Indietro nel tempo

419 39 57
                                    

Tina fu la prima ad uscire, forse per l'ultima volta, dal Paiolo Magico, seguita da Newt. Un forte vento li investì, agitando le loro vesti e scombinando i loro capelli. Si sarebbero curati di procurarsi dei cappotti se non avessero saputo che dove, pardon, quando stavano andando faceva piuttosto caldo. Si girò per controllare che fosse tutto a posto, e notò che Newt teneva la sua valigia per il manico.

-NON provare a portare quella maledetta valigia. Se ne salta fuori qualcos'altro è la fine! Io non ci vado di nuovo indietro nel tempo a recuperare un'altra Creatura!-

-Scusa tanto, e se non riuscissimo a tornare nel presente chi baderebbe alle mie Creature?- Tina si era rifiutata di prendere troppo seriamente in considerazione quell'alternativa prima di allora, e doveva ammettere che la spaventava non poco.

-Newt, noi torneremo nel presente, quindi porta subito quella valigia dentro.- ordinò Tina con tono autoritario. Newt annuì e tornò dentro. 

Uscì con le due Oakshaft 79 che avevano usato per arrivare ad Hogwarts.

-Come sono arrivate qui? Quando siamo stati attaccati le abbiamo lasciate...-

-Queenie è andata a recuperarle dopo la festa mentre noi... insomma, hai capito. Voleva dirci questo... ricordi? quando è entrata e...- entrambi arrossirono al ricordo di quella sera: fino a quel momento avevano sempre evitato di menzionarla.

-D'accordo, allora... dodici giri?- disse Tina, tentando disperatamente di cambiare argomento

-Dodici giri.- confermò Newt

Tina aprì la catenella alla quale era legata la Giratempo e la fece passare attorno al suo collo, poi a quello di Newt. Iniziò a girare: uno, due, tre... i loro occhi si incontrarono, mentre Tina continuava a girare quattro, cinque, sei... prima che potessero rendersene conto il dodicesimo giro era arrivato, così Tina si fermò. la piccola clessidra iniziò a ruotare incontrollata, come impazzita, sempre più veloce, fermandosi e poi tornando a girare. Il cielo sopra di loro cambiò, il sole iniziò a splendere di colpo ferendo i loro occhi abituati al buio, ancora persi gli uni negli altri, e tutt'a un tratto furono le dieci del mattino. Solo allora smisero di guardarsi, e si piegarono per prendere le loro scope: ce l'avevano fatta. A un certo punto sentirono una voce provenire da dentro il locale:

-C'è ancora un po' di strudel, qualcuno ne vuole?- Queenie. Nessuno avrebbe mangiato quello strudel, pieni com'erano, quindi la colazione era finita. Presto sarebbero usciti per andare da Ollivander. Dovevano sbrigarsi. Newt e Tina (quelli del presente!) salirono sulle scope e si affrettarono a decollare, volando più in alto possibile per non essere visti, prima di tutto da loro stessi. Dopo un po', però, l'aria divenne tanto rarefatta che respirare era impossibile, perciò furono costretti a scendere. Videro Londra sotto di loro, distante e minuscola. A guardarla da lì sembrava quasi impossibile che un essere vivente più grande di una formica potesse abitare quel luogo. A distanza si intravedeva una sottile linea blu.

-Riusciremo ad attraversare l'oceano?- urlò Newt per sovrastare il rumore del vento che gli fischiava nelle orecchie

-le Oakshaft 79 sono molto resistenti, ma non altrettanto veloci... non arriveremo mai in tempo!- gridò Tina di rimando -dobbiamo sperare di imbatterci in qualche nave passeggeri!-

Dopo qualche ora lo scenario cambiò: non erano più città e campagne a scorrere sotto i loro occhi, ma un'enorme distesa d'acqua. Avevano lasciato l'Inghilterra e stavano sorvolando l'oceano. Si abbassarono e presero a volare a pelo d'acqua.

All'improvviso udirono un rumore assordante dietro di loro: una sirena. Si girarono e videro un'enorme imbarcazione sovrastarli con aria minacciosa. Virando bruscamente, riuscirono a spostarsi dalla traiettoria della nave, affiancandola. Si scambiarono un'occhiata, e un momento dopo erano schizzati verso l'alto. Newt atterrò su una scialuppa di salvataggio, ma di Tina era arrivata solo la scopa: le era sfuggita.

(Lo so, LO SO che ho detto che ci sarei andata piano con i guai, ma posso assicurarvi che questo non è niente in confronto a quello che avevo in mente...)

 Newt guardò in basso: per miracolo Tina era riuscita ad aggrapparsi al bordo della scialuppa con una mano, che sembrava sul punto di cedere. Le nocche erano bianche per lo sforzo. Newt non perse tempo, e le afferrò il polso con una mano. 

-Tina ascoltami. Ce la fai ad allungare l'altra mano?- lei ci provò, e Newt si sporse per prendere la mano che Tina le allungava. Ci riuscì, ma ormai era più fuori che dentro. Presto sarebbe caduto, lo sapeva, ma non lasciò Tina. Fortunatamente, riuscì a trovare un appoggio stabile., e tornò nella scialuppa, relativamente al sicuro. 

-Ora devi fidarti di me. devi mollare la presa così posso tirarti su.-

-SEI IMPAZZITO?- urlò Tina

-Tina, ascoltami: ti prendo io. Pronta? Ti prendo io. Uno... Due... TRE! LASCIA!- Tina chiuse gli occhi e abbandonò la presa. Newt la tirò su con tutta la forza che aveva. Tranquilli, la prese anche stavolta, e Tina atterrò sana e salva sulla scialuppa, tra le braccia di Newt. 

-Grazie...- mormorò, bagnata dalla testa ai piedi. Si accorse di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo, per questo tirò un sospiro di sollievo. Appoggiò la testa sulla spalla di Newt

-E comunque, giusto per precisare, non ho avuto paura!- Newt la strinse ancora più forte

-Io sì, quindi non farlo mai più!- le disse.

Rimasero stretti in quell'abbraccio per un po', bagnati fradici ma vivi. 

Quando si sciolse dall'abbraccio di Newt, Tina si guardò intorno per assicurarsi che non ci fossero No-Mag nei paraggi e asciugò entrambi con la magia. Si ripresero in fretta dallo shock, e la prima cosa che fecero fu assicurarsi di aver preso la nave giusta. Uno dei passeggeri disse loro che sì, quella nave portava a New York. Che fortuna! Presero posto su una panchina guardando il mare e godendosi il viaggio verso quella che si preannunciava una giornata piuttosto fuori dagli schemi (non che avessero vissuto troppi giorni normali insieme...), un viaggio che era già avvenuto ore prima. 


Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now