Ce n'è solo uno come te (completa)

Il ritorno di Newt Scamander

Il giorno dopo, Newt era già sulla prima nave Babbana per New York, e non vedeva l'ora di arrivare. Non solo perché era ansioso di rivedere i suoi amici, ma anche perché il suo Snaso gli aveva rubato di nuovo l'orologio. Quel ladruncoletto... ora gli toccava inseguirlo per tutta la nave. Di nuovo. Se qualche Babbano lo avesse visto, al Ministero non ne sarebbero stati affatto felici, per non parlare del MACUSA, e non ci teneva ad essere arrestato di nuovo appena messo piede a New York. Newt si ritrovò così a vagare senza sosta, esaminando ogni cabina nella speranza di trovare lo Snaso, anche se dopo aver perquisito mezza nave nemmeno lui ci sperava più di tanto.
Poi, con la coda dell'occhio, vide un luccichio, quasi impercettibile. Lo colse per miracolo, a dir la verità, ma fece finta di non aver notato niente per confondere la creatura. O meglio, la presunta creatura, perché proprio mentre Newt si preparava a passare all'attacco un uomo si avvicinò al punto dove aveva visto il bagliore e si chinò con un "ecco dov'era finita!".
Era solo una moneta.
Poi però Newt udì un ticchettio inconfondibile alle sue spalle: il suo orologio, senza dubbio. Contò fino a sette. Tutti si aspettano che qualcuno conti fino a tre, fino a dieci... ma chi si sarebbe aspettato che avrebbe agito al sette? Uno dei tanti trucchi che aveva imparato per non essere prevedibile quando aveva a che fare con Dougal e che usava spesso.
Quattro...
Cinque...
Sei...
Al sette si girò di colpo, mormorando: -Accio orologio!-
L'orologio, incastrato nel pelo dello Snaso, volò verso Newt, trascinando la creatura con sé. Passò proprio sopra la testa di una signora dall'aria snob che leggeva una lettera, mancandola per un soffio. Fu svelto a recuperare l'orologio e rimettere lo Snaso in valigia. Impostò la modalità Babbanabile e usò un incantesimo per essere sicuro che la valigia non si aprisse ancora. Stavolta niente avrebbe rovinato il suo viaggio a New York. Andò poi a sedersi sulla panchina. Quella stessa panchina su cui sedeva nemmeno un anno prima, quando ancora non sapeva cosa stava per succedere e non poteva immaginare che la sua vita sarebbe cambiata completamente. Quando pensava di restare a New York solo per qualche ora e non credeva che ci sarebbe tornato. Se qualcuno avesse fatto visita a quel Newt dicendogli che di lì a poco si sarebbe cacciato in un bel pasticcio e che sarebbe stato arrestato dalla strega di cui si sarebbe inn... a quel punto si accorse dei suoi pensieri e arrossì di colpo. Ringraziò Merlino che Queenie non fosse là. Si affrettò a correggersi: sarebbe stato arrestato dalla strega che sarebbe poi diventata una sua cara amica... be', se qualcuno gliel'avesse detto lui non ci avrebbe mai creduto. Neanche un po'.  
Il viaggio durò ancora qualche minuto, o qualche ora, chi può dirlo? Di certo non Newt che, perso nei suoi pensieri, aveva smesso già da un po' di percepire lo scorrere del tempo. Benché avesse di nuovo il suo orologio, questo non si rivelò di alcuna utilità.
Poi la vide: bella ed enorme come la prima volta: New York si estendeva davanti ai suoi occhi. Quella che seguì fu quasi una copia esatta di quello che il vecchio Newt stava facendo l'inverno precedente: discese la passerella della nave, la valigia in mano. Un ufficiale di dogana controllava i bagagli, esattamente come l'ultima volta. Arrivò il suo turno:
-il prossimo.
L'ufficiale controllò il passaporto
-Britannico, eh?
-Sì
-Prima volta a New York?
-No
-C'è del cibo lì dentro?
-No
-Bestie vive?
Mentre la valigia del vecchio Newt scattava minacciosamente, quella del nuovo, protetta dall'incantesimo, rimase al suo posto.
-No- Rispose allora Newt, tranquillo.
-Diamo un'occhiata
Controllò che la modalità Babbanabile fosse attiva, ma poi gli venne in mente: il libro! Era nella valigia! Sperò davvero che il controllore non si facesse domande, che lo scambiasse per un normalissimo libro di favole. E per fortuna andò così.
-Bentornato a New York-.