli. È la tua auto quella?" Con un dito punta la mia auto, attraverso le finestre, sotto un padiglione esterno fatto in marmo marrone e rivestito di nero. Appena arrivato ho dovuto controllare due volte che io vivessi effettivamente qui. Per un mese almeno.

"Si è quella". Prende un piccolo telefono rosso, compone alcuni numeri e parla velocemente prima che dall'altra parte rispondano.

Uso la pausa dalla conversazione per guardarmi intorno. L'intero edificio è mozzafiato. Il tappeto ha delle intricate fantasie e appesi al soffitto ci sono dei grandi lampadari.

Vivo qui? Questo intero edificio sembra inverosimile per il piccolo strip club al quale ero abituato a lavorare.

E nel quale tornerai, ricordo a me stesso.

"Okay, verranno a prenderli. Ha bisogno di altro?" La sua offerta sembra tutto fuorché sincera.

Scuoto la testa, troppo occupato a guardarmi intorno.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now