Central Park

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Il giorno dopo, quando Newt aprì gli occhi, notò che Tina era ancora lì, e la sua mano accarezzava il suo braccio. Quando si accorse che Newt era svegio, si affrettò a ritirare la mano, arrossendo imbarazzata, ma Newt la trattenne istintivamente. Si scambiarono un sorriso, senza parlare. Poi Newt abbassò lo sguardo, e lo vide, riposto con cura sulle gambe di Tina: il suo libro
-L'hai letto...- dedusse, con una punta di tenero orgoglio nella voce.
-Due volte- rispose Tina, mentre il suo sorriso diventava sempre più luminoso. Adesso guardava Newt negli occhi. -Signor Scamander, lei è il miglior disegnatore che abbia mai conosciuto!- si complimentò. -e ne ho conosciuti...- aggiunse tristemente, più a sé stessa che a Newt.
Newt capì che aveva trovato il disegno e arrossì per l'ennesima volta. Ormai non potevano più parlarsi senza che uno dei due avvampasse. -Lo adoro, Newt.- continuò lei -grazie, davvero.-
Mentre parlavano, la porta della camera da letto si aprì, e Queenie ne venne fuori nella sua vestaglia rosa, e sorridendo augurò loro buongiorno. Chiese a Newt della gamba, e lui si accorse di essersene completamente dimenticato.
-Vuoi provare ad alzarti?- propose Tina.
Lui esitò.
-Tranquillo.- lo rassicurò Tina, alzandosi e porgendogli la mano. -Ti prendo io.-
Lui prese la sua mano e si alzò, notando con piacere che non provava alcun tipo di dolore. La sua gamba era tornata come nuova.
-Queenie... quando si tratta di guarire qualcuno sai fare miracoli!- disse Newt, stupito.
-Se Magicospino mi ha scelta un motivo ci sarà...- disse lei sorridendo e alzando le spalle, come a dire "è una cosa da niente..."
Intanto anche Jacob si era svegliato, e stava uscendo dalla stanza stiracchiandosi. Quando vide che Newt stava in piedi senza fatica, rimase sbalordito: tra i non-magici ci voleva molto più tempo per guarire una frattura... se Newt era rimasto colpito, pensate Jacob come poteva sentirsi! Diciamo che, come No-Mag, si sentì un po' preso in giro.
Queenie si avviò verso la cucina per preparare la colazione. Mangiarono tutti insieme, e intanto discussero su cosa avrebbero dovuto fare. Queenie propose di andare a fare una passeggiata, divertirsi un po', ma Tina non era d'accordo:
-Queenie, ti ricordo che Credence sta morendo! Non possiamo permetterci di perdere tempo!-
Newt sorprese tutti schierandosi dalla parte di Queenie:
-Ha ragione, Tina.- disse -se Grindelwald avesse avuto la possibilità di prenderlo, lo avrebbe già fatto da un pezzo... scommetto che ci ha rivelato la posizione perché ha bisogno di noi per riconquistare la sua fiducia...-
-... e si aspetta che noi corriamo in suo aiuto, ma certo! Perché non ci avevo pensato?- Tina batté un pugno sul tavolo, sentendosi stupida. -d'accordo, dovremmo evitare di precipitarci. Ma forse potremmo usare questo tempo per organizzarci meglio, elaborare un piano per...-
-Tina...- la interruppe Jacob
-Queste cose non si possono pianificare, Teenie, e non mentire a te stessa: lo sai benissimo. Nulla andrebbe secondo i piani, e finiremmo solo per disperarci ancora di più e arrivare lì già stanchi. Divertirci, stare insieme... potremmo non averne più l'occasione. Rilassati, Teen. Va tutto bene.- disse Queenie.
-D'accordo- concesse Tina. -d'accordo, ammetto che avete ragione, e non succede molto spesso che accetti di avere torto, quindi ritenetevi fortunati.- alle parole di Tina, uno dopo l'altro, tutti e quattro scoppiarono a ridere.

Esattamente un'ora dopo erano pronti ad andare. Newt prese la sua valigia, Queenie la sua borsetta e uscirono. Solo quando si ritrovarono in strada si chiesero davvero dove andare. Fu Jacob a proporre Central Park, e furono tutti d'accordo. Si materializzarono direttamente nei pressi del parco. Camminarono per un po' tutti insieme, tenendosi per mano. Appena entrarono, Queenie iniziò a correre come una bambina, canticchiando e improvvisando una specie di allegro balletto:

Come on, come out
The weather is warm
Come on, come out
Said, come on come out!

