Capitolo 22

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HARRY'S POV
Louis mi guida attraverso il suo appartamento, tenendo la mia mano stretta tra le dita, e creando così un calore nel mio stomaco. Passiamo oltre il tavolo da cucina e attraverso la piccola camera, attenti a non calpestare il suo materasso.

Gli chiedo ripetutamente dove stiamo andando ma ignora le mie domande.

Mi guida verso una porta nel retro dell'appartamento e poi dentro una stanza veramente piccola, più piccola della larghezza delle mie braccia. La stanza odora di pioggia e muffa. Ha il pavimento e i muri in calcestruzzo scuro. Davanti a noi c'è una scala attaccata al solido muro. Louis lascia andare la mia mano.

"Aspetta qui", mi istruisce. Desidero la sua mano nella mia immediatamente. Louis deve averlo notato perché mi bacia la guancia, e ci vuole ogni fibra del mio essere per non tirarlo indietro per averne di più.

Lo guardo salire la scala. Non mentirò, lo ispeziono come ha fatto lui. "Ho una bella vista." Gli urlo.

La stanza, se così si può chiamare, non è più alta delle altre. L'intero soffitto, comunque, sembra una scura e pesante porta. Louis raggiunge la parte alta e urlo quando getta la gamba dall'altra parte del muro.

"Sto bene Harry", mi assicura. Mi spaventa.

Si tiene in equilibrio sulle gambe e lascia andare la scala. Gli dico di stare attento ma sembra troppo concentrato per sentirmi. Si allunga per raggiungere la maniglia della porta e girarla, grugnendo per lo sforzo.

Trattengo il respiro mentre la spinge violentemente. L'intera cosa si solleva e la luce del sole e la pioggia esplodono nel condotto in cui siamo. Louis mette entrambi i piedi sulla scala e si arrampica per il pezzo restante, sparendo dalla mia vista. Aspetto pazientemente e poi la sua testa sbuca dall'alto.

"Vieni!" Urla sopra la pioggia. Aggancio l'asciugamano più stretto alla vita e salgo sulla scala arrugginita, sperando che non mi cada l'asciugamano. Sarebbe una terrificante e nuda discesa per recuperarlo.

Afferro la mano di Louis una volta arrivato in alto e lui mi solleva sul tetto.

Chiude la porta per non far cadere dentro altra pioggia.

Il tetto è di un grigio chiaro, interamente vuoto eccetto per una piccola capanna in vetro al centro. La piccola struttura è leggermente più alta di me e circa il doppio più larga. Louis si affretta dentro la baracca ed io lo seguo, tenendo l'asciugamano e tremando.

Mi apre la porta ed io mi abbasso per passarci sotto. La chiude poi con un forte tonfo dietro di me.

È molto più caldo qui.

L'intero edificio è in vetro. Potrei fare due lunghi passi e coprirne l'intera lunghezza. Piccoli scaffali sono allineati ai lati e sopra ci sono piccole piantine verdi.

"È una serra?" Chiedo a Louis. Lui annuisce, i suoi occhi pieni di meraviglia.

Voglio chiedergli perché ha una serra sul tetto ma non me ne da il tempo. Cammina intorno al perimetro e chiude delle piccole porte in vetro in ciascuna sezione di scaffali, mettendo le porticine tra noi e le piante. Guardo Louis mentre chiude l'ultima e poi si ferma in mezzo alla stanza, sotto una lunga corda attaccata al soffitto.

"Guarda questo" I suoi occhi si illuminano e tira la corda, gli scaffali si estendono dalla serra fino fuori sotto la pioggia. L'interno della serra non si bagna, le porte che ha fatto scendere bloccano le gocce di pioggia contro il vetro.

E poi le piante iniziano a vivere, piccoli bulbi si estendono dalle foglie. Ogni bulbo sembra luccicare, ma so che è solo la luce riflessa della serra.

17black (traduzione italiana)Where stories live. Discover now