Credence

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-Non so come sono riuscito a sopravvivere, e non sapevo cosa fare...- Credence era seduto sul divano a casa di Amélie, con una tazza di tè tra le mani, Tina e Newt accanto a lui. Si fidava solo di loro, e solo con loro accettò di aprirsi. In quegli ultimi mesi aveva sofferto molto, la voce gli tremava mentre raccontava. Dalle sue parole Newt e Tina riuscirono ad elaborare un quadro generale di quello che era successo, che riportiamo di seguito:

Fa male. Fa malissimo. È terribile, peggiore di qualsiasi dolore abbia mai provato, anche di quello che provava quando sua madre lo picchiava. È come se le parti del suo corpo si strappassero una ad una, come se qualcosa gli riducesse a brandelli le membra, causando una pena costante e inestinguibile. Come dall'esterno, vede quello che era stato ridotto in pezzi di materia nera, che salgono verso l'alto. Dunque questo è morire?Poi il buio, denso e silenzioso.
Quando riapre gli occhi si ritrova in una strada solitaria, terrorizzato ma vivo. Come in un sogno, le sue gambe iniziano a muoversi, e lo trascinano al porto. Deve andare via da lì. Modesty se la caverà anche senza di lui. Tornerà a prenderla quando avrà ritrovato sé stesso, e quando smetteranno di dargli la caccia. Se mai smetteranno. Non si fida di nessuno, è solo. Nessuno può capirlo. Dentro di lui sente una rabbia enorme, repressa da un senso di impotenza ancora più grande. Del resto, cosa può fare? È solo, e non si fiderà mai più di nessuno. Nessuno, a parte Newt e Tina. Torneranno a prenderlo, verranno a salvarlo, ne è sicuro. Con questa flebile speranza, sale sulla prima nave e parte.  Il viaggio dura ore, o giorni, chi può dirlo? Tutto quello che Credence riesce a fare è sedersi e aspettare, lottando contro il desiderio di abbandonarsi all'oblio per sempre, con la sola speranza di una vita che può ancora essere migliore a dargli la forza di continuare a respirare. Deve tenere duro. Così Credence giunge a Parigi. Per giorni vaga in solitudine per le strade, ma né Newt né Tina, che pure avevano promesso di proteggerlo, si fanno vivi.

-Ero arrabbiato con voi. Pensavo che vi foste dimenticati di me. Pensavo che mi aveste abbandonato...-
-No, Credence, noi non ti avremmo mai abbandonato. E mai ti abbandoneremo.- lo rassicurò Newt.

Un giorno, durante i suoi vagabondaggi, si imbatte in una ragazza, che gli si presenta come Martha. Vedendolo tutto solo, Martha lo prende con sé. Credence non sa bene cosa fare. Quella ragazza gli sembra tanto gentile, ma non vuole, non può fidarsi di lei. Lo porta in un grande campo, dove alcune persone hanno le bacchette alzate e fanno fluttuare pezzi di quello che sembra un grosso tendone rosso qua e là. Martha richiama l'attenzione di tutti, e li presenta uno per uno a Credence. Ognuno di loro ha una particolarità. Martha, per esempio, riesce a far fare ai serpenti tutto quello che vuole, e sa anche parlare la loro lingua. Credence è molto affascinato da quel variegato gruppo di individui, così strambi e così... diversi. Proprio come lui. Forse è quello il posto a cui appartiene davvero, forse sono loro le uniche persone che possono capirlo davvero.

-Non potevo sbagliarmi di più...- commentò con aria affranta.

È facile sfogarsi con persone che vedi simili a te, raccontare tutti i tuoi segreti. È così che tutti i circensi vengono a conoscenza dell'immenso potere di Credence.

