Affari

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Martha indugiava davanti alla candida porta chiusa della camera del mercante, indecisa sul da farsi. Era agitata. Da quel colloquio sarebbe dipesa la sua intera esistenza... e quella della sua famiglia. Doveva farlo per loro. E per Chadwick.
Bene, ci siamo.
Speriamo vada tutto bene...
Oh, per l'amor del Cielo, Martha! Calmati, certo che andrà tutto bene!
E se non dovesse andar bene?
Se non entri non lo saprai mai!
E se...
BUSSA!
D'accordo, d'accordo. O la va o la spacca.
Chiuse gli occhi e tirò un profondo respiro.

-E così, signorina Steward... è venuta ad estinguere il suo debito, dico bene?- gracchiò il mercante, con il suo solito sorriso tutt'altro che rassicurante.
-Sì.- rispose lei, tentando di apparire sicura di sé. Il losco venditore prese allora un pezzo di carta tutto sgualcito e rivolse giusto un'occhiata fugace alle parole scritte in una calligrafia arrotondata e stranamente ordinata, diversamente da quello che ci si sarebbe potuto aspettare. Riaccartocciò il foglio e tornò a rivolgersi alla sua cliente:
-Ah, certo... avevo proprio bisogno di quel veleno. Eppure non pensavo che avrebbe fatto così in fretta.... posso chiederle di farmi dare un'occhiata?-Martha si frugò nelle tasche e tirò fuori la boccetta che le aveva dato Newt. La strinse come si stringe la cosa più preziosa che si ha, perché era esattamente quello che rappresentava per lei quella boccetta: la speranza, tutto ciò di cui aveva bisogno. La allungò al venditore pregando che fosse abbastanza. Lui la prese e se la rigirò tra le mani. La scrutò da ogni angolazione possibile, la agitò con delicatezza e osservò il liquido che conteneva con occhio esperto, come per attestarne l'autenticità. Poi tacque. Semplicemente tacque, come se avesse di colpo dimenticato di non essere solo. Martha era tesa come la corda di un violino: non sapeva come interpretare quel silenzio, e sentì un'inquietante agitazione insinuarsi nei meandri della sua mente. Poteva quasi vederla, un filamento oscuro che poco a poco si impossessava di lei, facendole tremare le mani. Sbatté le palpebre per scacciare quell'orrenda sensazione e tornò a guardare il venditore, in attesa. Proprio quando l'attesa stava iniziando a diventare insostenibile, finalmente il mercante annuì.
-Ottimo!- esclamò allegramente, e recuperò il pezzo di carta. Lo stese sul traballante tavolino e scorse la lista di nomi riportati ordinatamente con quella calligrafia leggibilissima. La chiarezza e l'eccessiva precisione di quelle lettere aveva un che di inquietante, come se quei simboli non fossero stati tracciati da mano umana. Individuò il nome di "Steward, Martha" proprio sotto quello di "Scamander, Newton Artemis Fido", prese una penna d'oca e firmò nello spazio vuoto accanto al nome di Martha, poi invitò la ragazza a fare lo stesso. Lei obbedì, sebbene con riluttanza. Nel momento stesso in cui staccò la penna dal foglio la macchia nera sulla sua mano si dissolse completamente senza lasciare traccia, e Martha si sentì immediatamente più leggera. Era finita. Si concesse un sospiro di sollievo (si era accorta di aver trattenuto il fiato fino a quel momento).
-È stato un piacere fare affari con lei!- disse il mercante. Al che Martha si alzò e fece per uscire, ma si bloccò sulla porta:
-Cosa potrei fare per proteggere una ventina di persone da un Mago Oscuro molto potente e da tutti i suoi seguaci?-

Quando Credence aprì gli occhi per un attimo credette di essere ancora intrappolato in uno degli incubi che, puntualissimi, andavano a fargli visita ogni notte. Circondato dal bianco abbacinante di quel luogo ignoto, gli risultò piuttosto complicato distinguere la realtà dalla fantasia. Lentamente si alzò dal letto e uscì da quella stanza. Si ritrovò in un labirinto di corridoi e, incapace di orientarsi, procedette completamente a caso nella speranza di trovare qualcuno che potesse aiutarlo.

