Gli corro incontro e l'afferro per un braccio, ma lui cerca di liberarsi dalla mia presa senza neanche guardarmi.

«Jacopo, ti prego, guardami». Lo scongiuro e lui si volta verso di me, con un'espressione arrabbiata.

«Cosa vuoi?», ringhia tenendo basso il volume della voce.

«Voglio spiegarti ciò che hai sentito alla festa».

«Cosa c'è da spiegarmi? Hai baciato Christian appena ci siamo lasciati. Questo l'ho capito».

«È stato un momento di debolezza».

«Momento di debolezza? Stai scherzando? Credevo che fossi diversa dalle altre ragazze che mi sono portato a letto».

Sussulto alle sue parole e mi si secca la bocca. Ho un nodo in gola, non riesco a dirgli le parole che vorrei, ma in parte è meglio così. Non farei altro che blaterare parole confuse e insensate.

«Invece sei esattamente come loro. Com'era il detto? Morto un papa se ne fa un altro?». Fa una risatina nervosa e la mia mano scivola lungo il suo braccio, fino a toccare le sue dita fredde.

«Ti sbagli, Jacopo», sussurro.

«Io sono sempre tornata da te quando sbagliavi, quando mi facevi del male». Faccio una pausa per evitare di scoppiare a piangere. «Per una volta che lo sbaglio l'ho commesso io, credo di poter avere il beneficio del dubbio. No? Quindi, per favore, lasciami spiegare».

Rimane in silenzio, e quando sto per dirgli che ho capito che anche se altre labbra mi baceranno, io continuerò a cercare le sue, mi precede: «Non ho bisogno di spiegazioni. Ho capito che il rapporto che c'era tra noi due era solamente del sesso, niente sentimenti. Capito, Rebecca? Solo sesso. E ora, se permetti, vorrei raggiungere Melissa al piano di sotto».

La freddezza con cui lo dice mi fa venire la pelle d'oca.

Tolgo la mano da sopra la sua e lo guardo negli occhi, nella speranza di trovare un accenno di ironia, ma invano.

«Grazie», borbotta e inizia di nuovo a camminare.

Io resto lì, in mezzo al corridoio, cercando a tutti i costi di non scoppiare a piangere.

Quindi tra lui e Melissa c'è davvero qualcosa.

Il solo pensiero mi fa venire la nausea.

«Jacopo», sussurro talmente piano. Lui si gira e mi guarda scocciato, come se gli stressi portando via del tempo prezioso.

«Tu...». Faccio scappare senza volerlo un singhiozzo. «Tu e Melissa state insieme?».

JACOPO

Entro di nuovo nel capannone e vado Melissa. Mi è passata per la mente l'idea di ubriacarmi fino a non reggermi più in piedi, ma so che non c'è abbastanza alcol in tutto il Piemonte per farmi riuscire a dimenticare Rebecca.

Appena mi avvicino, tiro un sospiro di sollievo non vedendola piangere.

«Ehi, puoi venire un attimo?», le chiedo avvicinandomi a lei.

Si gira. Se gli sguardi potessero uccidere, sarei già morto.

«Ti prego». Mi sforzo di sembrare in qualche modo dispiaciuto, ma gli unici sentimenti che provo sono disprezzo e rabbia nei confronti di Rebecca.

Sembra cambiare idea, dato che la sua espressione si addolcisce.

«Va bene».

Prima di allontanarci, lancio uno sguardo a Christian che in quel momento sta flirtando con una ragazza.

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