La pasticceria

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La pasticceria era in una via non lontana dall'appartamento Goldstein. Il piccolo negozietto era molto invitante, anche a metri di distanza si poteva percepire il delizioso odore dei paczki e delle famosissime paste di Jacob dalle forme originali che solo le sorelle Goldstein potevano capire davvero. La panetteria era affollata, come sempre. Prima di entrare Tina si rivolse a Queenie:
-Sei pronta?
Lei sembrava un po' agitata, ma annuì con convinzione. Era stata alla panetteria milioni di volte, ma adesso era decisa a fare davvero qualcosa. Tina dovette accorgersene, perché le disse: -Non sarò una Legilimens, ma sono pur sempre un Auror, senza contare il fatto che ti conosco praticamente da sempre, quindi ti direi di non fare niente di stupido...- Tina sapeva che l'avrebbe fatto comunque.
-Riporterò Jacob indietro- disse infatti Queenie, più determinata che mai. Tina si aspettava quella risposta, certo, ma sentirlo davvero fu una tragedia. Questo la poneva davanti a un bivio: se al MACUSA lo avessero scoperto addio posto, ma del resto cos'era più importante? Il suo lavoro o sua sorella? Ovviamente non c'erano dubbi. L'avrebbe aiutata.
-Queenie, c'è una cosa che devo dirti...- Iniziò Tina. Queenie si girò verso di lei. -Ho letto da qualche parte che i ricordi possono essere associati a odori ben precisi...
Queenie capì al volo: -Jacob ha sentito l'odore del mio strudel, quella sera...- concluse eccitata. -Teenie, sei un genio!- esclamò, abbracciandola.

Era tutto pianificato: a breve Jacob avrebbe riavuto indietro una fetta del suo passato.
Le due ragazze si scambiarono un'occhiata prima di entrare. -Be', Queenie... fa' del tuo peggio!- scherzò Tina, poi aprì la porta facendo tintinnare il campanello.
Le due si avvicinarono al bancone.
-Ehi, ragazze! Come posso aiutarvi?- Jacob le salutò come se fossero delle vecchie  amiche, senza sapere che in realtà lo erano. Queenie iniziò a parlare, come da copione: -Ciao, caro! I tuoi dolci sono deliziosi... sai, anch'io adoro cucinare... mi chiedevo se...- Prese un profondo respiro, e Tina sperò davvero che non si facesse prendere dall'emozione, ma eccola sfoderare il suo sorriso più bello. Negli occhi di Jacob parve accendersi una scintilla. -Ti andrebbe di provare il mio strudel? Posso darti la ricetta, se vuoi- finì lei.
Il pasticciere si illuminò di colpo: era chiaramente lieto di aver trovato (o meglio, ritrovato) qualcuno che condividesse la sua passione per i dolci.
Tina non riuscì a reprimere un sorriso di trionfo. Tutto andava secondo i piani. I due iniziarono a dirigersi verso la cucina. Mentre Jacob chiedeva all'assistente Henry di prendere il suo posto per un po', sempre con la gentilezza che lo contraddistingueva, Queenie si voltò a guardare Tina, più raggiante che mai. La più grande pensò il più chiaramente possibile "buona fortuna", sperando che il suo augurio arrivasse all'altra. Ed effettivamente funzionò, perché Queenie annuì prima di sparire dietro le porte insieme a Jacob. E adesso... be', ora non restava che aspettare. Tina infilò le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. Come facesse a portare i pantaloni lunghi in giornate tanto calde restava un mistero: tutti i tentativi di Queenie di farle indossare un abitino corto erano falliti miserevolmente. Non capiva proprio come facesse Queenie a portare un capo di abbigliamento tanto scomodo per tutto il tempo. Tirò fuori qualche moneta No-Mag ed acquistò una di quelle paste a forma di Snaso che tanto le ricordavano la prima volta che aveva incontrato Newt.

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now