Il libro che il venditore allungò a Martha aveva un aspetto stranamente... innocuo. Da un venditore di manufatti oscuri ci si sarebbe aspettato ben altro che un semplice libro. La copertina era semplice e azzurra, con il titolo scritto in rosso: "Gli incantesimi di Chadwick- 100+1 incantesimi di protezione, di Chadwick Boot". Inutile dire che il nome dell'autore convinse immediatamente Martha a prendere il libro. In quel momento le sembrò quasi di sentire la presenza del suo amico accanto a lei, pronto ad aiutarla. "Un libro può salvarti la vita!" avrebbe detto.
-Vede, questo è uno dei migliori libri di incantesimi esistenti.- fece il mercante -e non è nemmeno molto caro! In cambio le chiedo solo una mano...-
-Una... mano? Con cosa?- chiese Martha, confusa.
-Penso che lei mi abbia frainteso. Non ho bisogno di un aiuto, ho bisogno della sua mano!- si spiegò lui, sfiorando la mano della ragazza. -La destra. Allora, la amputiamo subito o...?- Lei ritrasse immediatamente la mano, scandalizzata.
-LEI CHE COSA?- urlò. Alla sua reazione il venditore scoppiò a ridere.
-Ah, avrebbe dovuto vedere la sua faccia! Certo che non voglio la sua mano, volevo solo vedere come avrebbe reagito! Come dico sempre, non resisto a un tocco di drammaticità...- non smetteva di ridere, ma Martha non lo trovava affatto divertente... e a ragione, non credete?
-Andiamo, per questo libro al massimo potrebbe portarmi il pranzo... effettivamente inizio ad avere fame... della zuppa andrà più che bene. Guardi, non le marchio neppure la mano...- continuò lui. Martha strinse il libro a sé prima che il mercante potesse cambiare idea. Prima di andarsene pose un ultima domanda, che la tormentava da quando si era risvegliata, ormai:
-Non conosco questo posto... dove siamo?-
-Ah, curiosa la ragazza... lei fa tante domande. Potrei dirlo, magari potremmo fare un affare....-
-Si tenga pure le sue informazioni!- lo interruppe Martha, correndo via.

Dopo mezz'ora di vagabondaggi Credence fu praticamente travolto da Martha, che procedeva a passo veloce nel corridoio, e non notandolo gli urtò il braccio. Poco male, ci era abituato. Accorgendosi finalmente di lui, la ragazza si voltò.
-Credence!- lo chiamò. -Oh, Credence... riuscirai mai a perdonarmi? Mi sono comportata in maniera pessima, tu non meritavi di essere trattato in quel modo...-
-Ehi, non c'è bisogno di agitarsi tanto... mi hai solo urtato un braccio!- rispose lui.
-Sai che non mi riferisco a quello... ti ho chiuso in gabbia, ti ho consegnato a Grindelwald, e... devo davvero continuare ad elencare tutti i miei errori? Perché è una lista piuttosto lunga...-
-Oh, quello... Martha, ma io ti ho già perdonato!- la ragazza sollevò lo sguardo e puntò il suoi occhi verde smeraldo in quelli castani di Credence, l'ombra di un sorriso sul volto. Nessuno aveva mai guardato Credence così: negli occhi di Martha c'era senza dubbio gratitudine, mista a un che di antico e allo stesso tempo completamente nuovo, come una luce assopita da tempo e ora risvegliata: la speranza di una vita migliore, che lentamente si stava facendo strada anche nell'animo di Credence, trasmessa da quello sguardo.
-So cosa vuol dire essere costretti a fare qualcosa... so come ci si sente...- continuò lui.
-Adesso, però, possiamo ricominciare da capo...-
-Sì. Da oggi siamo persone diverse... finalmente da oggi la nostra vita appartiene a noi e a nessun altro.-
-...e i nostri demoni non potranno più spaventarci. Oh, non vedo l'ora!-
-Già... ma per cominciare sarebbe utile se mi dicessi dove siamo e come siamo finiti qui dentro...-

-

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Ce n'è solo uno come te (completa)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz