Al circo

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Vi sono mancata? (Moriarty approva)

Dopo una lunga passeggiata pressoché infruttuosa (eccezion fatta per Queenie, che portava tre grosse buste colme di nuovi vestiti) la Squadra Asticello tornò alla nuova "base" (anche detta casa di Amélie). Tentarono di sistemarsi alla meno peggio per la sera. Queenie indossò uno degli abiti che aveva comprato, mentre Tina preferì una semplice camicia abbottonata, ma Queenie la costrinse ad abbinarla a una gonna. Si misero i capelli in ordine e raggiunsero gli altri. Anche Amélie portava un abitino, molto semplice ma carino.
Quando anche gli ultimi raggi di sole furono spariti la squadra lasciò l'appartamento, e, guidati da Amélie, si diressero verso l'indirizzo indicato sulla locandina. In quella che sembrava un'immensa campagna spiccava un tendone di un acceso colore rosso, sorretto dalla magia e circondato da luci colorate che brillavano a intermittenza. Pagarono il biglietto (una cifra piuttosto modesta, a dir la verità) ed entrarono. Gli spettatori erano veramente pochi, una decina di persone al massimo oltre a loro, e non c'erano bambini. Strano. Le luci si spensero nel momento stesso in cui presero posto, come se non aspettassero altro. Sulla scena apparve una strega con un cesto. Lo appoggiò a terra e lo aprì con un movimento della bacchetta. Ne emersero due grossi serpenti di un verde smeraldo. Non avevano l'aria molto amichevole. Strisciarono verso il pubblico, e quando furono a pochi centimetri dai piedi del mago seduto in prima fila, come attratti da una calamita invisibile, strisciarono e tornarono verso la strega. La circense allungò un braccio e uno dei due serpenti vi si avvolse. Prese l'altro in mano, con la stessa disinvoltura con cui si impugna una bacchetta, e se lo mise al collo. Quello si avvolse come una sciarpa, in un abbraccio che, se anche leggermente più vigoroso, l'avrebbe uccisa. Un mago dietro di lei iniziò a suonare il flauto, mentre l'incantatrice tirava di nuovo fuori la bacchetta, e con un complesso movimento circolare del polso i serpenti iniziarono a danzare. Tutti applaudirono, e la strega fece un profondo inchino. I serpenti la imitarono, scatenando l'ilarità del piccolo pubblico. Solo Newt non sembrava particolarmente entusiasta del numero, anzi, l'espressione sul suo volto sembrava piuttosto contrariata. Seguirono altri numeri, e molti comprendevano animali. Newt cercava di non darlo a vedere, ma si copriva continuamente gli occhi e sembrava sul punto di piangere. Tina, accanto a lui, gli mise una mano sulla spalla per confortarlo. Non riusciva ad immaginare quanto dovesse essere difficile per lui. E ciò che più la preoccupava era il tipo di incantesimi che venivano utilizzati: aveva ottime basi di Difesa Contro le Arti Oscure, essendo un Auror, e aveva percepito subito che l'aria in quel posto vibrava di Magia Oscura. Avrebbe scommesso qualunque cosa su un paio di Maledizioni Imperius. Sperò che Newt non lo scoprisse, perché non sapeva come avrebbe potuto reagire.
Verso la fine dello spettacolo, il proprietario del circo fece la sua comparsa. Tina notò che fissava Newt, forse perché sembrava piuttosto scosso. Amplificò magicamente la sua voce.
-E ora, signore e signori...- annunciò –il pezzo forte del nostro circo, il Vento Oscuro!-
E così dicendo lanciò un incantesimo e davanti ai loro occhi si montò una gabbia. Vi entrò un ragazzino dall'aria afflitta che camminò a testa bassa verso il centro della gabbia. Sembrava quasi irriconoscibile, però era lui, ne erano certi: Credence era proprio davanti a loro. Indossava una stravagante giacca nera e luccicante, che stonava con l'espressione triste del suo volto. I capelli erano più corti e ordinati, e gli donavano sicuramente più del taglio a scodella che usava portare. Il mago musicista ora stava percuotendo un'enorme grancassa. Credence sollevò il capo e fece scivolare lo sguardo sul pubblico, soffermandosi su Newt e Tina: li aveva riconosciuti. Poi, come se lo avesse già fatto milioni di volte, chiuse gli occhi, e improvvisamente si trasformò in una massa scura che distrusse la gabbia. I pesanti pezzi di metallo avrebbero colpito il pubblico se non fosse stato per la barriera magica conto la quale rimbalzarono.
