La Metropolvere

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Comunque ho appena realizzato che Babbo Natale usa la Metropolvere...

-Dunque, chi di voi non ha mai viaggiato con la Polvere Volante?- chiese il professor Silente. Queenie, Amélie e Jacob alzarono la mano, ma Newt e Tina non si mossero. Si guardarono incuriositi, chiedendosi in quale occasione l'altro avesse vissuto quell'esperienza.
-Tutto ciò che bisogna fare è gettare la polvere tra le fiamme, entrare nel camino e pronunciare il nome del luogo in cui si vuole andare. Ah, e tenete i gomiti ben stretti!- spiegò, chiaro come solo un insegnante sa essere.
-Cosa vorrebbe dire, che dovremmo entrare nel fuoco?- Jacob sembrava preoccupato -insomma, metterci al rogo da soli?-
-Non preoccuparti, Jacob. È sicuro, e non fa male!- lo tranquillizzò Newt
-Anzi, è divertente!- aggiunse Tina. Jacob annuì poco convinto. Queenie gli prese la mano
-Non preoccuparti, caro. Io vengo con te!- disse con un gran sorriso, e immediatamente Jacob si sentì meglio.
-Signorina Dubois, è di fondamentale importanza che l'indirizzo sia pronunciato correttamente.- spiegò il professore. Potrebbe comunicarcelo scandendo bene le parole, per favore?-
-32, rue Desaix. Quinzième arrondissement.-
Tutti, a turno provarono a ripetere l'indirizzo imitando la sua pronuncia. Queenie ci riuscì al primo tentativo senza alcuna difficoltà, mentre gli altri dovettero ripeterlo più volte prima di imparare la pronuncia corretta. Anche Newt, che era abituato a viaggiare e quindi ad apprendere nuovi idiomi, fu abbastanza veloce. Nemmeno Silente ci mise molto. Jacob, ci mise un po', ma alla fine ci riuscì. Solo Tina al decimo tentativo non era ancora riuscita a pronunciare perfettamente l'indirizzo. Aveva qualche problema con i suoni nasali. Amélie le fece ripetere quelle parole milioni di volte, e alla fine, per fortuna, ci riuscì. Tutti fecero un'ultima prova per sicurezza, e quando Amélie si disse soddisfatta si misero in fila davanti al camino. In testa alla fila, Amélie gettò la Polvere Volante tra le fiamme, poi entrò nel camino. Con un'ultima occhiata a Sebastian enunciò molto chiaramente l'indirizzo. Tutti gli altri la imitarono: prima Silente, poi Tina, Newt, Queenie e infine Jacob, che dopo un attimo di esitazione entrò. Venne subito risucchiato, e si ritrovò spinto da una forza invisibile in una specie di galleria dalla quale se ne diramavano altre, alla fine delle quali si potevano intravedere i camini e parte delle stanze che li ospitavano. Stava sul serio viaggiando in una rete di camini... chi l'avrebbe mai detto?
Il viaggio fu lungo e mivimentato, e presto Jacob iniziò a sentirsi male: sentì ogni singolo boccone che aveva mandato giù durante la colazione di poco prima risalire, e avrebbe vomitato se la situazione non fosse peggiorata: il tunnel aveva iniziato a restringersi sempre di più, sempre di più, e presto Jacob non ci sarebbe più passato. Urlò più forte che poteva, mentre i gomiti urtavano contro le fredde pareti della galleria. Queenie, che era davanti a lui lo sentì, ma non poteva fermarsi, perché c'era quella forza che continuava a spingerla.
-JACOB!- urlò, cercò di prendere la bacchetta, ma il tunnel era troppo stretto e non poteva nemmeno raggiungere la tasca.
Jacob procedeva a stento, ed era dolorosissimo, tanto che quando rimase bloccato fu quasi un sollievo. Non riusciva a respirare, e terrorizzato tentò di divincolarsi, ma peggiorò solo la situazione.
Queenie, intanto, era riuscita in qualche modo a trovare un appiglio e si era fermata. Aggrappandosi con cautela  alle sporgenze del tunnel sconnesso in alcuni punti, si ritirò indietro con cautela. Più volte rischiò di scivolare, perdere la presa e schizzare via, ma alla fine Jacob riuscì ad afferrarle il piede con entrambe le mani. Queenie lasciò la presa, e la forza che la spingeva trascinò anche Jacob fuori dalla strettoia.
-Tesoro, dovresti metterti a dieta!- scherzò Queenie
-Non posso, se continui a cucinare quei piatti buonissimi!- rispose Jacob, e Queenie si lasciò sfuggire una risatina. Il viaggio procedette senza ulteriori intoppi, e dopo quelli che sembrarono secoli, piombarono nel camino a casa di Amélie. Jacob e Queenie erano troppo vicini, quindi caddero l'uno sull'altra, facendo ridere tutti. La casa era modesta, ma molto accogliente e pittoresca. Dalla finestra si intravedeva parte della Tour Eiffel. Tina si avvicinò al vetro per dare un'occhiata, e Newt la seguì. Rimasero in silenzio, a godersi insieme il panorama, quando a un certo punto entrambi si schiarirono la voce nello stesso momento.
-Prima tu.-  concesse Newt
-Quando hai viaggiato in Metropolvere, prima d'ora?- chiese Tina
-Volevo chiederti la stessa cosa. La usavo per arrivare a Diagon Alley quando dovevo comprare le cose per la scuola... era il mezzo più comodo che avevamo a disposizione.-
-Io invece l'ho usata una volta per arrivare al MACUSA... pessima idea, appena sono arrivata ho quasi vomitato addosso ad Abernathy...- Newt scoppiò a ridere immaginando la scena, e anche Tina rise.

-Amélie, ma tu vivi da sola?- chiese Queenie. Lei si rattristò -Scusa, non volevo...-
-Non importa.- rispose Amélie -vivevo con la mia migliore amica, Claire, e i miei genitori abitavano là- disse, indicando il balcone di fronte  -mia madre era proprio come te, sapeva leggere nel pensiero. Mio padre, invece, era un "sang-de-bourbe"...- Queenie la guardò con aria interrogativa -i genitori non sapevano fare magie, come te, Gecób, ma lui sì. Un giorno sono andati  con Claire in centro, forse per comprarmi un regalo di anniversario... cioè, compleanno... e Grindelwald ha attaccato...- le labbra le tremavano. Piangeva. Queenie le diede una pacca amichevole sulla spalla e la abbracciò.
-Va tutto bene. Ti capisco, anch'io ho perso i miei genitori, so cosa si prova... devi lasciarli andare, presto ti sentirai meglio, vedrai...- lei annuì.
-Vi porto a vedere la casa...- disse, asciugandosi le lacrime. Iniziò così la loro avventura parigina.

Popolo di Wattpad, ho una brutta notizia: domani ricomincia la scuola anche per me, quindi gli aggiornamenti non saranno più giornalieri. Cercherò di aggiornare il più frequentemente possibile, comunque!

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now