In volo

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Tina e Newt si scambiarono un'ultima occhiata prima di lanciarsi reciprocamente degli incantesimi di disillusione per nascondersi ai Babbani/ No-Mag, e poi disillusero anche le scope. Per evitare di perdersi, visto che non potevano vedersi, si presero per mano, e stesero le mani libere.
-SU!- dissero insieme, con decisione. Le Oakshaft 79 si animarono, e quasi come attratte da calamite  invisibili fluttuarono verso le loro mani. Le afferrarono e salirono, preparandosi a partire. Entrambi non montavano su una scopa da anni, e si scoprirono piuttosto emozionati. Non vedevano l'ora di partire.
-Cinque...- iniziò Newt
-Quattro...- continuò Tina
-Tre...- iniziarono a piegare le ginocchia
-Due...- si strinsero più forte le mani
-Uno...-
Con uno slancio i loro piedi si staccarono dal terreno, e furono in volo.
Si resero conto ben presto che le Oakshaft 79 erano piuttosto rigide e pesanti, ben diverse dalle scattanti scope da Quidditch a cui erano abituati, e ci misero un po' ad imparare a manovrarle, sostenendosi a vicenda quando perdevano quota. Dopo vari tentativi riuscirono a volare senza problemi.
Londra si estendeva sotto i loro occhi, così distante che le costruzioni parevano modellini in miniatura. Tina pensò a Queenie: non erano mai state tanto lontane, e già le mancava. Si chiese quando l'avrebbe rivista.
Intanto sotto i loro occhi era comparso un lunghissimo nastro argentato che si faceva strada tra le architetture Londinesi: il Tamigi.
-Vieni con me!- disse Newt ad alta voce per sovrastare il fruscio costante del vento. Senza lasciare la mano di Tina virò leggermente e iniziò a scendere. Tina lo seguì. Si abbassarono sempre di più, finché non arrivarono a sfiorare l'acqua del fiume. Newt allungò la mano che teneva Tina, e insieme si sporsero a toccare l'acqua. La sentì ridere, e anche lui sorrise. Volarono per un po' così, sfiorando insieme il pelo dell'acqua, poi tornarono su. I palazzi tornarono a rimpicciolirsi, mentre loro salivano, sfidando il vento e facendo a gara con gli uccelli.

Quando il sole iniziò a calare e il cielo a tingersi di rosso l'incantesimo di disillusione iniziò a svanire, e Newt e Tina riuscirono a vedersi di nuovo. Decisero di non applicarlo di nuovo, presto avrebbe fatto buio e stavano sorvolando un bosco disabitato.
Tina gli lasciò la mano:
-Scommetto che non sei più veloce di me!-
-Sul serio?-
-Proviamo!- Tina partì a tutta velocità (per quanto quella scopa lo permettesse) e Newt la seguì. Ci fu un testa a testa, e per un po' nessuno dei due riuscì a superare l'altro. Per quanto si sforzassero, non riuscivano ad andare più veloce dell'altro, quindi Newt rallentò impercettibilmente perché Tina potesse superarlo. Lei però se ne accorse, frenò bruscamente e si girò verso Newt dietro di lei con rabbia, ma senza perdere quella sua buffa grazia un po' goffa, ma innegabilmente elegante. Assunse la sua classica espressione truce e guardò Newt di traverso.
-Perché mi hai lasciato vincere?-  gli disse imbronciata
-No, davvero... non...-
-SIGNOR SCAMANDER, non menta a me!- Incrociò le braccia.
Newt abbassò la testa intimidito, quasi a chiedere scusa. Tina scoppiò a ridere
-Uffa, non vale! Non si può rimanere arrabbiati con te!-
Al che Newt trovò il coraggio di sollevare il capo, sorridendo.
-E se ti dicessi che le mie Creature sono scappate di nuovo?-
-COSA?!- il sorriso le morì sul volto. Stavolta fu il turno di Newt di scoppiare a ridere.
Si concessero ancora un paio di minuti di spensieratezza, poi tornarono seri.
-dobbiamo trovare un riparo per la notte- fece notare Tina, e Newt fu d'accordo, così scesero tra gli alberi, mentre migliaia di punti luminosi iniziavano ad apparire in cielo. Newt sistemò la valigia sotto un albero, mascherandola al meglio con della terra e delle foglie, la aprì ed entrarono. Newt iniziò il suo solito giro per nutrire le Creature, mentre Tina aprì la borsa alla ricerca della frutta essiccata che aveva portato, ma non la trovò. Al suo posto c'era un fagotto un po' ammaccato, ma ancora caldo, a cui era legato un bigliettino scritto con una calligrafia sottile ed elaborata:
Pere disidratate? Sul serio? Non esiste. Voi mangiate questo.
Restate vivi
Queenie
Avvolto nel sottile panno da cucina c'era l'inimitabile strudel di Queenie. Tina sorrise, ringraziando mentalmente la sorella. Il dolce emanava un odore meraviglioso, che sapeva di casa. Nonostante fossero lontanissime Queenie non l'aveva mai abbandonata. Tina era commossa: cosa avrebbe fatto senza di lei?
Quando Newt tornò e vide lo strudel capì subito da chi proveniva, poi Tina gli fece leggere il piccolo messaggio e anche lui sorrise: -Quella ragazza è qualcosa di incredibile...- commentò.
Mangiarono lo strudel, ma ne misero un pezzo da parte per il giorno dopo, perché non sapevano quando sarebbero arrivati.
Erano piuttosto stanchi, quindi decisero di andare a dormire subito dopo cena. Newt cercò di convincere Tina a dormire sulla branda mentre lui si stendeva sul pavimento, ma non ci fu verso. Alla fine si ritrovarono a dividere l'amaca. Tina aveva appena appoggiato la testa sul petto di Newt e stava per tirare su i piedi quando sentì un rumore proveniente da fuori. Scattò in piedi, tutti i sensi all'erta. Anche Newt l'aveva sentito, infatti si era messo a sedere. Ed eccolo di nuovo, ancora più forte. Ma cos'era?

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now