Capitolo 46

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HARRY'S POV
"Che ne dici di questo?" Mostro ad Aaron una custodia del telefono verde brillante.

"Um no. Senza offesa ma non stai aiutando." Cammina davanti a me per guardare gli scaffali che ci circondano, cercando un regalo per il compleanno di Louis domani. Will nel frattempo sta preparando il mio attico per la festa di stasera. Ci sono state delle discussioni per farla stasera o domani, alla fine abbiamo deciso per oggi visto che domani è la Vigilia e probabilmente tutti saranno occupati.

È stato difficile organizzare tutto in meno di una settimana, ma ce l'abbiamo fatta. L'unica cosa che manca è il regalo. Io l'ho già preso, ma non si può dire lo stesso per Aaron.

"Beh tu cosa vorresti per il compleanno?" Oltre che uno spogliarello, aggiungo mentalmente. Quel ricordo mi da ancora i brividi.

Aaron sogghigna. "So a cosa stai pensando. Louis l'ha fatto come scherzo. Non è stato molto divertente, però, quando è finito per arrivare suo fratello. Ed io ho finito per uscirci assieme."

Adocchio una scatola di lecca lecca e l'afferro con indifferenza. Aaron scoppia a ridere.

"Ti ho portato qui per aiutarmi. E finora non sei-" Un ghigno compare sul suo viso e riesco quasi a vedere le rotelle girargli in testa.

Strizza gli occhi per la concentrazione, focalizzandosi su di me. Spalanco gli occhi e sorrido a disagio.

"Veramente, Harry, potresti essermi d'aiuto dopo tutto."

LOUIS' POV
Harry non mi ha scritto o chiamato per tutto il giorno. Pensavo di andare a comprare un albero di Natale visto che mancano pochi giorni al Natale, ma è complicato organizzare qualcosa quando l'altra persona non ti risponde ai messaggi.

Così sto a casa tutto il giorno, riordinando un po' di cose. Da quando Harry passa la metà del tempo qui a casa mia la tengo più pulita. Ho anche spolverato per la prima volta da quando l'ho comprata.

Lavo le lenzuola e spazzo il pavimento con una scopa trovata in fondo al ripostiglio in cucina. Non sapevo neanche di avercela una scopa.

Sprimaccio i cuscini e lavo i piatti. Pulisco il bagno da cima a fondo e quando finisco tutto è immacolato. Ad eccezione di me ovviamente.

Con un sospiro mi levo i vestiti sporchi e li getto nel cesto in bagno, entro nella doccia luccicante e apro l'acqua calda.

Lascio che l'acqua mi scorra sulla schiena e mi bagni i capelli. Sto così per un po' ricordando la doccia con Harry. Probabilmente la cosa più intima che abbiamo fatto, anche se non abbiamo fatto nulla di sessuale se non baciarci un po'. Non avevo mai fatto la doccia con qualcuno prima.

Metto lo shampoo nella mano e poi tra i capelli. Ho bisogno di tagliarli, mi arrivano sugli occhi e mi hanno stancato. Sono più lunghi di quanto lo siano mai stati.

Finisco di fare lo shampoo e guardo il sapone scomparire nello scarico. Poi mi concentro sul mio corpo che in questo momento puzza di candeggina e limone.

L'odore viene velocemente rimpiazzato dal profumo d'uva man mano che mi passo la spugna sulla pelle.

Dopo essermi lavato e liberato dallo sporco del mio appartamento esco dalla doccia. Mi sto agganciando un'asciugamano in vita quando bussano alla porta. Allora Harry finalmente ha deciso di farsi vivo.

Spengo la luce e vado ad aprire.

Mi ritrovo Harry in piedi di fronte a me con una semplice maglia bianca, pantaloni neri, scarpe e un farfallino. Ed una sola rosa in mano. È arancione.

