Capitolo 3

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Eccoci qui. Primo giorno di tanti altri.

Fisso il mio riflesso sullo specchio, mettendo su una faccia coraggiosa. Posso farcela. Almeno, penso di potercela fare.

Dopo tutto, sarà solo per un mese. Un mese di lavoro in condizioni di disagio, ma niente di meno che un mese. Togli i giorni di pausa e rimangono quanti, 23 giorni?

Giorno 1 di 23.

I miei occhi si struggono dalla mancanza di sonno; sono riuscito a stare in uno stato di dormiveglia per tre ore circa e ho speso la maggior parte di quel tempo rigirandomi nel mio nuovo letto, troppo nervoso per chiudere gli occhi.

Mi lancio dell'acqua fredda in viso e arranco attraverso il mio grande appartamento finché non raggiungo la cucina, dove afferro una bottiglia di shampoo e bagnoschiuma che prima ho lasciato sul bancone. Ritorno al bagno dove il marmo freddo della doccia mi rinsavisce.

Dovrei essere eccitato nel fare la prima doccia in questa squisita stanza di vetro, ma onestamente sono troppo stanco.

Entro e chiudo la porta dietro di me. Metto le bottiglie nei ripiani e mi siedo sulla panchina in marmo. Il mio corpo ciondola e mi strofino le mani in faccia, grugnendo in disapprovazione per l'ora.

Rimango seduto così per un po', sfregandomi la faccia e cercando di svegliarmi prima di lavarmi. Finalmente mi alzo, raggiungendo la maniglia della doccia anche se il mio corpo protesta.

Sobbalzo quando l'acqua fredda mi scorre addosso. Tremo e cerco di aprire l'acqua calda.

Quando finalmente arriva sento il mio corpo allentarsi, il flusso costante dell'acqua mi rilassa i muscoli e le articolazioni. Scuoto i capelli sotto il getto e con un colpo li tiro via dalla faccia.

Stendo le braccia e le allungo mentre piccoli grugniti rumorosi escono dalle mie labbra.

Prendo la bottiglia di shampoo e ne rovescio un po' sulla mano, trasferendo il liquido appiccicoso nei capelli. Una volta lì, faccio scorrere le dita attraverso i ricci bagnati e li massaggio col sapone, la testa mi cade sulle mani.

Risciacquo la schiuma ed esco un momento per prendere un cotton fioc. Questo fa si che il vetro della doccia si appanni interamente, il freddo collide con il caldo.

Acconsento al guanto di spugna di bagnarsi sotto l'acqua calda e poi raccolgo il bagnoschiuma che esce dalla bottiglia.

Dopo aver finito di passare il guanto su tutto il mio corpo, mi risciacquo e finalmente chiudo l'acqua, essa si spegne lentamente finché solo delle goccioline scendono dal soffione della doccia per poi fermarsi tutte assieme.

Prendo un asciugamano dagli scaffali e lo appoggio sulla testa, scuotendolo selvaggiamente sui capelli.

Dopo averli quasi asciugati, attacco l'asciugamano in vita e lo chiudo strettamente. Uso il palmo della mano per pulire il vapore dallo specchio.

Apro la porta del bagno e nuvolette di vapore fluttuano qua e là. Prendo la mia grande borsa con le cose da bagno dal soggiorno.

Rovescio il contenuto nel lavandino. Prendo il dentifricio e lo spazzolino per primi, sfregando le setole contro i denti e poi sputando.

Dopo mi pettino i capelli per poi arruffarli di nuovo, lasciando assumere il controllo ai ricci. Metto il deodorante ed esco dal bagno.

Rifaccio il letto e poi tiro fuori tutti i vestiti che possiedo. Il 17black è un posto elegante? O casual? Tim non l'ha specificato. Ha solo detto di essere lì lunedì alle 20.

Per andare sul sicuro scelgo un paio di jeans neri e una camicia rossa a maniche lunghe. Tiro fuori dall'armadio alcune grucce e appendo ciascun vestito ordinatamente, levandomeli dal piedi. Piego i jeans e li riordino nei cassetti.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now