L'amica ritrovata

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Capitolo molto Newtina qui per voi! Forse ho un po' esagerato, ma non sono riuscita a contenermi...

L'abbraccio che seguì fu talmente lungo e profondo, e i loro pensieri erano talmente forti, eccitati e confusi (suonavano più o meno come "PKDLHUDSCQCNCD!", o qualcosa del genere) che Queenie quasi pensò che, nella foga, si sarebbero baciati da un momento all'altro. A dir la verità, ci sperava proprio. Era incredibile come quei due potessero sempre essere così adorabili senza nemmeno provarci.
-È stato...- iniziò Newt
-... terribile- conclusero insieme, senza lasciarsi.
Queenie, intanto, sorrideva. Un sorriso sincero, luminoso come pochi.
-Ancora convinti di non essere perdutamente innamorati?-
-Queenie!- Tina sembrò accorgersi di lei solo in quel momento. Newt la lasciò perché potesse correre da lei. Corsero l'una verso l'altra con uno slancio tale che si ritrovarono entrambe a terra, ridendo forte. Il loro legame era qualcosa di indissolubile, quel genere di amore che niente può cambiare, e non avevano nessun bisogno di dimostrarlo, perché erano come una persona sola. Era questa l'impressione che davano, mentre ridevano allegre sul pavimento, abbracciate. Così diverse, l'una in un candido vestito rosa e l'altra in un paio di pantaloni larghi, eppure così uguali...
Newt pensò a suo fratello Theseus: anche lui avrebbe voluto avere un legame così forte con lui, ma non era mai successo: si volevano bene, sì, ma la verità era che Newt aveva passato tutta la sua vita all'ombra del fratello. Era Theseus quello perfetto, l'eroe. Lui era sempre stato un fallimento.
Le ragazze, ancora ridendo, si rialzarono, ripulendosi i vestiti. Poi fu la volta di Jacob. Tina salutò anche lui con un piccolo abbraccio, poi finalmente si ritrovarono tutti seduti sull'amaca dove era adagiata Tina fino a qualche minuto prima, semplicemente godendo gli uni della compagnia degli altri.
Newt si alzò per nutrire le sue Creature. Quando arrivò ai Graphorn i suoi occhi diventarono lucidi. Tagliò la carne in pezzi più piccoli e aiutò l'animale ferito a mangiarla.
-È da un pezzo che non mangiamo... fece notare Queenie, ed era vero: quanto era passato? Due, tre giorni? Convennero tutti che sarebbe stato meglio mettere qualcosa sotto i denti, così uscirono dalla valigia e Queenie preparò una graziosa e soprattutto abbondante cenetta. C'era di tutto: dalla zuppa al pollo, e, ovviamente, l'immancabile strudel che era ormai diventato il simbolo della loro amicizia. Mangiarono con gusto: erano tutti così affamati, e quel cibo era eccezionale!
Dopo cena si ritrovarono tutti sul divano. Queenie aveva scalciato via le scarpe col tacco e aveva poggiato il capo sulla spalla di Jacob, mente Newt e Tina, uno di fronte all'altra, semplicemente si scambiavano occhiate furtive, solo per poi riabbassare lo sguardo arrossendo. Erano tornati i soliti timidoni. Senza farsi sentire, Queenie si rivolse a Jacob:
-Se quei due non la smettono, giuro che li faccio baciare con la maledizione Imperius!- Jacob ridacchiò.
-Dai, è divertente!- rispose lui, sempre a bassa voce. -Diamo tempo al tempo.-
Intanto Tina e Newt si chiedevano cosa avrebbero dovuto fare a quel punto, e vedere Queenie e Jacob così a loro agio di certo non li aiutava. Forse sarebbe stato meglio interrompere quel silenzio imbarazzante ed iniziare una conversazione.
-Dunque...- tentò Tina -Cosa è successo mentre io ero... be', insomma...?-
-Allora, tanto per cominciare ci siamo spaventati a morte...- iniziò Jacob, e gli altri ridacchiarono.
-Sì, e Newt ti è stato vicino per quasi tutto il tempo, e per il resto del tempo è stato in cerca di una cura. Non ha nemmeno dormito!- Newt avvampò, e anche Tina. Le dispiaceva che avesse dovuto vederla in quello stato.
-Tranquilla Teen, a lui non è dispiaciuto affatto passare tanto tempo con te!- Ora l'imbarazzo era tale che i due non osavano nemmeno più guardarsi, poi Jacob scoppiò in una risata che in breve contagiò anche Queenie, e poi anche Newt e Tina iniziarono a ridere. Raccontarono a Tina tutto quello che era successo per filo e per segno, senza tralasciare alcun particolare. Quando raccontarono dell'incontro con il seguace di Grindelwald, Tina quasi si arrabbiò: -Avreste potuto farvi uccidere!- esclamò -Razza di spericolati, avete proprio lo spirito da Auror! Anzi, mi chiedo se Madama Picquery...-
-Non dire sciocchezze Teenie!- rispose Queenie, agitando la mano - Sai bene che io non potrei mai essere un Auror, ad Ilvermorny non ho mai avuto il massimo dei voti in tutte le materie! E Newt lavora per il Ministero della Magia...-
Ripresero a raccontare.
Al termine della storia, Tina era letteralmente senza parole. Quei tre avevano fatto così tanto per lei, mentre lei... cosa aveva fatto? Nella sua vita era stata capace solo di creare problemi. E ora poteva aggiungere il Graphorn di Newt alla lista delle cose per cui sentirsi in colpa.
-No, Teen, non è così! Fidati di me, tu sei una persona fantastica.- la rassicurò Queenie, posandole una mano sulla spalla.
-Newt, hai davvero... sacrificato una delle tue Creature... per me?- chiese Tina, incredula.
-Cosa avrei fatto se tu non ti fossi svegliata?- Newt chinò il capo mentre parlava, cercando di nascondere il rossore del suo viso dietro al ciuffo.
Poi fu il turno di Tina di raccontare: ovviamente non poteva sapere che gli altri erano perfettamente a conoscenza del fatto che stava per raccontare della sua paura più grande, mentre lei pensava più ad un semplice incubo.
Avreste dovuto vederla: il dolore sul suo volto mentre cercava di rievocare quelle terribili immagini era indescrivibile, ma cercò di ricordare per un'ultima volta. Per loro. Per lui.
Tina concluse il racconto dicendo una cosa che la addolorò non poco (e non capiva perché, se non provava niente per Newt...): -Sarò sincera con te, Newt. Leta ti merita più di me, e con lei saresti felice.-
Newt si sentì morire dentro quando sentì il nome di quella ragazza che tanto l'aveva fatto soffrire pronunciato dalle labbra di Tina. Doveva essere molto esplicito, e non gli era mai riuscito bene.
-No, Tina. Come ti ho detto, le persone cambiano. Io sono cambiato, e non amo più Leta, perché ora...- si interruppe di colpo, incapace di completare la frase. Jacob e Queenie si fecero attenti: "Avanti, dillo..." continuava a pensare la Legilimens, e per un attimo ci sperò davvero. Anche Jacob sperava che l'amico trovasse il coraggio di dar voce ai suoi pensieri, ma Newt scosse la testa. -Be', non la amo più.- tagliò corto.
Restarono ancora un po' lì a parlare, poi si sistemarono per la notte: Tina e Queenie avrebbero dormito nei loro letti, Jacob sul divano e Newt nella valigia. Ognuno si diresse verso la propria sistemazione, e finalmente riuscirono a dormire tranquilli. O così pensavano...

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now