Capitolo 38

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WILL'S POV
"Stai bene?" Chiedo mentre mi distendo sopra Aaron. Il respiro mi esce in piccoli rantoli e mi sento così bene. Sotto di me Aaron grugnisce mentre io lentamente mi spingo con i fianchi sul suo sedere.

"Si.. cazzo.." Geme. Ogni volta che do una spinta guadagno un gemito e quando mi tiro un po' indietro lui sussulta.

"Dimmi se ti faccio troppo male", anche se spero non mi faccia fermare. Mi spingo in lui più che posso e abbandono la testa sulla sua schiena. Un sottile strato di sudore gli copre la pelle.

Aaron si muove sotto di me e non capisco cosa stia facendo finché non sento un rumoroso gemito. Sta sfregando il cazzo contro il letto. Sorrido e ci faccio capovolgere; con qualche difficoltà visto che siamo ancora uniti. Si lamenta per la perdita del contatto ed io lo prendo in mano ed inizio a pompare. I lamenti sono diventati forti gemiti ora.

"Io-ho.. vicini.." Si sforza di dirmi. Non siamo più nel mio appartamento ma nella sua stanza alla confraternita. Lo faccio mettere in una posizione in cui riesca a spingere in lui e allo stempo a masturbarlo. Afferro rudemente il suo fianco e lui grugnisce a voce alta, nonostante quello che ha appena detto.

"Sono sicuro che la gente abbia già fatto sesso qui prima d'ora", rispondo. È una confraternita dopo tutto. Scommetto siano successe un sacco di cose qui.

Aaron muove il bacino in circolo ed io grugnisco. "Fallo ancora."

Lo ricompenso dando uno strattone alla sua erezione. Lui geme e ripete l'azione di prima.

Non durerò ancora a lungo. Sento lo stomaco stringersi e gli strizzo i fianchi.

"Distenditi." Aaron ansima, scivolando via da me. Piagnucolo per la perdita di contatto ma poi mi prende in mano e mi fa scivolare ancora dentro di lui. Lo sento gemere un po' per il dolore.

Sono girato su un lato, il suo corpo allineato al mio come se ci stessimo abbracciando, tranne per il fatto che ora siamo molto più intimi.

E poi improvvisamente è come se si fosse accesa una scintilla di piacere, do ancora due spinte prima di uscire ed esplodere tutto in giro sulle coperte.

HARRY'S POV
Capisco di aver commesso un errore quando arrivo da Louis e lo vedo sotto una grande tenda con una smorfia sul viso appena nota Katrina. Non so come chiederle di sedersi dietro senza sembrare rude, così Louis è costretto ad andare dietro.

Viene verso la macchina con uno sguardo accigliato, non sembra notare la pioggia scrosciante su di lui. Entra in auto bagnato fradicio anche se mi sono fermato giusto di fronte all'edificio e quindi solo alcuni passi lo separano dall'auto.

"Louis lei è Katrina, Katrina", indico Louis cercando un segno di rabbia. "Louis."

Sbatte la portiera un po' più forte del necessario, le piccole gocce di pioggia all'interno della portiera cadono sul sedile in pelle. Trasalisco alla vista del mio sedile umido.

"Piacere",dice sbrigativo, anche se dal suo tono non sembra un piacere. Si passa le dita fra i capelli umidi e poi si asciuga la mano bagnata sui jeans. Vedo che da un'occhiata al soffitto, probabilmente per controllare se ho pulito bene dalla prima notte che noi..

"Harry mi da solo un passaggio oggi, visto che piove." La voce di Katrina mi risveglia, tirandomi fuori improvvisamente dai pensieri su Louis. La smorfia di quest'ultimo sparisce quando incrocia il mio sguardo, sorride innocentemente e arrossisce.

"Si va bene." Gli mostro un piccolo sorriso che vuole intendere ti prego comportati bene, e poi metto in moto.

"Prossima fermata casa di Katrina", dico mentre mi allontano dal piccolo edificio.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now