CAPITOLO 5.

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Quando entriamo in camera, Jacopo mi fa stendere sul letto e si mette sopra di me.

Comincia a baciarmi il collo lasciando dei succhiotti.

Si avvicina al lobo del mio orecchio e mi dice: «Non sai quanto ti voglio, Rebecca. Ti farei mia a ogni ora del giorno e della notte».

«Fammi tua ora», rispondo quasi ansimando.

Lui mi sfila il vestito e si ferma a guardarmi.

Divento subito rossa; lui se ne accorge.

«Amo quando arrossisci», dice per poi catapultarsi sulle mie labbra.

Comincio a sbottonargli la camicia e la butto in un angolo della stanza.

Fisso il suo corpo perfetto, e senza accorgermene traccio con la mano i contorni dei suoi addominali.

Gli sbottono anche i jeans e rimaniamo entrambi senza vestiti. Solo in intimo.

Lo voglio ora.

JACOPO

Il completino di pizzo nero sta benissimo sulla sua pelle bianca.

Ha un corpo perfetto. Lei è perfetta.

Ma noi due ci odiamo.

Con le sue piccole dita traccia i contorni dei miei addominali.

La guardo mordersi il labbro e impazzisco.

«Se continui a morderti il labbro, ti prendo in questo momento», le dico guardando i suoi occhi verdi.

Una scintilla si accende in quegli occhi, ma non so cosa significhi.

«Jacopo, ti voglio. Ora», dice con voce quasi supplicante.

Senza pensarci due volte le slaccio il reggiseno e con il suo aiuto lo tolgo del tutto.

Inizio a giocare con il seno sinistro e la sento ansimare.

Mette le mani nei miei capelli e li tira un po'.

La bacio con foga e intanto le tolgo l'unico pezzo di stoffa che ci divide.

Tolgo anche i miei boxer e prendo dal comodino vicino al letto una bustina argentata.

REBECCA

Apre la bustina argentata e con agilità s'infila il preservativo. Sorridendo mi chiede: «Pronta?».

Annuisco.

Entra dentro di me e una sensazione meravigliosa mi percorre tutto il corpo.

Man mano aumenta le spinte, e con le spinte aumenta il piacere.

Non smettiamo di baciarci.

Arriviamo entrambi al culmine del piacere e veniamo pronunciando ognuno i nomi dell'altro.

Jacopo si stende vicino a me e con un braccio mi circonda la vita.

Stare tra le sue braccia è bellissimo, mi sento protetta.

«Jacopo, ho freddo», dico tremando.

Lui prende il lenzuolo bianco e avvolge i nostri corpi.

Traccio dei cerchi immaginari sul suo braccio e lui mi tira a sé.

Lascia dei baci sui miei capelli e poi sul collo.

Sento gli occhi appesantirsi, e prima di addormentarmi sento Jacopo pronunciare queste due parole: «Buonanotte, piccola».

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