La storia di Martha Steward (parte2)

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Il suo tono di voce si era incrinato improvvisamente, e i suoi occhi avevano iniziato a riempirsi di lacrime.
-Va tutto bene, tesoro. Calmati, troveremo un modo...- cercò di conosolarla Queenie, pur non sapendo bene cosa fare.
-Chi? Chi vuole ucciderli?- si informò Tina, ma Martha scosse la testa, incapace di parlare. Newt, Tina e Queenie rispettarono il suo silenzio, finché non fu lei stessa ad aprir bocca:
-Avevo un accordo con Grindelwald.- confessò, vomitando le parole come se non vedesse l'ora di liberarsene.

"Tu hai un gran bel potenziale. Skender ha fatto proprio bene a scegliere te come capo di questo circo..." Grindelwald scruta Martha con i suoi occhi color ghiaccio, come se sperasse di capire il suo modo di ragionare e trovare i suoi punti deboli con un solo sguardo. O come se in realtà ci fosse già riuscito... "Vediamo se sei anche intelligente come lui: cosa ne diresti di aiutarmi?"
"No." Risponde Martha. Non le importa di avere davanti il Mago Oscuro più potente di sempre, si rifiuta di farsi comandare ancora da lui. Niente più giochi, basta. Non vuole più essere una pedina. "non lo farò mai." Grindelwald sorride, tra il beffardo e l'irritato.
"Nemmeno se al tuo rifiuto i tuoi amici dovessero... accidentalmente morire?" le risponde, una finta dolcezza nella voce che rende le sue parole ancora più arcigne. Con un semplice schiocco delle dita alcuni circensi, che l'hanno accompagnata, si ritrovano con le mani legate dietro la schiena. Alla ragazza manca il fiato. Non sa cosa fare. Panico. "Tranquilla, se vorrai potrai far loro compagnia! Ah, e ovviamente anche gli altri si aggiungeranno al nostro party..." gli si disegna un orribile ghigno sul volto. Martha guarda i suoi amici che, con i volti ormai completamente trasfigurati dal dolore e i polsi segnati, hanno appena la forza di rimanere coscienti.
"Basta. Fermati, FERMATI!" Il sorriso sul volto di Grindelwald si allarga mentre shiocca di nuovo le dita e le corde spariscono. "D'accordo. Farò tutto quello che vuoi." concede Martha, e un solco si disegna tra le sue sopracciglia. La sua libertà è ormai un sogno lontano e irraggiungibile. È di nuovo una pedina.

I giorni seguenti sono colmi dei peggiori orrori: Grindelwald si è stabilito in una catapecchia poco appariscente nella periferia di Parigi, dove crudeli torture e minacce sono all'ordine del giorno. Martha si sente terribilmente in colpa per essere complice di tutto ciò, e si rende conto di non poter più sopportare quella sgradevole sensazione che la opprime senza pietà.

-Ho pensato di poter imbrogliare Grindelwald, ma mi sbagliavo terribilmente... so di essere stata stupida anche solo a provarci, ma ero disperata...-

L'indomani le si presenta l'occasione perfetta: di ritorno dalla catapecchia, si imbatte in un mercante –, quel mercante-. Si ferma ad ammirare la merce: è la prima volta che vede tanti oggetti misteriosi tutti insieme. A Chadwick sarebbe piaciuto...
"posso aiutarla, mademoiselle?" dice improvvisamente il mercante, facendo trasalire la ragazza.

Nemmeno due minuti dopo, in una mano ornata da una grossa macchia nera, una Martha dall'anima lacerata dalla Magia Oscura nasconde una boccetta colma di un liquido nero: una goccia di quella e Grindelwald non le avrebbe più dato problemi.

-Sono stata così ingenua... era ovvio che non ci sarebbe cascato!- commentò Martha sorridendo amaramente.

Quando Grindelwald scopre l'inganno, Martha sa di essere spacciata. Quando la sua compagna, quella Leta, le dice che Grindelwald vuole parlare con lei, si aspetta di trovarlo furibondo.

-Non fu così...-

"Dunque, Steward..." dice con una calma glaciale e, per certi versi, più terrificante di qualunque sfuriata "devo dire che il suo atto di ribellione non mi stupisce affatto..." continua, scandendo ogni parola con estrema lentezza. "bel tentativo, ma temo non abbia funzionato. Tuttavia, credo proprio che abbia imparato la lezione... o meglio, lo spero per lei! È la tua ultima possibilità, veda di non sprecarla."

-Da quel momento, perché non lo tradissi ancora, iniziò ad esercitare un controllo ferreo sulla mia mente. Conosceva ogni mio pensiero. Fu allora che, forse per mettermi alla prova, mi chiese di venire a cercarvi. Non volevo farlo, ma non avevo scelta... così ho preso la mia decisione.-
-Non capisco... hai fatto il tuo dovere, non vedo perché doverbbe...- fece per dire Newt, ma Martha scosse la testa.
-Quando il mercante è  venuto a salvarvi, io non l'ho fermato. Io... l'ho aiutato.- nella stanza piombò un silenzio carico di significato, freddo e pesante, simile ad una coltre di neve, una valanga silenziosa. Nessuno aveva il coraggio di parlare.
-Sono stata io a disarmare Leta prima che lui la... insomma... e il Signore Oscuro lo sa. Sa che mi sono rivoltata di nuovo contro di lui, e verrà a cercarci... come se non bastasse, devo pagare il mercante, e non so come farlo...-
-Cosa ti ha chiesto?- le domandarono i tre all'unisono
-Vuole del veleno di Basilisco. Crede che la mia capacità di controllare i serpenti possa aiutarmi, ma non è così. Non ho mai avuto a che fare con un Basilisco, e sono sicura che non ne uscirei viva... e poi non so dove trovarne uno, dovrei allontanarmi dalla mia famiglia... chi li proteggerà in mia assenza? oh, come farò? – Martha sembrava incredibilmente preoccupata, ma Newt stava fissando ostinatamente il vuoto,  perso tra i suoi pensieri, quando improvvisamente si alzò e iniziò a frugare in un cassetto.
-Forse in questo posso aiutarti...- mormorò, e la sua voce venne quasi coperta dalla cacofonia proveniente dalle cianfrusaglie che urtavano fra loro nel piccolo cassetto. Newt socchiuse gli occhi, come nello sforzo di ricordare qualcosa, poi schioccò le dita e aprì un altro cassetto. Questa volta ne tirò fuori una minuscola fiala piena solo per metà di qualcosa di nero e denso.
-Newt, ti prego, dimmi che questo non è quello che penso...-  disse Tina, con voce implorante
-Ehm... potrebbe- rispose Newt
-Hai un'autorizzazione, vero?- l'espressione di Newt diceva tutto: non aveva alcun permesso. -Newt, è illegale! Dovrei arrestarti!-
-Volevo studiarlo...- si difese Newt, come se in mano avesse un normalissimo libro, e non un veleno mortale.
-Buon Lewis, dove l'hai trovato?-  gli chiese Tina, rassegnata
-Per favore, non fare domande...- tagliò corto Newt, porgendo la boccetta a Martha.
-Grazie...- disse lei. Negli occhi le si leggeva un'enorme gratitudine: uno dei suoi problemi era stato risolto, ed era stato più semplice del previsto. Non avrebbe mai ringraziato abbastanza quelle persone, che la stavano aiutando nonostante quello che aveva fatto loro. Forse aveva ancora un'opportunità per rendere migliore la sua vita. Forse avrebbe potuto essere felice...

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