Jacob le corse dietro, lasciando Tina e Newt indietro. Quando finalmente la raggiunse, le prese la mano e le fece fare due giravolte, poi le prese i fianchi e la sollevò, mentre entrambi ridevano. Non potevano essere più felici. Jacob la rimise giù e le diede un forte abbraccio, nel quale Queenie si rifugiò, sempre più allegra. Sentiva un'energia unica dentro di lei, come se l'infanzia che non aveva potuto vivere del tutto, costretta a crescere troppo in fretta, fosse tornata a richiedere tutto il divertimento perso. Diede un bacio a Jacob, e quando si staccò continuò a saltellare, mentre lui tentava di starle dietro. La freschezza, la sincerità, l'allegria e l'amore che si percepivano guardando quella scena erano i sentimenti più belli e puri che qualcuno avesse mai provato.
Intanto Tina e Newt, più tranquilli, andarono a sedersi, l'uno accanto all'altra, sull'erba sotto a un grande albero, soli e nascosti agli occhi di tutti gli altri. Il sole illuminava il volto di Tina, e il leggerissimo venticello muoveva delicatamente le punte dei suoi capelli. Newt non riuscì a fare a meno di guardarla, ma pensò che l'avrebbe messa in imbarazzo, così abbassò subito lo sguardo. Rimasero a guardare il lago per un po', silenziosi, aspettando che l'altro dicesse qualcosa. Newt tentò di rompere il ghiaccio facendole la prima domanda che gli venne in mente: -Tina, mi chiedevo... qual è il tuo colore preferito?-
Tina sorrise all'apparente ingenuità di quella domanda. Domande da Newt.
-Il blu.- rispose lei -come l'oceano...- aggiunse con aria sognante, portandosi le ginocchia al petto.
Blu... Newt pensò che le si addiceva più di qualsiasi altro colore: calma e riflessiva, intelligente, dagli alti ideali... quale colore avrebbe potuto rappresentare queste sue qualità meglio del blu?
-Il tuo invece?- chiese Tina.
Newt dovette pensarci un po', ma alla fine optò per il giallo. Era il colore della sua casa ad Hogwarts, per questo gli era particolarmente a cuore. Conversarono per un bel po' di tempo, e fu piuttosto piacevole per entrambi: avrebbero voluto che quel momento non terminasse mai. Alla fine si ritrovarono a parlare di lavoro, e Tina si rabbuiò, abbassando istintivamente lo sguardo, a guardare il suo polso, addolorata.
-Non puoi immaginare, Newt, quanto sia umiliante portare uno di questi...- annunciò angosciata, sollevando il braccio con l'Admonitor. -Sai cos'è?-
Newt annuì tristemente, condividendo il suo dolore. Gli occhi di Tina si bagnarono di lacrime mentre raccontava: -Me l'hanno messo dopo che ho aggredito quella No-Mag, e... quando sono tornata nella Squadra Investigativa il signor Abernathy è riuscito a convincere Madama Picquery a farmelo tenere. Lui... non si è mai fidato di me.-
Newt non sapeva cosa dire. Tina aveva gli occhi lucidi, quel ricordo le faceva ancora tanto male. Per una persona come Tina potete ben immaginare cosa significhi portare un Admonitor, pensate quale tortura! Newt la capiva, e avrebbe tanto voluto aiutarla.
Si avvicinò a lei finché non ci fu che qualche centimetro a separarli, e poi la sua mano si mosse da sola: con le dita le asciugò le lacrime, e lei smise di piangere, mentre sul suo volto si andava disegnando un'espressione quasi stupita. Poi Newt le accarezzò una ciocca di capelli scuri, sistemandogliela dietro l'orecchio. Quella fra di loro era una dolcezza spontanea, non lo facevano nemmeno apposta: come se fosse la cosa più naturale del mondo. L'aria sembrava vibrare, quasi fosse satura di magia, ma non il tipo di magia che usavano tutti i giorni: qualcosa di nuovo e bellissimo. Queenie, intanto, sorrideva sentendo i loro pensieri: nonostante fossero abbastanza lontani, erano talmente intensi che per lei non fu difficile. Forse c'erano quasi.

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now