Nella valigia

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Appena Leta Lestrange fu avvolta dall'ombra, Newt si guardò intorno. Nessuno. Le sue gambe cedettero alla stanchezza, e cadde a terra sfinito. Tina scattò in piedi, rovesciando tre cassonetti in un colpo solo. Caddero con un tale frastuono che Newt trasalì, e portò la mano alla bacchetta. Quando vide Tina correre verso di lui si rallegrò, poi pensò alla discussione che aveva appena avuto con Leta, e sperò con tutto il suo cuore che Tina non vi avesse assistito.
-Tina, cosa ci fai...- ma Tina non gli lasciò nemmeno finire la frase: si gettò a terra accanto a lui, e lo zittì stampandogli un bacio sulla guancia. Seguì un altro dei loro dolci abbracci che, ragazzi miei, potete starne certi, non ne troverete mai di ugualmente profondi! Mentre le braccia di Tina si stringevano attorno al petto di Newt, la mano di lui corse ai suoi capelli, e iniziò a sfiorarli con timidezza. Quei gesti per loro significavano tutto. In quei momenti era come se al mondo ci fossero solo loro.
Jacob e Queenie non si mossero, restarono lì a guardare.

Passarono ore, o forse solo qualche minuto, quando Tina e Newt si staccarono. Non riuscirono a mantenere il contatto visivo per più di dieci secondi, e, abbassato lo sguardo, arrossirono per l'imbarazzo. Poi si decisero ad andare. Newt si alzò e allungò la mano a Tina, che la prese e si tirò su. Newt recuperò la sua valigia e i due si voltarono verso Queenie e Jacob, che li guardavano sorridenti. -Finito?- chiese Queenie, mentre i volti di entrambi non tendevano più al rosato, ma erano proprio rosso fuoco.

Si smaterializzarono e tornarono all'appartamento, che ormai era diventato un po' il quartier generale di quel peculiare quartetto di eroi. Newt e Jacob presero posto al tavolo della cucina, mentre Tina con qualche colpo di bacchetta preparava la tavola e Queenie cucinava. Si ragiona sempre meglio a stomaco pieno.

Dopo aver mangiato, iniziarono a pensare alla prossima mossa, e, come potete ben immaginare, Tina stavolta non volle sentire ragioni: dovevano agire. Comunque, non ci fu ragione di opporre troppa resistenza, perché tutti convennero che bisognava fare qualcosa.
-Non sappiamo se quel biglietto è vero o è stato scritto solo per attirarci lì... Nemmeno lei lo sapeva.- osservò Queenie
-Se Grindelwald è lì ci sarà un motivo, e per di più tutti gli indizi che abbiamo portano a Credence. Non possono essere semplici coincidenze.-ribatté Tina -e comunque non possiamo rischiare. Non lascerò che Credence muoia.
-Abbiamo comunque bisogno di rinforzi. Prima di tutto dobbiamo andare a parlare con il professor Silente- ragionò Newt, e furono tutti d'accordo. Era deciso: l'indomani avrebbero preso la prima nave per Londra.

Nel frattempo, Newt aprì la valigia e fece agli altri segno di entrare. La prima fu Queenie, seguita da Tina. Poi fu la volta di Jacob, che si incastrò per di nuovo, ma bastò una piccola spinta di Newt perché cadesse all'interno con un frastuono infernale: era caduto sui croccantini di Mooncalf senz'altro. Newt entrò per ultimo, chiudendosi la valigia alle spalle.
Tina e Queenie stavano ripulendo il pavimento dai croccantini di Mooncalf, mentre ridevano per la goffa caduta di Jacob. Anche lui rideva, la scatola di croccantini gli era finita non si sa come in testa, a mo' di cappello. -Scusa, Newt...-
-Tutto a posto, Jacob. Stai bene?- lui annuì.

Newt prese qualche secchio e uscì dal capanno, attraversando i vari habitat per nutrire le Creature. Gli altri lo seguirono, anche loro con dei secchi in mano.