"Le rose rosse sono sopravvalutate", sorride, vedendomi guardare il fiore. Me lo porge ed io lo afferro. Harry è l'unica persona che mi ha mai regalato dei fiori.

"Le rose arancioni significano desiderio ed entusiasmo. Simboleggiano la passione e l'eccitazione e un'intensa e passionale relazione." Porto il fiore al naso ed annuso la purezza della natura, sembra non avere odore ma mi piace la sua freschezza.

Ridacchio per questo suo gesto romantico. Si abbassa per darmi un bacetto ed io lo abbraccio stretto.

"Grazie." E lo intendo veramente. Voglio ringraziarlo per molto più della semplice rosa, per tutto ciò che ha fatto per me: confortarmi alla caffetteria, avermi pagato il pranzo al ristorante dove c'erano quelle macchinette alle quali voleva tanto giocare, avermi dato il bouquet quel giorno in cui ha ammesso di provare qualcosa per me, avermi dato chissà quante volte la giacca, avermi cucinato la cena e aver comprato dei film, voglio ringraziarlo per tutto ciò eppure per quanche ragione non ci riesco.

Appoggia la guancia contro il mio collo e mi abbraccia.

"Profumi di buono", si complimenta facendomi ridere.

Lo lascio andare e mi assicuro che la rosa sia sopravissuta. Ce l'ha fatta. Harry mi afferra la mano e la fa ciondolare avanti e indietro.

"Okay e adesso Louis Tomlinson, vai a vestirti perchè ti porto fuori stasera."

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"Merda. Ho dimenticato il portafoglio a casa", esclama Harry, interrompendo il silenzio confortevole tra noi.

Alzo le spalle. "Pago io", mi offro sapendo già che non me lascerà fare.

Ho ragione. "No, è la tua cena di quasi compleanno e pagherò io anche se dovessi legarti per non farti protestare."

"Non mi dispiacerebbe in realtà", lo stuzzico mentre gira per il parcheggio del suo attico. Mi strizza la mano che sta stringengo ed arrossisce.

Penseresti che sia abituati a questo genere di cose facendo lo spogliarellista e tutto.

Scendo dall'auto e gli prendo la mano una volta riavvicinati. Lui sorride e fa scorrere il pollice sul mio palmo.

"Stavo pensando che potremmo andare a prendere un albero di Natale domani", propongo, notando che Harry sta rallentando per stare al passo con me. Faccio dondolare le nostre dita intrecciate.

"Perfetto." Sorride e si mordicchia il labbro, come se la sua mente fosse da un'altra parte.

Prendiamo il familiare corridoio attraverso l'entrata e saliamo in ascensore, arrivando alla porta di Harry qualche minuto dopo. Infila la carta per sbloccarla e mi fa cenno di entrare per primo.

Quando supero la soglia è tutto buio, non sono sicuro di sapere dove siano gli interruttori così seguo il muro quando vengo improvvisamente accecato da una luce e delle voci che urlano "Sorpresa!"

La stanza è piena di palloncini e stelle filanti sui muri, circa trenta persone in qualche modo ci stanno comodamente dentro. La tv è sintonizzata su un canale di musica e sento altre risate dalla cucina. Nell'angolo, vicino al terrazzo, c'è un tavolo pieno di regali colorati. Non so come ho fatto a non pensare che mi avrebbero fatto una festa a sorpresa in anticipo.

Harry mi da un colpetto alla spalla, tirandomi fuori dal mio stato di trance e scoppio a ridere.

"Di chi è il compleanno?" Scherzo, ignorando l'enorme striscione con scritto Buon compleanno Louis.

Harry mi riprende la mano ed io sono spraffatto dall'eccitazione per tutto ciò. Riconosco i miei compagni di calcio, alcuni compagni di scuola ed anche alcuni colleghi che non mi fanno venire voglia di tagliargli la testa quando ci lavoro assieme. E il meglio di tutto è Harry accanto a me che mi tiene per mano.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now