Verso lo Scontro Finale

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Queenie li vide sparire dalla finestra, e cercando di non farsi prendere dal panico corse nella camera da letto in cui dormiva Jacob. Era sudato e si agitava nel sonno, probabilmente in preda a un incubo. Queenie preferì non scoprirlo per evitare di invadere la sua sfera privata. Con tutta la delicatezza di cui era capace (e vi posso assicurare che poche persone possono dire di essere delicate quanto lei) gli sfiorò la spalla.
-Jacob...- sussurrò, sperando di non spaventarlo troppo. Lui sobbalzò, spalancando gli occhi. Quando il volto di Queenie entrò nel suo campo visivo, però, si tranquillizzò. Lei gli sorrise nella penombra,rassicurante, poi tornò seria
-Sono nei guai.- disse semplicemente, e non servì altro. Lui si alzò e insieme svegliarono Amélie e il professor Silente.

E così, era giunto il momento? Era arrivato il giorno che temeva da tanto, il giorno in cui avrebbe affrontato Gellert Grindelwald? Silente sembrava calmo e imperturbabile come sempre, ma in realtà era molto preoccupato. Non voleva incontrarlo. Qualcosa gli impediva di sfidarlo, nonostante fosse consapevole del fatto che ne sarebbe stato assolutamente in grado. Sapeva che in questo modo avrebbe scoperto la verità sulla morte di Ariana, e che avrebbe potuto non piacergli. Ma c'era anche qualcos'altro, qualcosa che non riusciva proprio ad ammettere, ma di cui era consapevole nel profondo del suo cuore, e continuava a tormentarlo: era pur sempre stato il suo migliore amico, se non di più...

Martha batté tre volte la bacchetta contro la botola, che si aprì cigolando. Entrarono in una piccola stanza, avvolta nella penombra. Tina provò ad accendere la punta della sua bacchetta, ma non ci riuscì. Newt la imitò, ma la bacchetta non rispondeva neanche a lui. Provarono a lanciare incantesimi a raffica, ma senza alcun risultato.
-È inutile provarci.- disse una voce femminile alle loro spalle -questo posto è protetto da incantesimi che non potete nemmeno immaginare. Non potete usare la magia, nessuno può. Tranne Lui, ovviamente!- Newt la riconobbe all'istante, nonostante la scarsa illuminazione: per quanto tentasse di negarlo, la conosceva troppo bene. E così, il destino l'aveva riportato di nuovo faccia a faccia con Leta Lestrange. L'ultima volta che l'aveva vista, per quanto fosse cambiata, era riuscito a scorgere nei suoi occhi ancora un barlume della Leta che era stata, della Leta che aveva amato. Ora, però, il suo sguardo era impenetrabile e freddo come il ghiaccio, il suo tono di voce duro e impassibile. Non tradiva alcuna emozione, era diventata una specie di macchina.
-Leta... che cosa ti hanno fatto?- mormorò Newt sottovoce, addolorato, ma lei sembrava non riconoscerlo neppure. Martha teneva la testa bassa e gli occhi chiusi, pentita di quello che aveva fatto. Rimase immobile finché Leta non la congedò. Quando la ragazza ebbe abbandonato la stanza, Newt, Tina e Credence furono scortati in una sala più grande e illuminata, al centro della quale stava un mago biondo girato di spalle. Appena sentì i loro passi si girò e sorrise trionfante.
-Sapevo che prima o poi ci saremmo rivisti...- disse, con un tono di voce poco più alto di un sussurro. Puntò i suoi occhi chiarissimi, quasi bianchi in quelli di Newt, che fu costretto ad abbassare lo sguardo.
-Non mi piace perdere tempo, quindi vediamo di fare in fretta. Lestrange...- Leta chinò il capo e uscì.

Se lo teneva tra due dita, Queenie poteva sentire il pezzo di stoffa tirare leggermente, come attratto da una calamita invisibile. Lei e Amèlie erano in testa al gruppo e facevano strada. Amèlie, però, non sembrava troppo convinta: dal suo sguardo si intuiva che c'era qualcosa che non andava.
-Stiamo girando in tondo- fece notare alla fine. Ed effettivamente erano già passati per quel punto... cosa aveva la pozione che non andava?
-Non penso sia la pozione il problema...- disse il professor Silente -quel posto sarà protetto da incantesimi di ogni tipo, conoscendolo...-
Mentre parlavano videro una figura avvicinarsi a loro.

Un secco movimento della mano e Newt e Tina persero ogni capacità di movimento. Potevano respirare appena.
-non vi tratterrò molto, ho bisogno solo di un favore da parte vostra.
-Non faremo... niente per... te!- ringhiò Tina, parlando a fatica.
-Suvvia, non mi costringa a privarla anche dell'uso della lingua!- rispose Grindelwald.
-Cosa... vuoi da noi?- chiese Newt, anche lui con una certa difficoltà.
-Ci sono molte cose per cui potreste essermi utili...- un attimo dopo era dietro Tina, e le puntava la bacchetta alla gola. Lei poteva sentire il suo fiato sul collo, gelido come non avrebbe mai creduto possibile per un essere umano. Sempre se Gellert Grindelwald poteva definirsi un "essere umano"...
-Signorina Goldstein...- le sussurrò all'orecchio. La sua voce era tanto bassa che, nonostante la vicinanza, lo sentiva appena. -Sbaglio o abbiamo una questione in sospeso?- Tina sapeva benissimo di cosa stava parlando: l'aveva disarmato, la sua bacchetta aveva cambiato lealtà.
-Finché sarai in vita, la mia bacchetta non mi apparterrà mai.-
-Vuoi dire la bacchetta che hai rubato al povero Graves? Non ti serve più, non hai la bacchetta più potente del mondo, adesso?-
-Cosa sai dirmi su questo?-
Tina non rispose
-La tua arroganza è stata la tua condanna. Forse avrei potuto risparmiarti, ma adesso sai veramente troppo, e ti ucciderò lo stesso.- in realtà il fatto che fosse in possesso della Bacchetta di Sambuco non era un gran segreto, ma aveva bisogno che la ragazza credesse che fosse disposto ad uccidere per mantenere il segreto. Allentò la presa sul suo collo e si mise davanti a lei, puntandole la bacchetta alla testa.
Credence, che non era stato paralizzato, si mise tra Tina e Grindelwald.
-Oppure- disse -lasci lei e Newt liberi e io... sono al tuo servizio.-
Perfetto, proprio come Grindelwald sperava. Andava tutto secondo i piani.
-Però- continuò Tina -ti sfido a duello. Se vinci tu mi uccidi e prendi Credence. Se vinco io ci lasci andare.-
Che sfacciata... poco male, che speranze ha contro la bacchetta più potente del mondo?
-Tina, non lo fare. Ti prego. Che ne è stato del "niente atti eroici"?- cercò di dissuaderla Newt
-Newt...- mormorò Tina con voce implorante
-Prendo il suo posto. Se perdo uccidi me.- disse Newt con decisione
-È molto romantico, ma non se ne parla.- rispose secco Grindelwald, poi liberò Tina e le ridiede l'uso della magia. Entrambi si inchinarono, poi sollevarono le bacchette e rimasero a studiarsi per un attimo.
-Uno...- iniziò a contare Grindelwald
-Due...-
-Tre!-

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now