Lanciò della carne ai Graphorn, e aiutò quello ferito a mangiarla avvicinandogliela delicatamente ai tentacoli restanti. Non gli sarebbero mai più cresciuti, l'incantesimo che aveva usato non lo permetteva. Newt lo accarezzò, mentre la femmina cinse le gambe di Tina con i tentacoli. -Gli piaci!- sorrise Newt. Queenie e Jacob intanto giocavano con il Graphorn più giovane, che sembrava non essersi mai divertito tanto.

Continuarono il giro. Benché ci avesse perso le speranze da tempo, Newt tentò di far tornare Pickett con gli altri Asticelli, ma senza successo, così se lo rimise nel taschino e passò a Dougal. Grazie al Paracelso, in quel momento era visibile. Frugando nel secchio, trovò delle strane piante verde acceso e gliele porse, lui le afferrò e iniziò a mangiare con gusto. Newt si diresse poi spedito verso l'habitat dell'Erumpent, e dopo andò a far visita allo Snaso. Quel ladruncoletto, però, si aggrappò ostinatamente al ciondolo d'oro che Tina portava al collo, e convincerlo a lasciarlo fu una vera e propria impresa. Vi dico solo che Newt tornò indietro con il fiatone e coperto di sterco. Ridendo, Queenie gli diede una sistemata con un colpo di bacchetta, e lui porse il ciondolo a Tina. -Grazie- disse lei, con un bacio sulla punta del naso che sembrò quasi puerile, ma era intriso di una tale dolcezza che Newt iniziò a balbettare: -N...non c'è d...di che!-

Jacob e Queenie portarono i croccantini ai Mooncalf, mentre Newt e Tina continuarono il giro dal lato opposto.

Gli ultimi furono gli Occamy: -mamma è qui!-
Newt si abbassò per prenderne uno, e si girò verso Tina, allungando le mani. Quello si avvolse attorno al braccio teso di lei, per poi appollaiarsi sulla sua mano. Intanto, lo sguardo di Newt incontrò quello di Tina, che sorrideva felice.

Quando tutte le Creature furono nutrite a sazietà, i quattro si ritirarono nel capanno. Newt si sedette facendo spazio sulla scrivania, e da un cassetto tirò fuori una pergamena e dell'inchiostro, poi iniziò a scrivere, mentre gli altri lo aspettavano seduti su alcune scatole di mangime. Quando ebbe finito, rilesse la lettera:

Caro professor Silente,
spero che questa mia missiva la trovi in buona salute. Le scrivo per informarla che il mio libro è stato finalmente pubblicato, ora sono a New York con gli amici di cui le ho parlato nella precedente lettera. Negli ultimi giorni abbiamo avuto diversi problemi a causa di Gellert Grindelwald, che sembra aver sviluppato un certo interesse per gli Obscurus. Siamo stati attaccati più volte dai suoi seguaci e sembra volerci dire qualcosa, in quanto ci ha lasciato un messaggio. Pensiamo che l'Obscuriale che ho incontrato a New York l'anno scorso non sia morto, e che Grindelwald lo stia cercando. Abbiamo bisogno di consigli, e non vedo chi meglio di lei potrebbe darceli. Quando riceverà questa lettera saremo già sulla nostra strada per Londra.

Cordiali saluti
Newton Artemis Fido Scamander

-Newton Artemis Fido Scamander?- lesse Tina, soffocando una risata
-Cosa vorresti dire, Porpentina Esther Goldstein?- le rispose Newt a tono. Ricordava di aver letto il suo nome quando gli aveva mostrato il suo documento del MACUSA.
Entrambi misero un finto broncio che sfociò presto in una risata.
Newt aprì una gabbietta arrugginita e ne tirò fuori un allocco dalle piume arruffate. Lo accarezzò e gli legò alla zampa la lettera arrotolata.
I quattro tornarono nell'appartamento, e, apreta la finestra, lasciarono libero il rapace. Rimasero a guardarlo volare finché fu visibile, mentre il giorno lasciava lentamente il posto alla notte, tingendo il cielo di sfumature di rosa e giallo mozzafiato.

Ce n'è solo uno come te (completa)Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