Quelle persone stavano sfruttando Credence al pari degli altri animali solo per il divertimento del loro pubblico.
-Oggi è il vostro giorno fortunato, perché il nostro Vento Oscuro ci concederà un numero speciale!- annunciò il proprietario. Credence si guardò intorno disorientato.
-Serve un volontario dal pubblico...- disse. Nessuno si propose. -Tu.- un riflettore illuminò Newt, che improvvisamente si ritrovò gli occhi di tutti puntati addosso. Lentamente si alzò e si diresse verso la pista circolare, schivando i pezzi di metallo sparsi ovunque.
Si posizionò di fronte a Credence, che evitava il suo sguardo.
-Uccidi.- gli ordinò gelido il proprietario del circo. Scese un silenzio carico di terrore, tutti trattennero il fiato. Anche il musicista smise di colpire la grancassa davanti a lui. -Uccidi.- ripeté il mago. Credence, però, non si mosse. Continuava a tenere lo sguardo ostinatamente puntato a terra. Gli spettatori non avevano neanche il coraggio di respirare, mentre Newt si girò verso i suoi amici, e lesse tutto il terrore nei loro occhi. Una lacrima rotolò lungo la guancia di Tina, che stringeva la mano di Queenie. Newt le rivolse uno sguardo rassicurante: non voleva morire vedendola piangere. Lei si asciugò le lacrime e si alzò in piedi con furia
-Credence, no!- urlò, scendendo la gradinata di legno dove erano seduti e mettendosi davanti a Newt. -non lo fare. Noi siamo qui per aiutarti...-
-Non ascoltarla. Uccidili entrambi. VAI!-
Tina impugnò la bacchetta, e con velocità eccezionale la puntò contro il proprietario del circo e lo schiantò, poi prese la mano di Newt e quella di Credence e li trascinò fuori.
Corsero con l'intenzione di mettere più distanza possibile tra loro e quel posto infernale.
Corsero a vuoto finché i loro piedi non implorarono pietà, poi Tina si bloccò di colpo.
-Newt, devi scappare. Mettetevi al sicuro, io devo tornare a recuperare gli altri.- disse
-No, Tina, ti ucciderà!- ribatté Newt -Non ti lascerò andare, dovessi morire nel tentativo di trattenerti.-
-Ti prego, Newt. Corri, scappa! Ho detto niente atti eroici.-
-In caso tu non l'abbia notato , quello che hai intenzione di fare è un atto eroico!-
-È necessario!
-Allora resto con te.-
-Newt, io...- Newt non ascoltò nemmeno cosa aveva intenzione di dire, si avvicinò a lei e la zittì con un tenero bacio. Le labbra di Tina erano morbide e sapevano di lacrime. Lei non si ritrasse, anzi, rcambiò il bacio, mentre tutto intorno a loro diventava indefinito.
-G-R-A-N-D-I-O-S-O!- la voce di Queenie li interruppe -Jacob, mi devi tre Dragotti!-
Newt e Tina si staccarono imbarazzati
-Ma io non ho soldi magici!- protestò Jacob
-Avete... scommesso su noi due?- chiese Newt
-Ma certo!- rispose Queenie -ieri ho scommesso tre Dragotti che vi sareste baciati entro tre giorni... siete stati anche più veloci di quanto pensassi!- Tina fece per parlare, quando videro il proprietario del circo correre verso di loro. Era riuscito a rialzarsi.
-Una cosa è certa, ne riparliamo.- disse Tina, impugnando la sua bacchetta.
All'improvviso si udì un forte boato, e tutti furono costretti a tapparsi le orecchie. Credence assunse la sua forma di Obscuriale e si riversò come un fiume in piena sul mago, che cadde a terra morto, il volo una raccapricciante maschera bitorzoluta. Cadendo, la manica della sua camicia si impigliò in un ramo e si strappò, rivelando un tatuaggio poco rassicurante: un triangolo, un cerchio, una linea... i Doni della Morte.

Ce n'è solo uno come te (completa)Where stories live. Discover now