-Ho notato che mi guardavano in modo strano.- spiegò Credence a Newt e Tina –ma solo dopo ho capito perché.-

Martha sorride e prende il ragazzo per mano. "Vieni, ti porto a conoscere il proprietario!" dice
"Proprietario?" le fa eco Credence
"Sì! Il proprietario del circo!"
In una specie di piccolo capanno c'è un uomo di mezza età, alto e grosso, i capelli unti lunghi fino alle spalle e una folta barba. È lui il famoso proprietario. "Martha, ti avevo detto di lasciarmi in pace..." dice con aria scontrosa
"È lui." Taglia corto lei, indicando Credence. L'espressione del proprietario cambia immediatamente.
"Credence! Stavamo aspettando proprio te! Io sono Skender. Benvenuto nella famiglia!" Credence è disorientato: come fa quella gente a sapere di lui?
"Ma come...?" il ragazzo prova a chiedere informazioni, ma Skender gli fa segno di tacere.
"Ogni cosa a suo tempo!" dice semplicemente, e Credence non prova nemmeno ad obiettare. È stato abituato a non mettere in discussione l'autorità degli "adulti".

Nei giorni successivi fa amicizia con la maggior parte delle persone lì dentro, che sembrano i primi ad accettarlo davvero per quello che è. È finalmente felice. Ma come avrete intuito, la sua felicità non è destinata a durare. Con il tempo i pezzi di tendone sparsi per il campo si trasformano in un magnifico padiglione: il circo è pronto. Quella sera Credence riesce a cogliere un frammento di conversazione tra Martha e Skender:
"Grindelwald... Obscuriale..."
"gabbia... Scamander..."
Tenta di capire il senso di quelle parole, ma invano.

Il giorno dopo tutto cambia: la mattina Martha sveglia il ragazzo, e con un grande sorriso lo invita a vedere gli animali del circo. Lui la segue, incuriosito. Gli mostra animali di tutti i tipi, magici e non, e gli dà anche una piccola dimostrazione di quello che sa fare con i suoi serpenti. Credence ne rimane ammaliato.
Alla fine del giro, c'è una gabbia vuota.
"Qui cosa c'è?" chiede Credence, entrando nella gabbia per guardare meglio.
"Tu!" dice Martha, chiudendo la porta della gabbia con un movimento della bacchetta. Il ragazzo tenta di uscire, ma non ci riesce. Lo shock è tanto forte che non riesce nemmeno ad assumere la sua forma di Obscuriale e distruggere la gabbia.
"Mi dispiace tanto..." sussurra Martha, poi semplicemente si volta e se ne va. Credence la guarda allontanarsi, disperato. Si accascia al suolo, piangendo: e così, ha commesso di nuovo lo stesso errore. Si è fidato di nuovo delle persone sbagliate.

Da allora ogni sera Skender lo costringe a mostrarsi al pubblico e liberare l'Obscurus, giusto per divertire quelle persone.

-La prima volta mi sono rifiutato, avevo paura di ferire qualcuno, ma Skender mi ha picchiato, e poi ha agitato la bacchetta dicendo una strana parola e ho sentito un dolore fortissimo... così non ho più osato oppormi...-
-...E poi siamo arrivati noi.- completò Newt
-...E poi siete arrivati voi.- confermò Credence
-Geniale...- commentò Tina sottovoce, e gli altri due si girarono a guardarla con aria interrogativa
-Insomma, è terribile, ma... geniale!- Newt e Credence sembravano non capire.
-Il piano!-
-Piano?- Newt sembrava piuttosto confuso
-Ma sì, il piano di Grindelwald!- spiegò Tina -Ha approfittato del fatto che Credence si era aggiunto al circo magico per attirarci lì, in modo che attraverso il proprietario ci avrebbe catturati e avrebbe ricattato Credence per costringerlo a collaborare, così, con un Obscuriale dalla sua parte, sarebbe stato invincibile... utilizzare l'oggetto del desiderio come esca per lo strumento necessario a raggiungere l'oggetto stesso... insomma, non è geniale?-
-Ma voleva che Credence ci uccidesse...-
-Sono sicura che non l'avrebbe permesso davvero...-
-Per la barba di Merlino, tutte queste cose come le hai capite?- Newt aveva la bocca spalancata
-Perché, tu non l'avevi capito?- chiese Tina, disorientata. Non si aspettava una reazione del genere.
-Ah, giusto. Corvonero...- commentò Newt scuotendo la testa.
-Comunque- riprese Tina -adesso non devi più preoccuparti, Credence.-
-Sì.- confermò Newt -Finché sarai con noi faremo di tutto per tenerti al sicuro. È una promessa.-

Ce n'è solo uno come te (completa)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt