Verso una nuova avventura

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Tutti si girarono verso il camino, confusi: chi accenderebbe un camino ad agosto?
La risposta arrivò immediatamente: qualcuno che ha bisogno di un mezzo di trasporto...
Tra le fiamme, con un po' di cenere tra i capelli, stava un mago alto dai capelli rossicci: come Newt si aspettava, Albus Silente non aveva rinunciato alla sua entrata ad effetto.
-Ah, buongiorno signor Scamander! Signorina Goldstein... e...-
Guardò interrogativo Queenie e Jacob
-Queenie Goldstein. Sono la sorella di Tina.- si presentò Queenie, alzandosi. Anche Jacob si alzò, cercando di non mostrarsi colpito dal fatto che una persona era appena emersa dalle fiamme.
Silente strinse la mano a Queenie
-Ah, sì! Il signor Scamander mi ha parlato anche di lei... è una Legilimens, vero?- Queenie annuì. L'uomo che aveva davanti le ispirava un certo senso di sottomissione, per questo preferì non violare i suoi pensieri, ma aveva dedotto che era quello il famoso professor Silente.
-Ho sempre trovato interessante la Legilimanzia. Ah, la mente umana... non c'è niente di più contraddittorio! Non è d'accordo, signorina Goldstein? Così semplice da offuscare, da ingannare...- Silente si rabbuiò, e a Queenie risultò difficile restare fuori dalla sua mente. È più facile leggere chi soffre. -tanto che si può arrivare a giustificare anche il peggiore dei crimini... per un bene superiore...- tra le sue sopracciglia si scavò un solco. Queenie non aveva mai visto un animo più sofferente di quello, e a un certo punto continuare ad opporre resistenza le divenne impossibile. Cercò di smettere di leggergli la mente il prima possibile, ma quell'istante bastò perché scoprisse l'impensabile. Sbiancò, e quasi svenne quando capì che l'uomo che aveva davanti era stato più vicino a Gellert Grindelwald di quanto chiunque avrebbe mai potuto aspettarsi.
-Lei... lei era...- si lasciò cadere sulla sedia, scioccata. Decise che avrebbe mantenuto il segreto. Sapeva che il professore aveva imparato dai suoi errori e non si sarebbe più lasciato tentare, ma cosa avrebbero pensato gli altri? Non era sicura che avrebbero capito. Per sviare i sospetti, finse di riprendersi immediatamente. Si schiarì la voce:
-Scusate, mi sono appena ricordata di aver lasciato una cosa... di sopra...- disse, lasciando immediatamente la sala. Tutti le credettero, tranne, ovviamente, Silente e Tina, che conosceva la sorella come sé stessa e capiva cosa le passava per la testa. E per di più era difficile mentire a Tina Goldstein, e più volte ne abbiamo avuto la prova.
Silente rimase pensieroso per un attimo, poi si riscosse
-Dunque... lei invece è il signor... Kowalski, se la memoria non mi inganna?-
-Sì, sono io.- rispose Jacob, e anche lui strinse la mano al professore.
-Mi corregga se sbaglio, ma mi sembra di ricordare che lei è un... Babbano?- Jacob abbassò la testa: lo avrebbero costretto a dimenticare tutto di nuovo? Guardò Newt, come a chiedergli aiuto.
-Non posso venire con voi, vero?- gli chiese
-Non avendo alcuna abilità magica, non sarebbe autorizzato nemmeno a sapere della nostra esistenza, e non avrebbe nessun diritto a venire con noi...- rispose Silente. Jacob annuì tristemente: la sua avventura terminava lì. -è proprio per questo che verrà- aggiunse Silente, e il volto di Jacob si illuminò: no, il gioco non era finito, per lui. Il gioco era appena cominciato, e lui era pronto a giocare fino alla fine.
-Per la barba di Merlino, professor Silente!- esclamò Sebastian spuntando dal bancone alle loro spalle
-Buongiorno, signor Williams!-
-Posso offrirle una tazza di té, signore?-
-Oh, volentieri!-
Sebastian sparì di nuovo dietro al bancone e tornò indietro con sette tazze di té che si automescolavano su un grosso (e anche pesante, a vederlo!) vassoio, che
tuttavia portava con una certa disinvoltura usando una mano sola.
-Queenie?- chiese
-Di sopra. Dio sa cosa è andata a prendere...- rispose Jacob.
-Signore, qual è il piano?- chiese Tina, assumendo il suo tipico atteggiamento da Auror
-Prima di tutto, signorina Goldstein, dobbiamo arrivare a Parigi.-
-Useremo la Metropolvere?-
-Temo non sia possibile. Ho cercato, ma nessuno in zona è disposto a prestarci un camino.-
-Sì, invece!- si intromise Amélie, che fino a quel momento non aveva detto una parola -a casa mia c'è un camino!- tutti si girarono a guardarla.
-Oh, là-là! Non  mi sono presentata! Amélie Dubois-
-Ci permetteresti di usare il tuo camino? Insomma, entrare a casa tua...- Newt era incredulo: non sapeva cosa pensare, raramente le persone erano tanto gentili con lui
-Mais bien sûr! Voi siete miei amici, adesso!-
-Bene, allora... faccia strada!- ordinò Silente. Amélie si alzò, e Tina andò a cercare Queenie, ancora di sopra.
La trovò seduta sul letto della stanza vuota, come in attesa di qualcosa.
-Tina! Stavo giusto per scendere, sono venuta a controllare di... aver preso il... ehm... la...-
-Queenie, cosa sta succedendo? Che cosa hai visto?-
-Niente!-
-Stai mentendo.-
-Non è vero.-
Queenie...-
-Tina...-
-Senti, Queenie...- l'espressione di Tina si addolcì, e andò a sedersi accanto alla sorella -non pretendo di conoscere i tuoi segreti, davvero, se non vuoi parlarne non voglio saperlo. Ma non mentire a me, ti prego. Te lo chiederò un'ultima volta: c'è qualcosa di cui vuoi parlare?-
-Non posso...-
-D'accordo. Va tutto bene, se mai dovessi sentire il bisogno di qualcuno con cui confidarti... be', non esitare a venire da me.-
-Grazie, Teen!-  Queenie rivolse a Tina uno sguardo pieno di gratitudine: sua sorella era l'unica persona che poteva capirla sul serio, e sapeva sempre di cosa aveva bisogno. La abbracciò, e Tina ricambiò l'abbraccio.
-Andiamo, ci stanno aspettando!- disse poi.

Quando scesero, trovarono tutti raggruppati attorno al camino, il professor Silente al centro che impartiva ordini e spiegava più precisamente cosa aveva in mente di fare.
-Tutto pronto?- chiese Queenie
-Pronto.- rispose Jacob.
Amélie sarebbe stata la prima, ma proprio quando stava per entrare nel camino, Sebastian la trattenne per un lembo del vestito. Lei si girò.
-E così... parti anche tu...- disse tristemente Sebastian
-Io... non vieni con noi?-
-Non posso lasciare il locale...- ora lottava per tenere indietro le lacrime. Anche Amélie si rabbuiò
-Forse ci rivedremo, un giorno...- disse.
Sebastian annuì. Entrambi avevano gli occhi lucidi. Si scambiarono un ultimo, straziante abbraccio, poi Sebastian la lasciò andare.
-Resta viva.-
-Lo farò.-
-Promesso?-
-Promesso.-

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now