CAPITOLO 47.

93.3K 3.4K 462
                                    

Una volta uscite dal negozio le nostre strade si dividono.

«A stasera!». La saluto con un gesto della mano e imbocco la strada per tornare a casa.

Guardo l'ora: sono le cinque e trenta. Tra mezz'ora dovrebbe arrivare Christian da me.

Per prima cosa lo obbligherò a insegnarmi come si usa un iPhone.

Arrivo a casa e si sono fatte già le cinque e cinquanta. Appena entro in casa, poso lo zaino e accendo le luci in corridoio e nel soggiorno. Non sono più una bambina, ma ho ancora paura di rimanere da sola nei luoghi bui.

Neanche il tempo di potermi sedere sul divano che suonano al citofono. Sicura che sia Christian, schiaccio il bottone per aprire il portone principale e apro la porta di casa.

Sento dei passi salire le scale mentre mi dirigo verso la credenza. Non ho fatto merenda e mi sta venendo un leggero appetito.

«Come facevi a sapere che sarei stato io e non uno sconosciuto?», dice Christian chiudendo la porta dietro di sé.

Mi giro con il pacchetto di biscotti in mano e rimango a fissarlo. Prima di rispondere scendo dal piano cottura e mi siedo, finalmente, su una sedia.

«Allora?», chiede asciugandosi le lacrime dagli occhi.

«Sono poche le persone che vengono a casa mia e con il tempo ho imparato a riconoscerle. Tu arrivi sempre in anticipo, Chiara mi manda un messaggio quando è qua sotto e Jacopo entra da solo dato che ha le chiavi. Mentre negli altri casi rispondo al citofono», rispondo addentando un biscotto.

«Una cosa da vera stalker». Mi prende in giro.

«Vuoi?». Gli porgo il pacchetto e lui rifiuta.

«Mia zia mi ha riempito di dolci! Se mangio un biscotto rischio di vomitare».

«C'è anche tua zia?».

«Sì, ha accompagnato Alessia fino a qua e se ne è appena andata».

Annuisco continuando a mangiare.

«Allora, cos'hai comprato oggi?», chiede interessato.

Mi illumino e corro a prendere le buste, compresa quella dentro allo zaino.

«Allora, questo è per Chiara, questo per Alessia e questo è per me», sorrido porgendogli tutti i pacchetti.

«Sai, Rebecca, non ho la vista a raggi X e di conseguenza non ho la possibilità di guardare cosa c'è sotto la carta regalo».

Scoppio a ridere e gli scompiglio i capelli.

«A Chiara ho preso una bacchetta di Harry Potter, ma lei ancora non lo sa. Ad Alessia una collana d'argento e per me ho preso un iPhone 6s», dico indicandogli i pacchetti.

«Un iPhone 6s? Sei sicura di saperlo usare?».

«A dire il vero no ed è per questo che mi aiuterai».

«Ah, ecco». Sogghigna e mi prende dalla vita per poi mettermi sulle sue ginocchia.

Sobbalzo e rido di gusto.

«Sei una migliore amica perfetta. Chiara impazzirà non appena vedrà il regalo».

Sento il suo respiro sul mio collo e mi beo di questa bellissima situazione.

«Lo spero».

«Hai qualcosa da raccontare?», chiede sapendo che io amo parlare.

Lui potrebbe passare ore intere ad ascoltarmi senza lamentarsi. Questa sua caratteristica mi piace molto, mi fa capire che qualcuno disposto a dedicarmi del tempo c'è.

Compagni di StanzaKde žijí příběhy. Začni objevovat