Mi rannicchio vicino a Jacopo per via del freddo.
Non riesco più a dormire, ma non voglio svegliarlo. Voglio continuare a sentire il suo respiro sul mio corpo.
Apro gli occhi e guardo l'orologio sul muro. Segna le undici e trentasette. Abbiamo dormito così tanto?
La mia pancia inizia a brontolare, segno che mi è venuta fame.
«Amore, svegliati», gli dico baciandolo.
Mormora qualcosa di incomprensibile e si gira dall'altra parte.
«Jacopo, alzati, dai». Lo abbraccio e gli lascio un bacio sulla schiena.
«Ho sonno», biascica coprendosi con la coperta fin sopra la testa.
«E io ho fame, vado a preparare qualcosa». Sospiro sconfitta e mi alzo dal letto.
Indosso solo la maglietta bianca di Jacopo e degli slip neri.
Scendo al piano di sotto e apro il frigo.
Nulla, non c'è nulla.
Apro la dispensa e trovo dei biscotti scaduti un anno fa e della marmellata di ciliegie. Io sono allergica alle ciliegie.
Cerco in tutta la cucina qualcosa di commestibile, ma non trovo niente. Intanto la fame inizia ad aumentare.
Dovremo andare a fare la spesa, ma quel pigrone di Jacopo sta dormendo.
Decido di svegliarlo, e se è necessario lo trascinerò giù dal letto.
Giro l'angolo per salire a sbatto contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno.
Alzo la testa e scoppio a ridere.
Jacopo, in boxer, con una coperta messa in testa e con i capelli tutti spettinati, sbadiglia sonoramente.
«Cos'hai da ridere?», chiede assonnato.
«Sei così buffo», rispondo.
«Ah sì? Vieni qua!», esclama aprendo le braccia.
Mi avvicino e mi avvolge con le braccia e con la coperta.
«Se non facciamo un po' di spesa, morirò di fame».
«Vado a prepararmi, allora», dice staccandosi dall'abbraccio e salendo le scale con la coperta.
Lo seguo e vado in bagno. Mi lavo i denti, mi vesto con un maglione e dei jeans, mi lego i capelli in una coda di cavallo ed esco.
«Devo solo lavarmi i denti e possiamo andare», mi avvisa Jacopo mentre entra in bagno.
Scendo al piano di sotto e lo aspetto.
«Sono pronto!», urla prendendo le chiavi della macchina e mettendosi il giubbotto.
Afferro il mio cappotto e usciamo di casa salendo in macchina.
«Stai bene?», chiede poggiando una mano sopra la mia coscia.
Annuisco senza parlare e poso la mia mano sopra la sua.
La sua è enorme, mentre la mia è piccola. Sorrido quando inizia a giocare con le mie dita.
«Siamo arrivati.» Dice entrando nel parcheggio di un piccolo supermercato.
Scendiamo dalla macchina, ma Jacopo mi afferra per un braccio e mi stampa un bacio sulle labbra. Intreccia la sua mano nella mia ed entriamo.
Prendiamo un carrello e iniziamo a girare tra gli scaffali.
«Cosa vuoi mangiare?», chiedo guardando nel reparto surgelati.
«Io vorrei una bistecca con le patatine», risponde spingendo il carrello.
STAI LEGGENDO
Compagni di Stanza
ChickLitIL LIBRO È PRESENTE ANCHE IN FORMATO CARTACEO, ACQUISTABILE IN TUTTE LE LIBRERIE MONDADORI E NEGLI STORE ONLINE. - Quando la giovane Rebecca, appena maggiorenne, decide di abbandonare il suo paese per trasferirsi in un appartamento a Torino, vuole s...